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Sud Sudan, MSF: “Numeri allarmanti di bambini con malaria all’ospedale di Aweil”
Sud Sudan, MSF: “Numeri allarmanti di bambini con malaria all’ospedale di Aweil”
400 bambini ricoverati solo a settembre con malaria grave
12 novembre 2024 – In Sud Sudan, è allarmante il numero di bambini affetti da malaria grave che sono stati ricoverati negli ultimi tre mesi all’ospedale di Aweil, struttura supportata dai team di Medici Senza Frontiere (MSF) nello stato di Northern Bahr el Ghazal. Dopo un primo aumento dei ricoveri a giugno, a settembre sono stati fino a 400 i bambini ricoverati nel reparto pediatrico per malaria grave – più del doppio rispetto al settembre dell’anno precedente – avverte MSF.
“Ogni anno, durante la stagione delle piogge, ad Aweil si registra un’impennata dei casi di malaria. Per questo motivo facciamo attività di prevenzione stagionale per decine di migliaia di bambini, apriamo centri di test e trattamento in modo che le persone possano essere rapidamente diagnosticate e ricevere cure, e creiamo un reparto per la malaria all’interno dell’ospedale con 72 posti letto. Tuttavia, quest’anno abbiamo affrontato una situazione eccezionale e l’ospedale è stato completamente sopraffatto” afferma Mamman Mustapha, capomissione di MSF in Sud Sudan. “Anche se a settembre abbiamo aumentato a 94 il numero di letti del reparto malaria, non è stato sufficiente per far fronte all’aumento dei ricoveri e molti pazienti sono stati curati nei corridoi. Solo nell’ultimo mese, abbiamo ricoverato ogni giorno in media 43 bambini affetti da forme gravi di malaria, molti dei quali hanno avuto bisogno di trasfusioni di sangue. Da settembre, abbiamo effettuato circa 14 trasfusioni di sangue per la malaria al giorno e un numero giornaliero medio di 140 bambini ricoverati. Sono statistiche terribili. Non dovrebbe accadere che così tanti bambini finiscano in ospedale con forme avanzate di malaria quando questa può essere facilmente curata in una clinica”.
Nord di Gaza, Chirurgo MSF: “È una catastrofe. Feriti ovunque nell’ospedale Kamal Adwan. Non riusciamo a raggiungere i feriti in strada”
23 ottobre 2024 – Di seguito la testimonianza del dottor Mohammed Obeid, chirurgo ortopedico di Medici Senza Frontiere (MSF), in azione all’ospedale di Kamal Adwan, a nord di Gaza. L’audio è qui.
“C’è morte dappertutto, di ogni tipo e forma, nell’ospedale di Kamal Adwan e nel nord di Gaza. I bombardamenti non cessano. L’artiglieria non si ferma. Gli aerei non si fermano. I bombardamenti sono pesanti e anche l’ospedale viene preso di mira. Sembra la scena di un film, sembra surreale.
Circa 5 giorni fa è stata colpita la mia casa. Hanno fatto saltare completamente il tetto e i serbatoi dell’acqua, ma noi eravamo al piano terra e solo una persona è rimasta ferita, grazie a Dio. Ci siamo allontanati da casa più di una volta, spostandoci in zone diverse, la mia famiglia e i miei vicini erano terrorizzati. Mi sono rifugiato nell’ospedale Kamal Adwan con mia moglie e i miei figli e ora lavoro qui, dove posso curare numerosi pazienti.
Non ci sono parole per descrivere la situazione dell’ospedale di Kamal Adwan: è disastrosa. L’ospedale è completamente sovraccarico. Ci sono feriti ovunque, fuori e dentro la struttura, e non abbiamo attrezzature mediche e chirurgiche per assisterli.
Le ambulanze non possono spostarsi. Non possiamo raggiungere i corpi delle persone rimaste uccise e non possiamo salvare i feriti che giacciono per strada. Molti di loro sono morti ancor prima di raggiungere l’ospedale e altri all’interno dell’ospedale, perché non siamo riusciti a curare le loro ferite.
Ci sono 30 persone morte all’interno dell’ospedale e circa 130 pazienti feriti che hanno bisogno di cure mediche urgenti. Il personale medico è esausto e molti sono rimasti anche feriti. Abbiamo perso la speranza. Non ho parole per descrivere quello a cui stiamo assistendo.
Chiediamo a tutti i paesi di chiedere la fine dell’assedio nel nord di Gaza che sta portando alla morte di così tante persone”.
Gaza, Deir el Balah: quasi 400 pazienti al giorno nell’ospedale da campo MSF
10.962 visite in 4 settimane, 40% sono bambini sotto i 14 anni
16 ottobre 2024 – L’ospedale da campo di Medici Senza Frontiere (MSF) a Deir el Balah, a Gaza, nelle sole prime quattro settimane di attività ha effettuato 10.962 visite ambulatoriali. Nel 40% dei casi i pazienti erano bambini sotto i 14 anni.
Il bisogno di cure mediche a Gaza è enorme e le équipe di MSF stanno ora ampliando le attività per includere il ricovero pediatrico. I team di MSF ricevono molti bambini con infezioni cutanee e respiratorie, conseguenza diretta delle pessime condizioni di vita nei campi sovraffollati e, con l’avvicinarsi dell’inverno, ci si aspetta un enorme numero di bambini gravemente malati che richiedono cure specialistiche.
“Curiamo bambini con malattie legate alle loro condizioni di vita, ma quando lasciano l’ospedale tornano nello stesso luogo in cui si sono ammalati. È un circolo vizioso che può migliorare solo con un cessate il fuoco” afferma Sakib Burza, direttore dell’ospedale di MSF.
Far arrivare a Gaza forniture mediche sufficienti per aprire le attività pediatriche è stato estremamente complicato. Le autorità israeliane devono urgentemente semplificare e accelerare le procedure amministrative per far entrare gli aiuti a Gaza, di cui la popolazione ha disperatamente bisogno.
MSF gestisce attualmente due ospedali da campo a Deir el Balah. Gli ospedali da campo non sono comunque una soluzione, bensì sono l’ultima risorsa in risposta allo smantellamento del sistema sanitario da parte di Israele. Quasi 100.000 persone sono state ferite dall’inizio della guerra, mentre solo 17 ospedali su 36 sono ancora parzialmente funzionanti.
Nord di Gaza: ucciso membro staff MSF dopo attacchi a Jabalia
Settimo collega MSF ucciso dall’inizio del conflitto
14 ottobre 2024– Medici Senza Frontiere (MSF) è inorridita dall’uccisione di un membro del suo staff, Nasser Hamdi Abdelatif Al Shalfouh, ucciso dalle ferite da schegge che ha riportato alle gambe e al petto l’8 ottobre a Jabalia, a nord di Gaza, dopo che l’area è stata oggetto di attacchi incessanti da parte delle forze israeliane e le persone sono rimaste intrappolate senza poter fuggire.
Dopo essere stato ferito, Nasser – 31 anni, che ha lavorato come autista per MSF fino all’inizio del conflitto – ha ricevuto le prime cure d’emergenza all’ospedale Al Awda, a Jabalia, nel nord di Gaza, ed è stato poi trasferito all’ospedale Kamal Adwan. Non ha potuto ricevere il livello di assistenza necessario a causa della mancanza di capacità dell’ospedale e del numero eccessivo di pazienti presenti nella struttura ed è morto per le ferite riportate il 10 ottobre all’ospedale Kamal Adwan.
Nasser è il settimo collega di MSF ucciso a Gaza dall’inizio della guerra. Questo spargimento di sangue deve finire. Per oltre un anno, le forze israeliane hanno sistematicamente smantellato il sistema sanitario di Gaza, impedendo l’accesso alle cure salvavita per le persone. Allo stesso tempo, le evacuazioni mediche sono diventate estremamente difficili, soprattutto nel nord che è stato in gran parte tagliato fuori dal resto di Gaza, rendendo ancora più difficile l’accesso alle cure.
MSF condanna fermamente l’uccisione di un membro del suo staff e chiede ancora una volta il rispetto e la protezione dei civili.
Congo, Rapporto MSF: Ogni ora curate più di 2 vittime di violenza sessuale. È il numero più alto mai registrato nel paese
1° ottobre 2024 – In Repubblica Democratica del Congo (RDC), Medici Senza Frontiere (MSF) e il ministero della salute hanno assistito in un anno 25.166 (più di 2 persone ogni ora) vittime di violenza sessuale, il dato più alto mai registrato nel paese e la cui tendenza nel 2024 è già in netto peggioramento. È quanto emerge dal rapporto internazionale di MSF “Chiediamo aiuto” (PDF in inglese), che indica come il 98% delle vittime sono donne e ragazze, 1 sopravvissuto a violenza su 10 è minorenne e il 91% è concentrato nel Nord Kivu.
MSF chiede a tutti gli attori nazionali e internazionali di intervenire con urgenza per prevenire questo fenomeno e migliorare l’assistenza ai sopravvissuti.
“Due terzi dei nostri pazienti sono stati attaccati con le armi” afferma Christopher Mambula, responsabile dei programmi di MSF nella RDC. “Queste aggressioni sono avvenute nei campi per sfollati o nelle aree circostanti. Donne e ragazze venivano assalite quando uscivano per procurarsi legna o acqua o per lavorare nei campi”.
Alto tasso violenza tra donne sfollate
Il rapporto è il risultato dei dati raccolti in 17 progetti avviati da MSF a sostegno del ministero della salute in 5 province congolesi (Nord Kivu, Sud Kivu, Ituri, Maniema, Kasai centrale). Dal 2020 al 2022, i team di MSF hanno curato in media ogni anno 10.000 vittime, mentre nel 2023 il rapporto evidenzia l’aumento massiccio delle persone assistite (25.166). Nel 2024 il trend ha subito un’ulteriore accelerazione: solo nella provincia del Nord Kivu, tra gennaio e maggio, MSF ha assistito 17.363 persone vittime di violenza sessuale, il 69% dei casi trattati nel 2023 in 5 province.
Sud Sudan: MSF sospende le attività mediche a Yei in seguito a un attacco contro lo staff
24 settembre 2024 – Medici Senza Frontiere (MSF) ha dovuto sospendere temporaneamente le attività di mediche a Yei, nello Stato dell’Equatoria Centrale in Sud Sudan, a causa di un grave incidente di sicurezza che ha coinvolto lo staff di MSF e di altre organizzazioni avvenuto venerdì 20 settembre. MSF condanna fermamente questa aggressione contro operatori sanitari in un’area dove le persone hanno già enormi difficoltà di accesso ai servizi sanitari.
“Siamo profondamente scioccati da questo inaccettabile atto di violenza contro l’assistenza umanitaria neutrale e indipendente alle comunità bisognose della zona” afferma Iqbal Huda, capo missione di MSF in Sud Sudan. “A causa di questo grave incidente, i nostri spostamenti e attività per le comunità di Yei e Morobo sono state sospese finché non avremo garanzie concrete che i servizi medici e umanitari e le attività salvavita possano continuare senza ostacoli nell’area”.
Intorno alle 15.00 di venerdì scorso, due veicoli di MSF chiaramente contrassegnati stavano tornando nella città di Yei dopo un’attività sul territorio, quando lungo la strada uomini armati hanno costretto lo staff di MSF ad uscire dai veicoli con la minaccia delle armi mentre li derubavano dei loro oggetti personali e appartenenti all’organizzazione. Gli uomini armati hanno poi portato con la forza un membro dello staff di MSF e di un’organizzazione partner nella boscaglia, lasciando che gli altri due membri dello staff di MSF -gli autisti- procedessero con le loro vetture.
Anche se i due membri dello staff rapiti sono stati rilasciati in sicurezza 24 ore dopo, questa è la terza aggressione contro organizzazioni umanitarie avvenuto negli ultimi tre mesi a Yei, a dimostrazione di un attacco sistematico all’azione medico umanitaria.
– COMUNICATO STAMPA MEDICI SENZA FRONTIERE – Russia: MSF chiude operazioni nel paese dopo oltre 30 anni di attività
– COMUNICATO STAMPA MEDICI SENZA FRONTIERE –
Russia: MSF chiude operazioni nel paese dopo oltre 30 anni di attività
16 settembre 2024 – Dopo 32 anni di attività nella Federazione Russa, Medici Senza Frontiere (MSF) ha dovuto chiudere le sue operazioni nel paese dopo che lo scorso agosto ha ricevuto una lettera dal Ministero della giustizia russo con la decisione di ritirare l’ufficio di MSF (centro operativo di Amsterdam) in Russia dal registro degli uffici affiliati e di rappresentanza delle ONG straniere.
“È con molto dispiacere che siamo costretti a chiudere le nostre attività nella Federazione Russa” afferma Yashovardhan, responsabile dei programmi di MSF in Russia. “Il lavoro della nostra organizzazione è guidato dai principi di indipendenza, imparzialità e neutralità e dall’etica medica, forniamo assistenza in base ai bisogni”.
MSF è presente in Russia dal 1992 e per oltre 30 anni ha svolto con successo decine di progetti, dall’assistenza ai senzatetto agli interventi di emergenza, fino alla collaborazione con il Ministero della Salute per il trattamento innovativo della tubercolosi. Abbiamo lavorato in diverse regioni del paese: da Mosca a San Pietroburgo, nella regione di Kemerovo, in Cecenia, Inguscezia, Daghestan e più recentemente nelle regioni di Arkhangelsk e Ivanovo, nonché nel sud della Russia a Belgorod e Rostov-on-Don.
– COMUNICATO STAMPA MEDICI SENZA FRONTIERE – Nigeria nord-ovest, MSF: “1 bambino su 4 è malnutrito”
Nigeria nord-ovest, MSF: “1 bambino su 4 è malnutrito”
Screening MSF su 97mila bambini rivela crisi nutrizionale catastrofica
13 settembre 2024 – Un bambino su 4 sotto i 5 anni è malnutrito nelle aree di Shinkafi e Zurmi, nello stato di Zamfara, in Nigeria. È il risultato di uno screening di massa condotto a giugno da Medici Senza Frontiere (MSF) e dal ministero della Sanità, che rivela come i tassi di malnutrizione siano oltre il livello critico stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Dopo l’allarme lanciato mesi fa, MSF esorta le autorità sanitarie, le organizzazioni internazionali e i donatori a intensificare immediatamente gli sforzi per affrontare la crescente crisi di malnutrizione nello stato di Zamfara e in tutto il nord-ovest della Nigeria, una regione ancora non inclusa nel Piano di risposta umanitaria delle Nazioni Unite.
Su oltre 97mila bambini visitati in 21 diverse località urbane e rurali, il 27% è affetto da malnutrizione acuta e il 5% da malnutrizione acuta grave, inoltre le scorte di cibo terapeutico pronto all’uso (RUTF) per trattare questi bambini sono esaurite, poiché l’UNICEF ha interrotto le forniture all’inizio dell’anno.
La mancanza di una risposta umanitaria efficace rischia di far peggiorare lo stato dei bambini malnutriti, che in assenza di cure tempestive, andranno incontro a una malnutrizione acuta grave, mettendo a rischio la propria vita e la propria salute.
Ucraina, MSF: “Pazienti trasferiti in ambulanza aumentati del 30%, continua l’impatto della guerra sulla popolazione”
8.000 pazienti trasferiti in sette mesi, 15% in ambulanze con terapia intensiva, 120.000 km al mese
3 settembre 2024 – In Ucraina, sono oltre 8.000 i pazienti trasportati dalle ambulanze di Medici Senza Frontiere (MSF) nei primi sette mesi dell’anno per essere trasferiti dalle strutture sanitarie in aree vicine alle linee del fronte verso ospedali più attrezzati per i loro bisogni medici e meno sovraccarichi. Rispetto ai sei mesi precedenti si è registrato un aumento del 30%, un dato che evidenzia l’allarmante e continuo impatto della guerra sulla popolazione, avverte MSF.
Più della metà dei pazienti presentava ustioni, ferite provocate da esplosioni o direttamente causate dai combattimenti e più del 15% dei pazienti trasportati quest’anno erano così gravi da richiedere il trasferimento in ambulanze appositamente attrezzate per la terapia intensiva. Tra questi 38 erano bambini, il più piccolo di soli 3 anni.
“Abbiamo bisogno di ambulanze attrezzate con la terapia intensiva per trasportare pazienti con lesioni gravi e problemi respiratori, come traumi cranici, ustioni, fratture multiple e danni agli organi interni. Questi pazienti hanno bisogno di ossigeno e di attrezzature come ventilatori” dichiara Maksym Zharikov, vicecoordinatore medico di MSF in Ucraina. “Il 60% dei pazienti che trasportiamo presenta ferite di guerra come traumi cranici, lesioni al tronco e agli arti, ai tessuti molli ed emorragie massive”.
MSF 00 giorni di guerra in Sudan: Risposta umanitaria fallimentare, mentre i bisogni medici aumentano
27 agosto 2024 – Oggi ricorrono 500 giorni dall’inizio della guerra in Sudan che ha scatenato la peggiore crisi umanitaria mai affrontata da questo paese. È vergognoso che le organizzazioni internazionali e i donatori non siano riusciti in oltre 16 mesi a fornire una risposta adeguata ai crescenti bisogni medici della popolazione, dalla terribile malnutrizione infantile alla diffusione di epidemie. Le pesanti restrizioni imposte da entrambe le parti in conflitto hanno limitato drasticamente le capacità di fornire gli aiuti necessari, afferma Medici Senza Frontiere (MSF).
I combattimenti tra le Forze di Supporto Rapido (RSF) e le Forze Armate Sudanesi (SAF), cominciati nella capitale Khartoum il 15 aprile 2023, si sono estesi in molte altre zone del paese, scatenando una crisi umanitaria senza precedenti. Il conflitto ha provocato decine di migliaia di morti e feriti. Tra aprile 2023 e giugno 2024, MSF ha curato 11.985 feriti di guerra negli ospedali supportati dall’organizzazione.
La violenza in Sudan ha dato origine alla più grave crisi di sfollati al mondo: secondo le Nazioni Unite, oltre 10 milioni di persone, ovvero 1 persona su 5 in Sudan, sono state costrette a fuggire dalle proprie case, andando incontro a numerosi spostamenti.
Nel frattempo, le soluzioni politiche alla crisi vacillano e la malnutrizione aumenta a causa dell’inflazione dei generi alimentari e della mancanza di forniture umanitarie. Oltre alla situazione disastrosa dcampo di Zamzam, nel Darfur settentrionale, i centri di alimentazione terapeutica di MSF in altre aree del Darfur, come El Geneina, Nyala e Rokero, sono pieni di pazienti, e lo stesso vale per i campi per sfollati nel Ciad orientale. Dall’inizio della guerra fino a giugno 2024, i team di MSF hanno curato 34.751 bambini con malnutrizione acuta.
“Oggi i bambini muoiono di malnutrizione in tutto il Sudan. Gli aiuti di cui hanno urgente bisogno arrivano a malapena e, quando arrivano, vengono spesso bloccati” afferma Tuna Turkmen, coordinatore delle emergenze di MSF in Darfur. “A luglio, per esempio, i camion con le forniture di MSF sono stati bloccati in due diverse località del Darfur prima di poter giungere a destinazione. Due camion sono stati trattenuti dalle RSF e uno è stato sequestrato da uomini armati non identificati”.
La situazione è critica anche nel Sudan orientale e centrale. “A sud di Khartoum, il blocco di forniture mediche e di personale internazionale diretto negli ospedali è durato diversi mesi. Sta diventando sempre più difficile fornire ai nostri pazienti l’assistenza medica di cui hanno bisogno, compresa quella per le donne in gravidanza e di pronto soccorso” dichiara Claire San Filippo, coordinatrice delle emergenze di MSF in Sudan.
MSF-Ebola: Vaccinazione durante epidemia riduce dell’84% il rischio di contrarre il virus
22 agosto 2024 – Pubblicato su Lancet Infectious Disease, un nuovo studio rivela che dopo 10 giorni dalla vaccinazione il rischio di essere infettati con il virus Ebola si riduce dell’84% nelle persone vaccinate rispetto a quelle non immunizzate. Lo studio ha analizzato i dati raccolti durante la più grande epidemia registrata nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) tra il 2018 e il 2020 in cui sono stati registrati 3.470 casi e 2.287 decessi.
L’indagine è stata condotta da Epicentre, centro di ricerca epidemiologica di Medici Senza Frontiere (MSF), in collaborazione con l’Institut National de Recherche Biomédicale (INRB) e il Ministero della Salute pubblica della RDC. Lo studio, finanziato da MSF, si è concentrato sul vaccino rVSVΔG-ZEBOV-GP, l’unico contro Ebola raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per le persone ad alto rischio di contrarre il virus durante un’epidemia.
“I risultati dissipano le incertezze sulla reale efficacia del vaccino: è il primo studio pubblicato che valuta l’efficacia del vaccino rVSVΔG-ZEBOV-GP al di fuori di una sperimentazione clinica. È stato condotto durante la seconda più grande epidemia di Ebola mai registrata” afferma Sophie Meakin, epidemiologa di MSF.
Somministrato in una singola dose, il vaccino è utilizzato per la vaccinazione ad anello delle persone ad alto rischio di esposizione durante le epidemie. Questa strategia prevede la vaccinazione dei contatti (le persone che hanno avuto un contatto con un individuo infetto da virus Ebola), i contatti dei contatti, gli operatori sanitari e gli operatori in prima linea. Durante l’epidemia di Ebola 2018-2020 nella RDC, la vaccinazione è iniziata nell’agosto 2018 e sono state vaccinate oltre 300.000 persone.
Mpox in Congo, MSF: “Bambini sotto i 15 anni tra i più colpiti, servono subito i vaccini”
16 agosto 2024 – La disponibilità estremamente limitata di vaccini contro Mpox in Repubblica Democratica del Congo (RDC) ha ridotto drasticamente l’efficacia del piano nazionale di vaccinazione contro questo virus, avverte Medici Senza Frontiere (MSF) i cui team stanno rispondendo a questa nuova emergenza.
“Senza i vaccini migliaia di persone, compresi i bambini sotto i 15 anni, tra i più colpiti dal virus (rappresentano il 56% dei casi e il 79% dei decessi per Mpox nel 2024 in Repubblica Democratica del Congo), potrebbero rimanere senza protezione. Con l’epidemia che continua a evolversi rapidamente, occorre compiere ogni passo necessario per far arrivare subito i vaccini a chiunque ne abbia bisogno” dichiara il dottor Justin B. Eyong, epidemiologo di Medici Senza Frontiere (MSF) in RDC.
Da metà giugno a inizio agosto le strutture supportate da MSF in RDC hanno assistito 1.159 pazienti. Di questi, 431 erano casi gravi, mentre 728 pazienti sono stati assistiti a livello ambulatoriale. Sono state, inoltre, 6.376 le sessioni di sensibilizzazione organizzate dai team di MSF per evitare la diffusione del virus. Più di 1.530 persone contagiate sono attualmente seguite a domicilio.
Gaza, MSF: “Complesso ospedaliero di Al Aqsa colpito per la terza volta”
Gaza, MSF: “Complesso ospedaliero di Al Aqsa colpito per la terza volta”
Cinque persone uccise, diciotto ferite
5 agosto 2024 – Alcuni attacchi a Deir-al-Balah hanno colpito ieri le tende della popolazione sfollata nel complesso ospedaliero dell’ospedale di Al Aqsa, supportato da Medici Senza Frontiere (MSF). Cinque persone sono state uccise e diciotto ferite, secondo il Ministero della salute.
Da marzo, il complesso dell’ospedale Al Aqsa è stato colpito tre volte, ogni volta ferendo e uccidendo persone. Il 31 marzo un attacco israeliano ha colpito il cortile dell’ospedale, mentre il 22 luglio un altro attacco ha colpito l’area vicino all’ingresso principale del pronto soccorso.
Al-Aqsa è un ospedale funzionante, la cui posizione è stata riconosciuta da tutte le parti in conflitto e qualsiasi combattimento, bombardamento o attacco nei dintorni o nell’area dell’ospedale sono inaccettabili. MSF chiede a tutte le parti in conflitto di rispettare l’integrità dell’ospedale e dei suoi dintorni e di garantire un accesso sicuro ai pazienti e al personale medico.
Gaza, MSF: “Ieri nuovo grande afflusso di oltre cento feriti al Nasser Hospital. Un’ambulanza ogni due minuti. Situazione catastrofica”
23 luglio 2024 – Ieri mattina dopo diversi violenti attacchi a Khan Younis, secondo il Ministero della Sanità, l’ospedale Nasser nel sud di Gaza è stato nuovamente sopraffatto dall’arrivo di oltre un centinaio di feriti. L’ospedale è costantemente sotto pressione perchè la violenza nel sud di Gaza continua senza sosta con persone uccise, ferite, mutilate.
“La situazione all’ospedale Nasser è catastrofica e l’afflusso di pazienti non si è fermato per tutto il giorno” afferma Ahmad Abu Warda, responsabile delle attività mediche di MSF all’ospedale Nasser. “Sono arrivate intere famiglie: morte o ferite. Abbiamo cercato di dare priorità a chi doveva andare in sala operatoria”.
L’ospedale ha raggiunto la piena capacità: tutti i letti sono occupati e i pazienti sono stati spesso costretti a condividere i letti. I team di MSF riferiscono che l’ospedale ha chiesto alle persone di donare il sangue, poiché le scorte di sangue stanno finendo.
“Arrivavano ambulanze ogni due minuti al pronto soccorso. Bambini, donne e molti anziani, e abbiamo visto almeno un paramedico tra i feriti” dice Pascale Coissard, coordinatrice dell’emergenza di MSF a Gaza.
Ogni afflusso di pazienti feriti dopo attacchi e combattimenti prosciuga le scorte mediche per maternità, traumi, ustioni e altri servizi sanitari. Le èquipe di MSF stanno cercando di soddisfare i bisogni medici, ma con scorte e risorse insufficienti in una situazione così caotica, salvare vite è diventato estremamente difficile.
Qui video testimonianza di Javid Abdelmoneim, responsabile medico di MSF al Nasser Hospital (VIDEO IN INGLESE):
“Ieri al Nasser l’afflusso di massa di pazienti è stato continuo per tutto il giorno. Arrivavano costantemente pazienti feriti. Una situazione che sta mettendo a dura prova il nostro staff. Anche i miei stessi colleghi vivono nella zona evacuata e oggi erano in lacrime. Non è rimasto nient’altro oltre al Nasser.
Medici Senza Frontiere, “Questo Natale, segui il consiglio del medico”
SIRIA, RAPPORTO MSF: Civili e ospedali sotto attacco, 1 su 3 vittime sono donne o bambini
Cari tutti,
in una conferenza stampa oggi a Ginevra, la presidente internazionale MSF Joanne Liu ha dato dettagli sull’attacco contro l’ospedale di Maarat al-Numan e ha diffuso un nuovo rapporto sui morti e feriti di guerra nelle strutture sanitarie supportate da MSF in Siria nel 2015.
I numeri sono sconcertanti: 63 strutture sono state attaccate 94 volte, 12 sono state completamente distrutte, 23 medici sono stati uccisi e 58 feriti. Solo nelle 70 strutture monitorate nel rapporto, sono 154.647 i feriti e 7.009 le vittime di guerra, di cui il 30-40% donne e bambini, chiaro indicatore dell’impatto del conflitto sui civili. Ed è solo una fotografia parziale di quanto accade nel resto del paese, dove il bilancio è certamente più grave.
Aggiornamento Siria: Almeno sette morti nell’attacco all’ospedale, altri otto mancano all’appello
SIRIA: Almeno sette morti nell’attacco all’ospedale supportato da MSF,
altri otto mancano all’appello
Gaziantep/Roma, 15 febbraio 2016 – Almeno sette persone sono state uccise e almeno altre otto mancano ancora all’appello e si presume siano morte, dopo che un ospedale supportato da Medici Senza Frontiere (MSF) nella provincia di Idlib, in Siria settentrionale, è stato distrutto da un attacco questa mattina.
L’ospedale di Ma’arat Al Numan è stato colpito da quattro missili in due attacchi a pochi minuti di distanza l’uno dall’altro, secondo la testimonianza dello staff dell’ospedale. Tra le vittime ci sono cinque pazienti, un familiare e un guardiano dell’ospedale, mentre otto membri dello staff mancano all’appello e si presume siano rimasti uccisi. Anche di altri pazienti non si hanno notizie ma al momento non se ne conosce il numero. Nell’area sono state colpite anche altre 15 case e strutture situate in zone densamente popolate, tra cui sembra esserci un altro ospedale non supportato da MSF.
“La distruzione dell’ospedale supportato da MSF sembra essere un attacco deliberato contro una struttura sanitaria” denuncia Massimiliano Rebaudengo, capomissione di MSF. “La distruzione dell’ospedale lascia una popolazione locale di circa 40.000 persone senza alcun accesso all’assistenza medica in una zona in pieno conflitto.”
L’ospedale di Ma’arat Al Numan, da 30 posti letto, aveva due sale operatorie, un ambulatorio e un pronto soccorso e vi lavoravano 54 persone. L’ambulatorio visitava circa 1.500 persone al mese, al pronto soccorso erano registrati una media di 1.100 ingressi al mese, mentre nelle sale operatorie erano effettuate circa 140 operazioni al mese, principalmente di chirurgia ortopedica e generale.
MSF supportava l’ospedale dal settembre 2015, coprendo tutte le esigenze della struttura, compresa la fornitura di materiale sanitario e i costi di gestione.
Nel dicembre 2015, si era reso necessario il trasferimento dell’ospedale dalla posizione che occupava in precedenza a quella attuale a causa di tre attacchi subiti. MSF aveva sostenuto il rifacimento della struttura.
Sempre stamattina si sono intensificati i combattimenti anche nel distretto di Azaz, a circa 100 km di distanza da Ma’arat Al Numan, con attacchi contro altri ospedali non supportati da MSF. Un ospedale materno infantile (non supportato da MSF) bombardato nella città di Azaz sta organizzando il trasferimento della sua sala operatoria pediatrica presso l’ospedale di Al Salamah di MSF, che ha già ricevuto 10 feriti di guerra.
SIRIA: sistema sanitario al collasso nel distretto di Azaz devastato dalla guerra
Al confine turco-siriano crisi umanitaria per decine di migliaia in fuga
Gaziantep (Turchia)/Roma, 10 febbraio 2016 – Mentre i pesanti combattimenti nel distretto di Azaz, in Siria settentrionale, causano lo sfollamento di altre decine di migliaia di persone, il già devastato sistema sanitario è vicino al collasso e ogni intensificarsi dei combattimenti renderà ancora più grave la crisi umanitaria in atto nell’area. È l’allarme lanciato oggi da Medici Senza Frontiere (MSF).
Le ultime stime parlano di 30.000 nuovi arrivi nelle aree al confine con la Turchia, dove sempre più persone stanno cercando riparo. La maggior parte di loro vive al di fuori dei campi rifugiati esistenti, che ospitano già decine di migliaia di persone sfollate in precedenza a causa del conflitto. Nel frattempo, i combattimenti continuano a colpire un sistema sanitario già devastato: nelle ultime due settimane diversi ospedali e piccoli centri sanitari hanno subito bombardamenti aerei ad Azaz e nelle aree rurali intorno ad Aleppo, tra cui almeno tre ospedali supportati da MSF.
Libia, Medici Senza Frontiere chiede il rispetto delle strutture mediche a Sirte
Misurata/Roma – L’organizzazione internazionale medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF) fa appello oggi a tutte le parti in Libia per chiedere di fermare immediatamente gli attacchi e le intrusioni nelle strutture mediche della città di Sirte. Tutti i pazienti feriti devono avere accesso all’assistenza e essere nelle condizioni di ricevere le cure necessarie senza discriminazioni e senza paura di rappresaglie.
L’ospedale Ibn Sina di Sirte ha sostenuto il peso maggiore dei combattimenti. La scorsa settimana, le équipe di MSF basate a Misurata sono riuscite a raggiungere Sirte per valutare i danni subiti dall’ospedale.
“L’ospedale Ibn Sina è stato attaccato”, dichiara Barbara Frederick, coordinatrice per l’emergenza. “Un’esplosione ha distrutto una sala operatoria e la maggior parte delle finestre sono state danneggiate. Come conseguenza degli scontri della scorsa settimana, i pazienti sono stati spostati nell’ingresso”.
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“Fame di denuncia: perché il cibo non basta”
Medici Senza Frontiere organizza un dibattito in Senato sulla malnutrizione
Aula della Commissione Difesa, via degli Staderari, 4 – Giovedì 13 ottobre alle 14.30
In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione che ci celebra domenica 16 ottobre, è in programma un incontro sul tema della malnutrizione dal titolo “Fame di denuncia: perché il cibo non basta”, promosso da Medici Senza Frontiere in collaborazione con la Commissione Straordinaria Diritti Umani del Senato e la Comunità di Sant’Egidio/Progetto Dream.
Intervengono:
– Sen. Massimo Livi Bacci, Commissione per la Promozione e la Tutela dei Diritti Umani del Senato
– Unni Karunakara, Presidente di Medici Senza Frontiere Internazionale
– Michelangelo Bartolo, Coordinatore Progetto Dream Comunità di Sant’Egidio
– Amir Mahmoud Abdulla, Deputy Executive Director WFP
– Florence Egal, Nutrition Division FAO
– Stefano Taliani, Ministero Affari Esteri, Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo
Modera:
Francesco Marabotto, Caporedattore Agenzia ANSA – Settore Sanità
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Medici Senza Frontiere: Lotta alla malnutrizione: a Roma il “Centro nutrizione” di MSF (presentazione: lunedì 10 ore 11.30) in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione
Giornata Mondiale dell’Alimentazione (16 ottobre)
Lotta alla malnutrizione: a Roma il “Centro nutrizione” di MSF
In occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione che ci celebra domenica 16 ottobre, Medici Senza Frontiere (MSF) porta a Roma l’iniziativa: “Un Centro nutrizione in città – Quando il cibo non basta”
Presentazione : Lunedì 10 ottobre ore 11:30 presso il “Centro Nutrizione” (Giardini Nicola Calipari) Piazza Vittorio Emanuele II, Roma
Nel cuore di Roma, in Piazza Vittorio Emanuele II (Giardini Nicola Calipari), MSF allestisce dal 10 al 17 ottobre un vero e proprio Centro nutrizione, simile a quelli che MSF utilizza nei contesti in cui opera. Con il progetto “Un Centro nutrizione in città – Quando il cibo non basta” l’organizzazione, che quest’anno compie 40 anni di vita, punta a sensibilizzare l’opinione pubblica – a cominciare dagli studenti delle scuole secondarie di secondo livello – sulla malnutrizione e sulle nuove strategie di cura per combattere un male che ogni anno colpisce 195 milioni di bambini.
Medici Senza Frontiere al Festival “Internazionale a Ferrara” 30 settembre, 1 e 2 ottobre 2011
Dibattiti, mostre fotografiche, libri per il 40° anniversario di MSF
Roma, 23 settembre 2011 – Medici Senza Frontiere (MSF) per il terzo anno partecipa in qualità di partner al Festival “Internazionale a Ferrara” (da venerdì 30 settembre a domenica 2 ottobre), organizzato dalla rivista Internazionale e dal Comune di Ferrara. L’edizione di quest’anno coincide con il quarantesimo anniversario della fondazione di MSF (1971-2011) . Per questa ragione MSF, oltre a numerosi dibattiti e incontri di alto livello sull’azione umanitaria, propone una sezione “Speciale 40 anni” con un “Centro Nutrizione in città” e la mostra fotografica che ripercorre i 40 anni di storia dell’organizzazione. Nel “Centro Nutrizione”, struttura di 90 metri quadrati ispirata a quelle utilizzate nelle proprie missioni, i visitatori possono toccare con mano il problema della malnutrizione infantile, con il supporto degli operatori umanitari e di alcuni video realizzati dall’Agenzia VII Photo, parte della campagna di MSF “Starved for Attention – quando il cibo non basta”.
“Quest’anno è particolarmente significativo essere presenti al Festival di Internazionale a Ferrara, una cornice di enorme sensibilità e confronto verso tutto ciò che accade negli angoli più remoti del mondo. Una nuova occasione per riflettere sulle complesse dinamiche dell’azione umanitaria che affrontiamo quotidianamente da oltre 40 anni attraverso dibattiti che vanno dall’Afghanistan a Lampedusa; mostre fotografiche che ci raccontano le condizioni di vita all’interno del più grande campo rifugiati al mondo e quelle di chi è costretto a vivere nelle bidonville; presentazioni per conoscere chi sono gli operatori di MSF al di là della retorica e iniziative per sostenere l’organizzazione come l’asta di opere prodotte da illustratori internazionali. Per l’occasione abbiamo portato a Ferrara l’iniziativa “Un centro nutrizione in città: quando il cibo non basta” per mostrare come la malnutrizione oggi si possa sconfiggere.”, dichiara Sergio Cecchini, Direttore della Comunicazione di MSF Italia.
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Yemen: Medici Senza Frontiere sospende le proprie attività mediche nel governatorato di Saada
L’organizzazione ha dovuto interrompere il lavoro negli ospedali di Al Talh e Razeh, a seguito delle nuove regole imposte dalle autorità locali per le attività umanitarie nella regione.
Sana’a/Roma, 29 settembre 2011 – L’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF) ha dovuto sospendere le proprie attività nel governatorato di Saada il giorno 26 settembre.
Il 15 settembre scorso, il Consiglio Esecutivo che si occupa degli affari umanitari a Saada ha annunciato le nuove condizioni che tutte le organizzazioni umanitarie e non governative devono rispettare per lavorare nella regione. Queste condizioni includono, tra le altre, l’interruzione di qualsiasi valutazione indipendente dei bisogni medici all’interno del governatorato, la messa al bando delle attività di supervisione da parte del personale internazionale e l’obbligo di rimpiazzare il personale del Ministero della Salute che lavora con MSF con personale proposto dal Consiglio Esecutivo.
Medici Senza Frontiere – LIBIA: Tripoli, centinaia di migranti bloccati hanno bisogno di assistenza e protezione – In arrivo un’imbarcazione con 10 tonnellate di materiale medico e logistico di MSF
Tripoli/Roma 30 agosto 2011 – Centinaia di migranti e rifugiati a Tripoli vivono in condizioni terribili, senza adeguata assistenza medica e senza alcuna sicurezza. L’organizzazione internazionale medico-umanitaria Medici Senza frontiere (MSF) ha iniziato a fornire assistenza sanitaria di base a due comunità di sfollati di origine straniera che hanno bisogno di urgente protezione e assistenza.
Una comunità di circa 1000 rifugiati e migranti vive all’interno e nei pressi di alcune imbarcazioni presenti in una base militare abbandonata a Tripoli, mentre un altro gruppo di 200 persone ha trovato rifugio in una fattoria da quando sono scoppiati i combattimenti nella zona sud di Tripoli.
“Molte di queste persone erano già fuggite dai combattimenti nei loro paesi d’origine, come la Somalia, il Sudan e altri paesi africani”, dichiara Simon Burroughs, coordinatore dell’emergenza per MSF a Tripoli. “Alcune persone sono venute in questi campi di fortuna per trovare un modo per raggiungere l’Europa in barca, mentre altre ci sono venute per cercare rifugio e fuggire dai combattimenti in corso a Tripoli. Ma sono tutti intrappolati senza un posto in cui andare”.
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Bahrein, MSF condanna l’assalto al proprio ufficio e la detenzione di un membro dello staff
Roma, 3 agosto 2011 – L’organizzazione medico-umanitaria Medici Senza Frontiere (MSF), condanna oggi il violento assalto armato alle proprie strutture in Bahrein e la successiva detenzione di un membro del proprio staff.
Il 28 luglio le forze di sicurezza hanno compiuto una violenta irruzione nelle strutture di MSF a Manama, danneggiando l’ufficio e confiscando le attrezzature, compresi i materiali medici e le forniture; in quella occasione è stato, inoltre, arrestato un operatore locale di MSF , Saeed Mahdi, che lavora per l’organizzazione come interprete e autista.
Da quando sono cominciate le dimostrazioni in Bahrein, a febbraio, MSF ha visitato circa 200 fra feriti e persone malate che non si recavano nelle strutture sanitarie temendo l’arresto con l’accusa di un presunto coinvolgimento nelle proteste. L’équipe di MSF ha visitato numerosi pazienti nei villaggi di tutto il paese che avevano rifiutato il ricovero urgente in ospedale a causa dell’alto rischio di venire arrestati, e ne ha visitati anche altri che erano stati violentemente malmenati in carcere.
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