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The Haunting “Presenze” ai Castelli del Ducato
Storie di fantasmi e spiriti che si aggirano tra le rocche e i manieri di Parma e Piacenza
Rimangono intrappolati nella vita terrena per cause di onore, amore o ingiustizie, a volte scalpitano nella notte o si divertono a fare paura, la loro presenza è testimoniata da secoli e secoli, possono apparire in sogno, c’è chi dice di averli incontrati e chi addirittura è riuscito a fotografarli: è semplice suggestione o realtà? Impossibile saperlo, l’unica cosa certa è che animano tutt’oggi le mura antiche dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza. La Fata Bema, Donna Cenerina, lo scuro Confalonieri e Aloisa sono solo alcuni di loro, ecco dunque storie fantastiche che affiorano dal passato come aloni di sospiri su di un vetro annebbiato.
Si narra che nel pozzo della Rocca di Rivalta fu calato un tale Giuseppe, il cuoco di corte, dalle capacità culinarie uniche. Fu probabilmente la sua bravura a causar un truce assassinio, Giuseppe fu pugnalato e strangolato da una mano ignota. Il corpo fu ritrovato dopo tanto tempo, ma il suo spirito da quel luogo non si spostò e a volte si sente girare per i corridoi del castello o spesso capita di udire il suono del suo batticarne ancora pestare nel mezzo della notte. Salta la luce e si attivano gli elettrodomestici, sono i segnali di Donna Cenerina, il fantasma della Rocca di Soragna, la giovane Cassandra Marinoni, moglie del marchese Diofebo II Meli Lupi, che morì assassinata nel 1573 dal cognato Giulio Anguissola insieme alla sorella Lucrezia. Un omicidio rimasto impunito e la leggenda narra che quando Donna Cenerina (il nome deriva dai suoi lunghi capelli biondi) esce allo scoperto, indica macabri presagi per la famiglia Meli Lupi.
Arrivata per la prima volta a Montechiarugolo nel 1593, la fata Bema propose a Ranuccio I, in visita ai conti Torelli, di lasciarle leggere la propria mano. Ranuccio però, che aveva un vero terrore per tutto ciò che riguardava l’occulto, ordinò l’arresto della ragazza e la sua reclusione nel carcere della Rocchetta, dando inizio a una serie di fughe e peregrinazioni della poveretta per sfuggire alla persecuzione del Duca. Bema finì comunque la sua vita a Montechiarugolo, amata e ben voluta dalla gente del borgo, tanto che oggi è ricordata come un gentile fantasma, che appare alle giovani donne alla vigilia delle nozze per istruirle sulla loro nuova vita. Al Castello di Paderna il mistero avvolge la piccola Chiesa di Santa Maria: costruita prima dell’anno Mille, con pianta a croce greca, un perfetto cubo costruito sul multiplo del numero 3. Al centro di essa è stato misurato un potente campo magnetico naturale. E non è tutto: tra le vetuste mura del Castello, infatti, vagherebbe ancora l’ombra del “Confalonieri”, che trasportato a Paderna dal Castello di Turro vi trovò morte violenta (la leggenda racconta che le sue urla si udivano “ad un tiro di balestra…”).