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Archive for the ‘Peace reporter’ tag

NOTIZIE DAL MONDO PeaceReporter Iran, tempo di re-invenzione

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Dicembre 15th, 2011 at 1:15 am

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Usa, povertà vecchia e nuova

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Settembre 26th, 2011 at 1:30 am

La difficile arte del convivere “L’assimilazione non è più perseguibile ma bisogna accettare la grande sfida che si prospetta all’orizzonte: imparare la difficilissima arte del vivere permanentemente con le differenze”. Zygmunt Bauman

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Agosto 9th, 2011 at 1:15 am

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Non è un Paese per disabili. Ledha: “Un insegnante di sostegno ogni tre alunni”

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Agosto 8th, 2011 at 1:15 am

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NOTIZIE DAL MONDO PeaceReporter

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Luglio 26th, 2011 at 1:30 am

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NOTIZIE DAL MONDO PeaceReporter “Il lavoro è un diritto, banda di ladri”

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Febbraio 7th, 2011 at 1:30 am

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Italia, la criminalità che non c’è

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Un rapporto europeo sui media svela l’anomalia dei tg italiani: come lo schermo crea le paure della società

L’Osservatorio Europeo sulla Sicurezza ha diffuso un rapporto sulla rappresentazione mediatica e la percezione sociale delle notizie registrando un netto scarto tra la realtà e l’informazione, quindi tra ciò su cui si concentra l’attenzione mediatica e quello che la gente percepisce realmente.

Nel caso specifico dell’Italia, negli ultimi tre anni i timori per le dinamiche economiche sono cresciuti sensibilmente (come in tutta Europa). La disoccupazione è la voce che preoccupa di più l’italiano medio passando da un 28 percento del 2005 a un 51 percento nel settembre 2010. La qualità dei servizi sociali e sanitari si inserisce al secondo posto nella classifica delle preoccupazioni, rimanendo stabile negli anni. Medaglia di bronzo per una voce in calo: l’immigrazione che passa dall’11 percento del 2005 al 9 percento del 2010.

Ma la sensazione è un’altra: a sentire il tg sembra che il primo problema sia come arginare la criminalità.
Cerchiamo di approfondire: la fotografia degli argomenti trattati dai tg nazionali mostra chiaramente che si dà spazio prima di tutto alla politica interna (17 percento contro una media europea del 10 percento), poi si parla di costume e Società (13 percento contro 5 percento) e di criminalità (10 percento contro 5 percento). In Europa si parla più di politica estera, lavoro ed economia. In Italia di pastoni politici, delle nonne più giovani d’Italia e di immigrati ladri e assassini. L’opinione pubblica è preoccupata per il lavoro ma i media italiani non ne parlano molto, preferendo il tema criminalità e politica interna.

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Gennaio 11th, 2011 at 1:15 am

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Difesa, l’investimento perpetuo, per comprare nuovi armamenti spenderemo tre miliardi e mezzo in più rispetto al 2010

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L’Italia continua a spendere in armamenti. Decine e decine di macchine da guerra, costose e inutili, verranno costruite nei prossimi 10-15 anni nel nostro Paese. Invecchieranno senza essere utilizzate in teatri di guerra, foss’anche perché le nostre sono solo ‘missioni di pace’. Molte arrugginiranno, o funzioneranno solo per essere mantenute, qualora vi sia la capacità di mantenerle. Molte altre verranno costruite per far girare l’industria, italiana e internazionale.

I numeri. Lo stanziamento a bilancio per il settore Difesa per il 2011 è di 20,494 miliardi di euro. L’aumento totale è di 130 milioni di euro rispetto all’anno precedente (0,6 percento in più rispetto al 2010, 1,28 percento del Pil). La Funzione Difesa è cresciuta di 32,6 milioni di euro; la Funzione Sicurezza del territorio di 145,2 milioni di euro; le Funzioni Esterne sono diminuite di 49,8 milioni di euro; il Trattamento di Ausiliaria (personale) è cresciuto di 2,3 milioni di euro.

Sono i fondi destinati agli ‘acquisti’ che sono lievitati: più 8,4 percento, 3,453 miliardi, 266 milioni in più rispetto al 2010.

Dove vanno questi soldi? In gran parte saranno destinati al programma F-35 (471,8 milioni di euro) e all’acquisto degli elicotteri Nh-90 AgustaWestland (309,5 milioni), di due sottomarini U-212 (164,3 milioni), e di altri elicotteri Ch-47 F Chinhook (137 milioni), oltre all’ammodernamento dei Tornado (178,3 milioni). Per le altre acquisizioni, già avviate (caccia Typhoon, addestratore Aermacchi M-346, fregate Fremm e veicoli da combattimento Freccia), verranno reperite risorse (poco meno di un miliardo di euro) dal ministero dello Sviluppo economico.

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Dicembre 13th, 2010 at 1:15 am

Gino Strada: ‘Oggi riapriamo Lashkargah’

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Gino Strada racconta le tappe che hanno portato alla riapertura della struttura, dopo una lunga trattativa che ha visto come protagonista la politica afgana, le pressioni militari, la caparbietà di Emergency.

A Lashkargah Gino Strada sta aspettando di incontrarsi con il Consiglio degli anziani. Perché loro sono fra quelli che hanno esercitato le maggiori pressioni per arrivare alla riapertura dell’ospedale di Emergency. Settanta posti letto che, per più di cento giorni, sono rimasti vuoti in una zona in cui la chirurgia di guerra è necessaria, fondamentale. Gino Strada racconta così le tappe che hanno portato alla riapertura della struttura, dopo una lunga trattativa che ha visto come protagonista la politica afgana, le pressioni militari, la caparbietà di Emergency.

Partiamo dalla notizia.
La novità è che oggi, giovedì, riapre l’ospedale di Lashkargah.
Abbiamo avuto un incontro con il governatore della provincia e credo che tutti abbiano ormai compreso la montatura che ha portato alla chiusura dell’ospedale. Così si può chiudere un libro e aprirne uno diverso. Noi abbiamo fatto presente quali sono le nostre condizioni: il libero accesso per tutti i feriti alla struttura e che l’ospedale deve essere rispettato da tutti. Così come deve essere per sua natura: un luogo neutrale dove non si esercita violenza. Abbiamo ribadito che non esiste l’idea che il nostro ospedale sia sotto il controllo di forze militari e che l’ingresso non debba essere filtrato da nessuno. Su queste cose il governatore ha detto che si trova d’accordo. Quindi possiamo ricominciare.

Quali sono le tappe che sono seguite fra Emergency e le autorità dalla liberazione dei tre operatori sequestrati e poi rilasciati?
La trattativa è andata avanti nel senso che il governatore aveva posto una serie di condizioni, per noi inaccettabili: che la sicurezza fosse garantita da militari afgani, e avere l’ospedale circondato sarebbe stato non solo un filtro, ma ci avrebbe trasformati in un bersaglio perché le persone armate è normale che pensino di avere dei nemici ed è normale che rappresentino esse stesse un bersaglio. Queste condizioni le ha ritirate: quando ha parlato con i nostri rappresentanti dicendo che non metteva condizioni abbiamo detto: va bene allora possiamo riprendere a lavorare.

Ma cosa è accaduto negli ultimi giorni? Eravamo rimasti al comunicato di Emergency in cui si parlava di una contrapposizione netta fra il potere centrale, favorevole alla riapertura, e quello locale che poneva, appunto, degli ostacoli, delle condizioni.
C’era conflittualità. D’altra parte la cosa non deve sorprendere. Quando un Paese è sotto occupazione militare ci sono gli occupanti e gli occupati. Gli afgani sono gli occupati. Quindi non sorprende che nemmeno il presidente dell’Afghanistan abbia il potere di controllare il governatore di questa provincia. In un colloquio che abbiamo avuto nelle scorse ore con il consigliere della Sicurezza nazionale a Kabul ci è stato detto molto chiaramente: il governo afgano non ha potere e non controlla molte regioni del Paese, dove non conta e non decide niente. Lì decidono i militari della Coalizione.

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Agosto 3rd, 2010 at 1:30 am

Welcome-indietro non si torna. Inizia la campagna contro il respingimento dei migranti ai porti italiani e greci, e per il diritto d’asilo. Gino Strada a Venezia

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Giugno 22nd, 2010 at 1:15 am

PeaceReporter, intervista ai tre operatori liberati di Emergency

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Dal nostro inviato, Enrico Piovesana

Una lunga intervista con Marco Garatti, Matteo dall’Aira e Matteo Pagani, i tre operatori di Emergency liberati domenica scorsa. In esclusiva la ricostruzione della vicenda: il prelevamento, la prigionia, la liberazione.

VIDEO: IL PRELEVAMENTO

I tre raccontano all’inviato di PeaceReporter Enrico Piovesana il momento del prelevamento, specificando che erano stati allontanati in base a infomazioni che parlavano di “un gruppo di terroristi inseguiti dalla polizia che voleva entrare nell’ospedale di Emergency”.

VIDEO: LA PRIGIONIA

Nella lunga intervista i tre raccontano anche degli interrogatori subiti, delle condizioni della loro prigionia a Lashkar-gah e a Kabul

VIDEO: LA LIBERAZIONE

Nell’intervista viene ribadito che “i servizi segreti, i dirigenti della struttura, ci hanno più volte confermato che l’atto del rilascio è legato al fatto che non è stato trovato nulla contro di noi e contro Emergency e che la liberazione non è frutto di pressioni politiche, non di compromesso, ma della conclusione delle indagini”. Specificando che la stessa cosa è stata riferita anche alla rappresentanza diplomatica italiana.

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Aprile 26th, 2010 at 1:07 am

PeaceReporter, una guerra da 50 milioni al mese

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Febbraio 14th, 2010 at 10:46 pm

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PeaceReporter, il diritto negato

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PeaceReporter

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Dicembre 23rd, 2009 at 2:50 am

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Peace reporter e Emergency

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I soldi per armi e guerra: un pessimo investimento

Il filmato e disponibile da una collaborazione con Arcoiris Tv

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Ottobre 7th, 2009 at 2:13 pm