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Archive for the ‘Medici senza frontiere’ tag

Medici senza Frontiere, terremoto a Haiti – aggiornamento sulla situazione e sulle attività di MSF

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Medici Senza Frontiere (MSF) incontra i giornalisti per un aggiornamento sulla drammatica
situazione a Haiti in seguito al terremoto.

Giovedì 14 gennaio 2010, ore 14.30
Presso la sede di Medici Senza Frontiere
Via Volturno 58,  3° piano
Roma

Intervengono:

– Kostas Moschochoritis, direttore generale di MSF Italia
– Barbara Maccagno, coordinatore medico dei progetti di MSF a Haiti

Si prega di confermare la partecipazione allo 06.44.86.921

Per informazioni:
Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere 06.44.86.921 – 349.81.32.110 – 335.84.89.761

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Gennaio 13th, 2010 at 7:01 pm

Terremoto a Haiti – MSF lancia una raccolta di fondi straordinaria

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Medici Senza Frontiere (MSF) lancia una raccolta fondi straordinaria per potere continuare a soccorrere le vittime del devastante terremoto che ha colpito Haiti.

I fondi raccolti verranno utilizzati sia per rispondere all’emergenza in corso, sia per i progetti ordinari di assistenza medica una volta che sarà terminata la fase di emergenza. MSF lavora a Haiti dal 1991.

Per contribuire all’azione di soccorso di MSF a Haiti:

•        carta di credito telefonando al numero verde 800.99.66.55 oppure allo 06.44.86.92.25
•        bonifico bancario IBAN IT58D0501803200000000115000
•        conto corrente postale 87486007 intestato a Medici Senza Frontiere onlus causale Terremoto Haiti
•        on line sul sito www.medicisenzafrontiere.it

Terremoto a Haiti – aggiornamento sulle attività di Medici Senza Frontiere (13 gennaio 2009)

Un terremoto di magnitudo 7.0 ha colpito ieri Haiti – l’epicentro è stato a 15 chilometri a sud-ovest della capitale, Port-au-Prince. Le equipe di Medici Senza Frontiere (MSF) sul terreno hanno constatato danni significativi alle proprie strutture mediche, dove pazienti e operatori sanitari sono rimasti feriti e dove stanno giungendo i feriti.
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Gennaio 13th, 2010 at 2:59 pm

Medici senza Frontiere, immigrati stagionali: abbandono e sfruttamento in Sud Italia

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Roma, 12 gennaio 2010 – Dopo i recenti fatti di Rosarno in Calabria, che hanno posto la situazione degli immigrati stagionali al centro dell’attenzione,  Medici Senza Frontiere (MSF) denuncia il continuo stato di abbandono e lo sfruttamento di questa popolazione in Italia meridionale.

I siti in cui gli immigrati stagionali vivevano nella Piana di Gioia Tauro sono ora totalmente vuoti, dopo le violenze. La maggior parte delle persone sono state portate dalle autorità nei Centri per immigrati di altre città italiane (Bari e Crotone), abbandonando le proprie cose negli edifici in cui vivevano. “Alcune persone non erano convinte di andarsene, perchè non avevano ancora ricevuto la paga per le giornate di lavoro compiute, altre temevano di essere detenute o deportate. Ma gli immigrati erano così spaventati da non aver altra scelta che quella di andarsene”, racconta Alessandra Tramontano, coordinatore medico dei progetti sull’immigrazione di MSF Italia. MSF ha anche visitato i sette immigrati che sono stati ricoverati negli ospedali locali dopo essere stati vittima degli attacchi.

I recenti episodi di violenza e di ostilità sono un sintomo estremo del perenne abbandono in cui versano gli immigrati impiegati come stagionali in Sud Italia”, dice Loris De Filippi, responsabile dei progetti di MSF Italia. “Costituiscono una forza lavoro cruciale nell’agricoltura italiana e al contempo sono facili prede dello sfruttamento.
Gli immigrati stagionali impiegati in agricoltura in molte regione dell’Italia meridionale vivono in condizioni estremamente dure: in edifici abbandonati ed esposti alla pioggia e al freddo in inverno. I siti presentano pessime condizioni igienico-sanitarie e l’accesso all’assistenza sanitaria è limitato. Le nostre equipe mediche hanno evidenziato che proprio le disastrose condizioni di vita e di lavoro hanno conseguenze drammatriche sulla salute di queste persone, che presentano infezioni respiratorie, patologie osteo-muscolari e gastroenteriche”.
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Gennaio 12th, 2010 at 5:54 pm

Rosarno, il sintomo di un problema italiano l’inferno quotidiano dei lavoratori stagionali

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Medici Senza Frontiere (MSF) incontra i giornalisti per raccontare l’esperienza diretta dell’organizzazione che da anni fornisce assistenza sanitaria agli immigrati impiegati come lavoratori stagionali in agricoltura nelle regioni dell’Italia meridionale, Calabria compresa.

Scarso accesso alla salute, alloggi totalmente inadeguati, esclusione sociale e condizioni di vita inaccettabili costituiscono la realtà quotidiana degli stagionali in molte delle regioni italiane, come MSF ha evideniziato nei due rapporti  “Una stagione all’inferno” (2008) e “I frutti dell’ipocrisia” (2005).

I fatti di Rosarno in Calabria dei giorni scorsi sono un sintomo estremo della situazione in cui vive questa popolazione vulnerabile. Dal 2003 MSF ribadisce gli appelli fatti in questi anni per garantire il diritto alla salute e condizioni di vita adeguate per le migliaia di immigrati stagionali.

Martedì 12 gennaio 2010
ore 11.30
Presso la sede di Medici Senza Frontiere

Via Volturno 58,  3° piano

Roma

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Gennaio 12th, 2010 at 1:30 am

Medici senza Frontiere, Gaza, a un anno dalla guerra la situazione umanitaria rimane disastrosa

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Roma 29 dicembre 2009 – Il 27 dicembre 2008 l’esercito israeliano lanciava l’operazione “Piombo fuso” nella Striscia di Gaza. L’offensiva era iniziata con bombardamenti aerei ad alta intensità ai quali era seguita, il 3 gennaio 2009, un’invasione terrestre . La guerra finì 22 giorni dopo, il 18 gennaio, con pesanti conseguenze: circa 1.300 palestinesi furono uccisi, di questi, ben 900 erano civili, tra cui 300 bambini. I feriti sono stati all’incirca 5.300.
Anche se il livello dell’ assistenza sanitaria a Gaza si è notevolmente abbassato dopo le violenze di un anno fa, la situazione era estremamente critica anche prima che questo episodio di violenza estrema colpisse la Striscia. Dal punto di vista di MSF, la situazione a Gaza continua a peggiorare a più di un anno di distanza, anche per una serie di concause politiche ed economiche, su tutte:

–        Gli anni del conflitto israelo-palestinese e i livelli di violenza raggiunti durante l’operazione “Piombo fuso”.

–        L’embargo economico, che è stato rafforzato a partire dal gennaio 2008, in particolare per quanto riguarda l’elettricità e il carburante. Il blocco impedisce qualsiasi ricostruzione post-bellica.

–         La conflittualità all’interno della galassia palestinese, in particolare nell’estate del 2007, con conseguenze sugli ospedali e sul personale medico costretto in quel periodo allo sciopero. In quella fase si assistette allo svilimento del lavoro degli operatori umanitari con conseguenze sulle cure mediche.

Tutti questi fattori, che hanno contribuito al peggioramento della situazione, continuano ad avere un impatto, sia diretto che indiretto, ancora oggi.

La qualità dei servizi sanitari continua a diminuire

La capacità di risposta del sistema sanitario è stata notevolmente ridotta. La maggior parte delle attrezzature mediche è inaffidabile. L’embargo non consente di ottenere alcuni pezzi di ricambio. Allo stesso modo, le unità mediche si trovano a fronteggiare la carenza di medicinali.
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Dicembre 30th, 2009 at 2:00 am

Medici senza Frontiere

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medici_senza_frontiere_medecins_sans_frontieres_onluls18 dicembre, Giornata internazionale dei migranti

Medici Senza Frontiere chiede ai governi europei di rispettare la vita
e la dignità dei migranti e di migliorare l’accesso ai servizi di base
e all’assistenza sanitaria per queste persone

Bruxelles/Roma, 17 dicembre 2009 –  I richiedenti asilo e i migranti privi di permesso di soggiorno stanno pagando un caro prezzo per le politiche sempre più restrittive, in termini di accoglienza e di accesso alla salute, messe in atto dai governi europei. Queste persone fuggono da conflitti e carestie e da contesti in cui vengono violati i diritti umani, affrontano lunghi e pericolosi viaggi in cui l’attraversamento del Mar Mediterraneo rappresenta solo l’ultima parte del tragitto per raggiungere l’Europa. Quando finalmente raggiungono uno stato membro, si trovano ad affrontare periodi di detenzione prolungata o condizioni di vita spaventose, talvolta peggiori di quelle da cui erano fuggiti. Altri vengono intercettati ed espulsi verso paesi in cui la loro salute e la loro stessa vita possono essere messe a repentaglio.

In occasione della Giornata Internazionale dei Migranti del 18 dicembre, Medici Senza Frontiere (MSF) chiede ai responsabili politici di tutta Europa di rispettare la vita e la dignità dei migranti e dei richiedenti asilo, e di migliorare il loro accesso ai servizi di base, tra cui gli alloggi e l’assistenza sanitaria.

Le equipe di MSF assistono i migranti e i richiedenti asilo in diverse fasi del loro viaggio. Nei paesi di origine come Somalia, Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo (RDC) e Nigeria, MSF cura le conseguenze mediche di violenza e privazioni di ogni tipo. In Italia, Marocco, Grecia, Malta e Francia, le equipe di MSF forniscono assistenza medica e psicologica a coloro che sono sopravvissuti al viaggio: molte di queste persone affrontano un lungo tragitto attraverso il deserto a cui vanno aggiunte le pericolose rotte marittime. Talvolta i migranti vengono imprigionati e sfruttati o cadono vittima di contrabbandieri e trafficanti. Sono sempre di più, tra quelli che affrontano il viaggio, i minori non accompagnati e le donne, molte delle quali in stato di gravidanza.

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Dicembre 18th, 2009 at 1:00 am

Fondazione Corriere della Sera e Medici Senza Frontiere

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medici_senza_frontiere_medecins_sans_frontieres_onlulsSoccorrere, aiutare, salvare, testimoniare. Come e perché?
Dibattito internazionale a 10 anni dal Nobel per la Pace a Medici Senza Frontiere

Mercoledì 16 dicembre 2009, ore 21.00 (apertura sala 20.30)
Fondazione Corriere della Sera
Sala Buzzati, Via Balzan 3 angolo Via San Marco 21 – Milano

“Il silenzio è stato a lungo confuso con la neutralità, ed è stato presentato come  condizione necessaria per l’azione umanitaria. Fin dalle sue origini, MSF si oppone a questo assunto. Non siamo sicuri che le parole siano sempre in grado di salvare vite, ma sappiamo con certezza che il silenzio può uccidere” (*)

Queste le parole pronunciate dal Presidente di Medici Senza Frontiere (MSF) 10 anni fa a Oslo, quando MSF ricevette il Premio Nobel per la Pace.

Dopo l’11 settembre 2001, dopo la strumentalizzazione dell’azione umanitaria da parte dei governi e degli eserciti occidentali, ma anche dopo gli attacchi e i rapimenti subiti da Medici Senza Frontiere, dalla Croce Rossa Internazionale e da tante altre organizzazioni non governative, possiamo ancora affermare che il silenzio uccida? A dieci anni dal Nobel per la Pace a Medici Senza Frontiere, ne parleranno in un dibattito internazionale organizzato presso la Fondazione Corriere della Sera:

– Rony Brauman, già presidente Medici Senza Frontiere, direttore della ricerca presso la Fondazione di MSF CRASH a Parigi
– David Rieff, giornalista del New York Times Magazine e scrittore
– Kostas Moschochoritis, direttore di Medici Senza Frontiere Italia

Modera:

– Eric Joszef, corrispondente di Libération

Apre i lavori:

– Giangiacomo Schiavi, vicedirettore del Corriere della Sera

(*) Dal discorso pronunciato dal Dr James Orbinski, Presidente del Consiglio Internazionale di MSF, a Oslo, in Norvegia, il 10 dicembre 1999

Per partecipare è necessario confermare la presenza: 02.43.91.27.96 – int. 113

Diretta video: sarà possibile seguire la conferenza in diretta video sul sito del Corriere della Sera www.corriere.it

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Dicembre 16th, 2009 at 1:16 am

Emergenza in Sud Sudan, cresce la violenza mentre gli aiuti restano totalmente inadeguati

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medici_senza_frontiere_medecins_sans_frontieres_onluls“Curiamo donne ferite che hanno perso tutta la loro famiglia, bambini con le gambe distrutte dai proiettili, persone che sono scappate senza nemmeno il tempo di seppellire i propri cari”

Nairobi / Roma, 14 dicembre 2009 – La popolazione del Sud Sudan è intrappolata in una crisi che continua a peggiorare, dopo quello che è stato l’anno più violento dagli accordi di pace del 2005 che avevano posto fine a oltre due decenni di guerra civile contro il Nord Sudan. Tuttavia, la risposta all’attuale crescente emergenza è inadeguata, secondo Medici Senza Frontiere (MSF).

In un nuovo rapporto intitolato “Facing Up To Reality: Health Crisis deepens as violence escalates in Southern Sudan” (“Affrontare la realtà: la crisi sanitaria peggiora mentre la violenza aumenta in Sud Sudan”), MSF chiede alle autorità governative, ai donatori internazionali e alle organizzazioni umanitarie di riconoscere la reale portata della crisi e di garantire che i bisogni umanitari della popolazione trovino una risposta immediata.

“La violenza è in aumento, facendo precipitare la popolazione da un disastro a un altro. Tuttavia, i bisogni più urgenti non trovano risposta”, afferma Stephan Goetghebuer, direttore delle operazioni di MSF in Sudan. “Una migliore risposta a questa crescente emergenza è cruciale, altrimenti le cliniche continueranno a esaurire le scorte di farmaci salvavita, i pazienti vittime di colpi di arma da fuoco continueranno a raggiungere le cliniche molti giorni dopo gli attacchi e innumerevoli altri non riceveranno nessun tipo di assistenza medica”.

Nel corso di quest’anno MSF ha potuto constatare un preoccupante peggioramento della sicurezza in Sud Sudan: un numero crescente di scontri negli stati dell’Upper Nile, Jonglei, Lakes e Central Equatoria; attacchi dal gruppo ribelle ugandese della Lord’s Resistance Army nello stato dell’Equatoria.

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Dicembre 14th, 2009 at 9:27 pm

Medici senza Frontiere, Vertice Mondiale sulla Sicurezza Alimentare

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medici_senza_frontiere_medecins_sans_frontieres_onlulsMSF: il vertice FAO ha nuovamente fallito nel combattere la malnutrizione infantile

Roma, 18 novembre 2009 – Mentre il Vertice Mondiale sulla Sicurezza Alimentare giunge al termine, la comunità internazionale, per l’ennesima volta, non riesce a impegnarsi per affrontare la malnutrizione infantile. I leader mondiali non sono nemmeno riusciti a stanziare fondi per affrontare direttamente il problema della malnutrizione, nonostante la promessa di 20 miliardi di dollari per sostenere la sicurezza alimentare fatta al Vertice del G8 all’Aquila quest’anno.

Il vertice ha fallito clamorosamente nel proteggere i più vulnerabili: sono stati trascurati i milioni di bambini sotto i cinque anni (tra i 3,5 e i 5 milioni) che ogni anno muoiono a causa della malnutrizione.

Nel 2008, Medici Senza Frontiere (MSF) ha curato oltre 300mila bambini malnutriti nel mondo. Le equipe di MSF sono state testimoni dei danni causati da un’assistenza alimentare inefficace, nonostante l’esistenza di un consenso scientifico su come prevenire la malnutrizione.

Un rapporto di MSF (1) presentato a Roma la settimana scorsa  ha dimostrato, come dei miliardi di dollari stanziati dai governi dei Paesi appartenenti all’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) per i programmi di assistenza alimentare e sicurezza alimentare, solamente l’1,7% affronta direttamente la malnutrizione infantile.
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Novembre 18th, 2009 at 8:01 pm

Medici Senza Frontiere presenta il nuovo “Rapporto delle attività”, 12 novembre 2009

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medici_senza_frontiere_12_novembre_2009

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Novembre 12th, 2009 at 2:07 am

LOTTA ALLA MALNUTRIZIONE QUANTO SPENDE DAVVERO IL MONDO?

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Medici senza Frontiere onlusMercoledì 11 novembre 2009, ore 11.30
Hotel Nazionale – Sala Cristallo
Piazza Montecitorio, 131
Roma

Medici Senza Frontiere (MSF), alla vigilia del Vertice Mondiale sulla Sicurezza Alimentare della FAO a Roma (16 – 18 novembre), presenta alla stampa italiana e internazionale il rapporto “Malnutrizione: quanto è stato speso? Un’analisi dei flussi finanziari a sostegno della lotta alla malnutrizione”. Il rapporto presenta un’analisi su quanto viene speso, a livello globale, per la cura e la prevenzione della malnutrizione infantile.

Interverranno:

Nathalie  Ernoult, esperta di nutrizione, Campagna per l’Accesso ai Farmaci Essenziali di MSF
Silvia Mancini, esperta di salute pubblica internazionale, MSF Italia
Loris De Filippi, responsabile dei progetti, MSF Italia
Daniel Berman, vice direttore, Campagna per l’Accesso ai Farmaci Essenziali di MSF

Il focus del Vertice Mondiale sulla Sicurezza Alimentare della FAO, dove si discuterà sul modo di affrontare la crescente fame nel mondo, sarà l’agricoltura. Sebbene questo sia estremamente importante, sarebbe un grave errore ignorare la questione di come affrontare la malnutrizione infantile.

La malnutrizione è un’emergenza medica e umanitaria: ogni anno nel mondo muoiono, per patologie collegate alla malnutrizione, tra i 3,5 e i 5 milioni di bambini. Nel mondo sono 178 milioni i bambini sotto peso, e ogni anno sono 20 milioni i bambini gravemente malnutriti che rischiano la vita.

Durante la conferenza stampa, che si terrà in inglese e in italiano, sarà disponibile un servizio di traduzione simultanea.

Per informazioni:

Andrea Pontiroli
Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere
06 4486921 – 335 8489761
andrea.pontiroli@rome.msf.org

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Novembre 10th, 2009 at 3:00 pm

Colombia, migliaia in fuga dal conflitto nel Nariño MSF chiede maggiore assistenza per tutti gli sfollati

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medici_senza_frontiere_medecins_sans_frontieres_onlulsBogotà/Roma, 26 ottobre Il conflitto armato si sta intensificando ogni giorno di più in gran parte del territorio del dipartimento di Nariño, nel sud-est della Colombia, dove diversi gruppi armati si fronteggiano per il controllo di un territorio strategicamente importante, anche per la presenza delle coltivazioni di coca. Secondo i dati ufficiali, dall’inizio dell’anno fino alla fine di settembre, più di 12.400 persone sono dovute fugire all’interno del Nariño, una situazione di emergenza che lo Stato colombiano non riesce a gestire. Nella maggior parte dei casi, gli sfollati ricevono poca o addirittura nessuna assistenza nei primi giorni dopo il loro arrivo nei luoghi in cui si rifugiano.

Dallo scorso giugno, Medici Senza Frontiere (MSF) ha assistito le vittime di otto sfollamenti di massa nel dipartimento, dove circa 4mila persone hanno abbandonato le proprie case e sono fuggite in cerca di sicurezza verso i municipi principali. “Assistiamo una popolazione obbligata a fuggire a causa dei continui scontri fra tutti i gruppi armati”, dichiara David Cantero, coordinatore di MSF in Colombia.
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Ottobre 26th, 2009 at 5:55 pm

Yemen, l’ospedale di Razeh colpito da un missile MSF chiede di rispettare le strutture sanitarie

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medici_senza_frontiere_medecins_sans_frontieres_onlulsC’è urgente bisogno di un ospedale in una zona sicura


Sanaa/Roma, 22 ottobre 2009Nella notte tra giovedì 15 e venerdì 16 ottobre, l’ospedale di Razeh, nel governorato di Saada, è stato colpito da un missile. Il personale e i pazienti sono stati costretti ad evacuare i locali il giorno seguente, nonostante i numerosi feriti bisognosi di costante assistenza medica. Proprio il giorno prima, erano stati ricoverati nella struttura dieci pazienti con ferite provocate dagli scontri, compresi sei bambini e due donne.

Medici Senza Frontiere (MSF) rinnova il suo appello alle parti coinvolte nel conflitto affinché garantiscano il rispetto per le strutture mediche e rendano le cure facilmente accessibili ai pazienti.


MSF dal 2007 lavora in collaborazione con il Ministro della Salute in due ospedali ad Al Talh e Razeh, nel governorato di Saada, fornendo cure mediche e chirurgiche gratuite. Nonostante le difficoltà, le attività sono andate avanti ininterrottamente fino ad ora, grazie ad un accordo stretto fra entrambe le parti del conflitto.
Tuttavia il lavoro svolto dai medici diventa impossibile se vengono a mancare anche le condizioni minime di sicurezza.

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Ottobre 22nd, 2009 at 11:30 pm

Medici senza frontiere, Repubblica Democratica del Congo, cresce la violenza contro la popolazione civile nel nord del paese

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Kinshasa / Roma, 14 ottobre 2009Un anno dopo lo scoppio delle violenze nel distretto dell’Haut-Uélé, nel nord della Repubblica Democratica del Congo (RDC), gli attacchi e gli scontri si sono ora estesi a nuove zone, obbligando centinaia di migliaia di persone alla fuga. Le organizzazioni umanitarie non sono riuscite a fare fronte agli enormi bisogni creatisi, ed è ora necessaria un’azione urgente e una maggiore presenza delle organizzazioni umanitarie nelle zone rurali dell’Haut-Uélé e del Bas-Uélé, sostiene Medici Senza Frontiere (MSF).

Dalla fine del 2008, la popolazione civile dell’Haut-Uélé e del Bas-Uélé è rimasta intrappolata in un drammatico ciclo di violenze legate agli attacchi perpetrati dal gruppo ribelle ugandese della Lord’s Resistance Army, e all’offensiva contro questo da parte delle forze armate congolesi e ugandesi. Con il deteriorarsi della situazione, i civili si sono inoltre trovati a subire sempre più frequenti fenomeni di banditismo.

La popolazione locale è l’obiettivo delle violenze: omicidi, rapimenti e abusi sessuali”, dichiara Luis Encinas, coordinatore delle operazioni di MSF in Africa centrale. “Stiamo parlando di tattiche di violenza il cui obiettivo è quello di terrorizzare le persone.

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Ottobre 14th, 2009 at 4:53 pm

Emergenza in Asia, oltre 60 operatori di MSF sui luoghi del disastro in Indonesia, Samoa e Filippine MSF invia 45 tonnellate di materiale medico e di generi di prima necessità in Indonesia

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medici_senza_frontiere_medecins_sans_frontieres_onlulsAl lavoro numerose organizzazioni locali e internazionali che sono subito accorse in uno straordinario slancio di soccorso

Manila / Giacarta / Apia, 7 ottobre 2009 – Le équipe di MSF, impegnate nelle Filippine, a Samoa e in Indonesia nelle zone colpite dai disastri nell’individuazione dei bisogni più impellenti non ancora coperti, hanno già avviato le prime visite mediche e la distribuzione di beni di prima necessità.

Inondazioni nelle Filippine: in corso la valutazione dei danni e dei bisogni
Un’equipe di MSF sta valutando la situazione a Tuguegarao, una città del nord, dove sabato 3 ottobre un secondo tifone ha provocato danni ingenti e ucciso 15 persone. Altre equipe concentrano invece la loro attività nella città di Manila e dintorni a una settimana dal passaggio dell’uragano tropicale Ketsana. Secondo dati ufficiali, l’inondazione ha ucciso 300 persone e ne ha messe in fuga 320mila, che si sono rifugiate a Manila e nelle aree limitrofe. Ora che il livello delle acque ha cominciato a scendere, molte persone hanno già deciso di rientrare alle proprie case. Alcune località sono però ancora sommerse e potrebbero passare dei mesi prima che l’acqua si ritiri del tutto. Le attività delle cliniche mobili di MSF e la distribuzione di generi non alimentari (sapone, recipienti e teli di plastica) sono in corso a Laguna Bay, a sudest di Manila, un’area ancora parzialmente sommersa. L’ampiezza dell’area colpita e la sua topografia rendono difficile raggiungere alcune comunità che potrebbero invece avere urgente bisogno di soccorso. Per questo le equipe di MSF si muovono anche con elicotteri e barche.
Due cliniche mobili garantiscono una media di settanta visite mediche al giorno presso alcuni dei 505 centri di evacuazione a Manila e dintorni. Le malattie più diffuse sono la diarrea e le infezioni della pelle. Le nostre equipe mediche hanno attivato un monitoraggio costante in modo da essere pronte nell’eventualità di un’epidemia di malattie legate alle condizioni dell’acqua o a infezioni delle vie respiratorie. “Dopo ogni disastro naturale di grave entità, viene sempre dichiarato lo stato di allarme in relazione ai maggiori rischi epidemiologici”, spiega il  dottor Jean Rigal, dirigente medico di MSF. “Di fatto, non sono scoppiate epidemie all’indomani dell’uragano Mitch nel 1998, dello Tsunami nel 2005 e neppure, nello stesso anno, dell’uragano Katrina. Tuttavia non si può escludere che un’epidemia si manifesti in un secondo momento, se la malattia covava da tempo, se viene danneggiato il sistema sanitario locale o quello di distribuzione delle acque potabili, o ancora se la gente viene costretta a vivere in spazi ristretti all’interno di campi di emergenza. Ecco perché è necessario istituire un valido sistema di monitoraggio.”. In ogni caso, i rischi sanitari collegati allo stato di abbandono dei cadaveri, di cui si parla spesso come di un pericolo reale, sono relativamente bassi.

Terremoto in Indonesia: in corso la valutazione dei danni e dei bisogni
Circa 40 operatori umanitari di MSF – tra cui chirurghi, infermieri, psicologi e addetti alla logistica – sono al momento impegnati a valutare l’entità dei bisogni a Padang e nell’area limitrofa, soprattutto nella città di Pariaman, dove è andato distrutto il 90% delle abitazioni. Le ultime stime ufficiali, quasi una settimana dopo il violento terremoto che ha colpito l’isola indonesiana di Sumatra, parlano di 704 morti e di un numero ancora imprecisato di persone scomparse, tra le 1.000 e le 3.000. Si contano inoltre circa 800 feriti gravi, oltre a 2.600 feriti in maniera meno importante. Nel complesso, però, sembra che i servizi medici locali siano in grado di affrontare la situazione, grazie anche ai molti ospedali dislocati sul territorio. Le equipe di MSF stanno perciò convogliando i loro sforzi per venire incontro ai bisogni delle aree rurali limitrofe, con il sussidio degli ambulatori mobili e l’avvio della distribuzione di materiale di primo soccorso.

Tsunami a Samoa, Sud Pacifico: in corso la valutazione dei danni e dei bisogni
Un’equipe composta da un coordinatore, uno specialista in igiene dei sistemi idraulici e fognari e uno psicologo hanno visitato la costa meridionale dell’isola Upolu, nell’area compresa tra i villaggi di Lalomanu e Fusi, per una prima valutazione della situazione. Una significativa porzione della costa (tra Lalomanu e Lotofaga) è stata infatti colpita in pieno dal terremoto e dal conseguente tsunami del 29 settembre. Un’altra equipe di MSF sta invece visitando l’isola di Manono, a ovest di Upolu. Essendo raggiungibile solo via mare, a bordo di imbarcazioni, questa area non ha ancora ricevuto alcun soccorso. MSF fornirà assistenza psicologia alle persone colpite dal disastro.

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Ottobre 7th, 2009 at 2:25 pm

TERREMOTO A SUMATRA, L’EQUIPE DI MSF A PADANG

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medici_senza_frontiere_medecins_sans_frontieres_onlulsGiaKarta/Roma, 5 ottobre 2009 Tre giorni dopo il forte terremoto che ha colpito l’isola di Sumatra (Indonesia) causando circa mille morti, 3mila scomparsi e più di 3mila feriti, sabato 3 ottobre è giunta sul posto la prima equipe di Medici Senza Frontiere (MSF). Sono una ventina gli operatori umanitari – tra chirurghi,  nefrologi, infermieri, psicologi e logisti – che hanno iniziato a valutare i bisogni nella città di Padang e nelle aree circostanti.

I massicci aiuti – forniti sia dalle autorità indonesiane che dall’estero – hanno già raggiunto Padang, la principale città della regione e una delle più colpite dal terremoto. MSF prima ha valutato la situazione negli ospedali della città dove sono stati consegnati gli aiuti, e poi ha iniziato a valutare i bisogni della zona circostante.

Le aree che preoccupano molto sono quella di Pariaman, una delle città più colpite che si trova a circa 50 chilometri da Padang, e le vicine zone rurali, dove gli smottamenti hanno completamente distrutto numerosi villaggi e l’assistenza umanitaria è problematica.

Mentre gli aiuti stanno arrivando a Sumatra, le equipe di MSF stanno cercando di avere accesso alle aree più difficoltose dove l’assistenza non arriva, con l’obiettivo di identificare i bisogni più urgenti.

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Ottobre 5th, 2009 at 2:29 pm

MSF al Festival “Internazionale a Ferrara” dal 2 al 4 ottobre Un week end con i giornalisti di tutto il mondo

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medici_senza_frontiere_medecins_sans_frontieres_onlulsRoma,  1 ottobre 2009 – Medici Senza Frontiere (MSF) partecipa alla terza edizione di “Internazionale a Ferrara”, organizzato dalla rivista Internazionale e dal Comune di Ferrara. Da venerdì 2 ottobre a domenica 4 ottobre sono in programma incontri e dibattiti con giornalisti di tutto il mondo, mostre fotografiche, proiezioni, spettacoli completamente gratuiti e senza prenotazione: http://festival.internazionale.it/

MSF è presente al Festival con numerosi appuntamenti: dibattiti, presentazione di libri, proiezioni di film e mostre fotografiche. Un’opportunità unica per fare luce sulle crisi dimenticate, sulle storie invisibili di chi è costretto a confrontarsi ogni giorno con la guerra, i disastri naturali, le epidemie, la mancanza di accesso alle cure e ai farmaci salvavita, la fuga come unica via di salvezza. Proprio quest’anno MSF ha lanciato la campagna “Adotta una crisi dimenticata”: www.crisidimenticate.it


“La collaborazione  avviene proprio quest’anno in occasione dei 10 anni del Nobel per la Pace assegnato a MSF nel 1999”,
dichiara Kostas Moschochoritis, direttore generale di MSF Italia. “Abbiamo riscontrato una forte sintonia e complementarietà tra i temi del Festival e i temi di MSF: con Internazionale esiste un confronto costante per capire come riuscire a dibattere serenamente in Italia dei limiti, delle contraddizioni, ma anche dei successi dell’azione umanitaria. Vogliamo aprire una riflessione seria e non retorica sul mondo delle organizzazioni non governative”.

Gli appuntamenti di MSF al Festival:

Venerdì 2 ottobre ore 10.30
(Cinema Apollo)
Apertura Festival con Giovanni De Mauro, direttore di Internazionale; Walter Dondi, consigliere delgato di Unipolis; Kostas Moschochoritis, direttore generale di MSF Italia; Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara.

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Ottobre 1st, 2009 at 8:45 pm

“Siamo tutti scioccati dalla violenza degli scontri” Dichiarazione di Christine Jamet, capo missione di Medici Senza Frontiere in Guinea

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medici_senza_frontiere_medecins_sans_frontieres_onlulsConakry, 30 settembre 2009 – “Lunedì abbiamo fornito materiale medico per curare i feriti in diverse strutture sanitarie a Conakry. Quando sono iniziate le violenze tra i manifestanti e le forze militari abbiamo concentrato la nostra azione nelle due strutture sanitarie più vicine agli scontri.

Abbiamo fornito kit medici e risorse umane per gestire tutti i feriti che giungevano nella struttura. Lunedì abbiamo ricevuto circa 300 feriti giunti al pronto soccorso dell’ospedale principale di Donka e ne abbiamo ricevuto 15 nei centri di salute più piccoli.

Al momento ci stiamo preparando per possibili ulteriori violenze. Siamo tutti scioccati dagli scontri a cui abbiamo assistito lunedì, non ci aspettavamo una simile carica di violenza. Quindi non sappiamo cosa accadrà in futuro, preferiamo essere pronti e fornire kit d’urgenza con materiale chirurgico e preparare il personale medico a rispondere in caso accadano altri episodi di violenza. Stiamo mandando due ambulanze in alcuni sobborghi per vedere se ci sono feriti che hanno bisogno di essere trasferiti nelle strutture mediche. Tutti sono sotto shock, non sappiamo cosa ci riserveranno i prossimi giorni”.

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Medici Senza Frontiere è la più grande organizzazione medico-umanitaria al mondo. Nel 1999 è stata insignita del Premio Nobel per la Pace. Opera in oltre 60 paesi portando assistenza alle vittime di guerre, catastrofi ed epidemie.

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Settembre 30th, 2009 at 7:23 pm

MSF assiste le vittime della violenta repressione in Guinea Conakry

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medici_senza_frontiere_medecins_sans_frontieres_onlulsConakry/Roma, 29 settembre 2009 Ieri centinaia di feriti hanno sovraffollato gli ospedali di Conakry, dopo la violenta repressione di una massiccia protesta scoppiata nella capitale della Guinea. Le equipe di Medici Senza Frontiere (MSF) presenti in città hanno distiribuito materiali medici agli ospedali e ai centri di salute e hanno fornito supporto nell’evacuazione e nel trattamento delle persone ferite. Oggi due ambulanze di MSF stanno raccogliendo i feriti per trasportarli all’ospedale di Donka.

Almeno 300 persone, comprese donne e bambini, hanno chiesto assistenza all’ospedale di Donka, subito dopo che le forze di sicurezza avevano aperto il fuoco su migliaia di dimostranti riuniti in uno stadio. Gli operatori di MSF che stanno supportando il personale dell’ospedale di Donka raccontano che la maggior parte dei pazienti curati presentano ferite provocate sia da spari che da coltellate.  Quattro delle donne curate da MSF hanno raccontato di essere state violentate. Inoltre, ieri, un’equipe di MSF che lavora al centro di salute di Matam ha curato altri 15 feriti, 3 dei quali con ferite da pallottole.

MSF sta inviando altri operatori umanitari in Guinea Conakry per essere pronti rispondere a nuove possibili violenze.


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Settembre 29th, 2009 at 9:02 pm

MENTRE L’EUROPA ANNEGA NEL LATTE, I BAMBINI CHE VIVONO NEI PESI COLPITI DALLA MALNUTRIZIONE NON NE HANNO NEMMENO UNA GOCCIA

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medici_senza_frontiere_medecins_sans_frontieres_onlulsRoma, 25 settembre 2009. Mentre i produttori di latte europei minacciano lo sciopero, gettando via milioni di litri di latte gratuito, Medici senza Frontiere (MSF) richiama l’attenzione sui milioni di bambini che, in Africa e in Asia, sono in pericolo di vita  a causa della mancanza di latte.

MSF chiede ai donatori istituzionali di approfittare del crollo del costo del latte da 4000 a 1800 euro per tonnellata, per cambiare  i programmi di assistenza alimentare tradizionali  per i bambini di età inferiore ai 2 anni, che sono più adatti all’alimentazione del bestiame che a quella dei bambini.

E’ stato testato che quando i bambini non hanno accesso alle proteine animali di base come quelle del latte, il loro cervello si sviluppa meno, così come il sistema immunitario, che li rende così più vulnerabili alle malattie, la loro crescita è molto rallentata e rischiano concretamente di non raggiungere la soglia dei 5 anni.

Ancora oggi i donatori istituzionali continuano a fornire aiuti alimentari sotto forma di cereali che non contengono proteine animali.

Voglio essere chiaro, non stiamo dicendo di inviare l’eccesso di latte europeo nelle zone più colpite dalla malnutrizione in Africa e in Asia, ma se i governi continueranno a fornire cibo che non contiene latte, dovremo protestare allo stesso modo dei produttori di latte,” ha dichiarato Stéphane Doyon, team leader dei progetti di assistenza nutrizionale di MSF. “I bambini che nascono in alcuni paesi poveri rischiano sempre più di non sopravvivere perché dipendono da rifornimenti alimentari che non comprendono latte.”

Gli aiuti alimentari sono legati ai prodotti agricoli in eccesso. Dunque gli alimenti donati vengono scelti in base ai prodotti in abbondanza e non in base ai veri bisogni dei beneficiari. Di conseguenza oggi gli aiuti alimentari sono composti da farina amalgamata  senza nessuna proteina animale, come il latte, e senza nessun minerale essenziale o vitamina. La farina amalgamata è ancora utilizzata anche se la maggior parte dei donatori europei oggi fornisce denaro per acquistare cibo, e non direttamente cibo.

La mentalità sta iniziando a cambiare. MSF supporta il nuovo approccio intrapreso dal World Food Programme (WFP) sulla qualità del cibo che deve essere pari alla quantità. Il WFP ha lanciato un’operazione per puntare l’attenzione sui bambini di età inferiore ai 2 anni e mirare a nutrirli con gli alimenti adatti e comprati, laddove possibile, nei paesi d’origine.

Il tentativo di migliorare la qualità del cibo diretto ai bambini è stato ostacolato dal costo implicito nell’aggiungere latte al tradizionale impasto. Da quando i fondi monetari a disposizione del WFP per acquistare cibo sono diminuiti del 50%, l’organizzazione si sta confrontando con una battaglia finora persa  per ottenere il denaro necessario a migliorare la qualità degli aiuti alimentari diretti ai bambini.

MSF si confronta con le conseguenze mediche legate agli aiuti alimentari di bassa qualità che arrivano nei contesti in cui operiamo, ma è compito degli stati donatori capire cosa sia necessario cambiare a livello politico per smettere di fornire ai bambini sotto i 2 anni, lo stesso cibo di cui si nutrono gli animali,” ha aggiunto Doyon. “Stiamo semplicemente dicendo che, come si sta cercando una soluzione per i coltivatori che stanno annegando nel latte, è necessario non dimenticare i 178 milioni di bambini malnutriti che non ne hanno nemmeno una goccia.”

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Per informazioni:
Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere 064486921 – 335 8489761 – 3346538545
www.medicisenzafrontiere.it


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Settembre 26th, 2009 at 1:44 am

Repubblica Centrafricana, MSF interviene nell’emergenza nutrizionale nel sud-est del paese

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medici_senza_frontiere_medecins_sans_frontieres_onlulsRoma/Bangui,  22 settembre 2009 Una grave emergenza nutrizionale sta colpendo le regioni sud-orientali della Repubblica Centrafricana. La crisi nel settore minerario – dall’oro e dai diamanti dipendono molti abitanti della zona – è stata il colpo finale inferto ad un popolo già estremamente vulnerabile. Medici Senza Frontiere (MSF), sollecitata dalle autorità locali, in un mese ha aperto 4 centri di assistenza nutrizionale a Carnot, Boda, Nola e Gamboula e ha inoltre avviato una serie di programmi ambulatoriali nell’area. La prima fase di valutazione ha rivelato gravi tassi di malnutrizione, in alcune zone oltre la soglia d’emergenza (oltre il 10% dei casi presi in esame). In appena un mese e mezzo oltre 1.300 bambini, la maggior parte affetti da malnutrizione acuta, sono stati presi in cura da MSF.

Un gran numero di pazienti era affetto da complicazioni mediche ed è stato ricoverato. “A Boda e Nola, per esempio, è difficile trovare pazienti colpiti solo dalla malnutrizione, molti infatti arrivano qui colpiti da altre patologie e in condizioni molto gravi. Ci sono numerosi casi di malaria, diarrea, tubercolosi e AIDS che complicano maggiormente le già delicate condizioni dei bambini”, spiega Clara Delacre, coordinatrice del progetto di MSF a Nola.

Sono molti gli elementi che possono spiegare la situazione, uno di questi è la crisi che sta colpendo il settore minerario, fonte principale di sostentamento per la maggior parte della popolazione di quest’area”, aggiunge Clara Delacre. La crisi ha lasciato molti operai delle miniere senza lavoro e senza guadagno. Inoltre, nei mesi scorsi, molti dei commercianti d’oro e diamanti sono stati costretti a cessare le proprie attività. La crisi economica, tuttavia, è solo un fattore temporaneo che ora si è aggiunto alle croniche problematiche della regione: un’alimentazione molto povera a base di cassava, la mancanza di accesso alle cure per gran parte della popolazione e l’imminente stagione delle piogge che rischia di aumentare la diffusione della malaria e di altre patologie.

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Settembre 23rd, 2009 at 9:12 pm

Internazionale a Ferrara 2009 Un weekend con i giornalisti di tutto il mondo

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medici_senza_frontiere_medecins_sans_frontieres_onlulsMartedì 22 Settembre
ore 12
Sala Stampa Estera
via dell’ Umiltà 83/C
Roma

Presentazione alla stampa della terza edizione di “Internazionale a Ferrara”, organizzato dalla rivista Internazionale e dal Comune di Ferrara, con il supporto di Medici Senza Frontiere (MSF), in occasione del decennale del Premio Nobel ricevuto dall’organizzazione nel 1999. Un weekend con i giornalisti di tutto il mondo in programma da venerdì 2 ottobre a domenica 4 ottobre. Anche quest’anno sono attesi da ogni parte del mondo i grandi nomi del giornalismo e della cultura. Tre giorni di incontri, dibattiti, proiezioni e spettacoli completamente gratuiti. Numerosi gli appuntamenti e le iniziative di MSF.

Interverranno:
Giovanni De Mauro, direttore di Internazionale
Paola Lanzarini, direttrice della Fondazione Unipolis
Massimo Maisto, vicesindaco di Ferrara
Kostas Moschochoritis, direttore generale di Medici Senza Frontiere Italia
Roberto Roversi, presidente dell’Arci Ferrara

Per informazioni:  Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere 06 4486921 –  335 8489761 – 349 8132110

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Settembre 22nd, 2009 at 3:55 am

Medici senza frontiere

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medici_senza_frontiere_medecins_sans_frontieres_onlulsA sei mesi dal lancio della campagna di MSF “Adotta una Crisi Dimenticata”, tante le adesioni ma resta ancora molto da fare

Roma, 15 settembre 2009 – Compie sei mesi la campagna di Medici Senza Frontiere (MSF) “Adotta una Crisi Dimenticata”, lanciata l’11 marzo in occasione della presentazione del rapporto annuale sulle crisi umanitarie più gravi e ignorate dai media nel 2008. Il rapporto contiene la “top ten” delle crisi umanitarie e un’analisi realizzata in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia sullo spazio dedicato alle crisi umanitarie dai principali telegiornali della televisione generalista in Italia.

La campagna “Adotta una Crisi Dimenticata”, che ha ottenuto il patrocinio della Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI), era stata lanciato con l’intento di chiedere a quotidiani e periodici, trasmissioni radiofoniche e televisive e testate on-line,  di impegnarsi a parlare di una o più crisi dimenticate durante i prossimi 12 mesi, fino alla presentazione del  rapporto del 2010.

Le dieci crisi umanitarie identificate da MSF come le più gravi e ignorate nel 2008 sono: la catastrofe umanitaria in Somalia; la situazione sanitaria in Myanmar; la crisi sanitaria nello Zimbabwe; i civili nella morsa della guerra nel Congo Orientale (RDC); la malnutrizione infantile; la situazione critica nella regione somala dell’Etiopia; i civili uccisi o in fuga nel Pakistan nord-occidentale; la violenza e la sofferenza in Sudan; i civili iracheni bisognosi di assistenza; la coinfezione HIV-TBC.

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Settembre 16th, 2009 at 7:04 pm

Sud Sudan, MSF assiste i civili nello stato del Jonglei dopo gli ultimi combattimenti

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medici_senza_frontiere_medecins_sans_frontieres_onlulsUn’ondata di violenza aggrava la crisi umanitaria in Sud Sudan

Khartoum/Roma, 3 settembre 2009 Nei giorni scorsi (29 agosto) un pesante attacco nella contea di Twic East, nello stato di Jonglei, ha causato la morte di 42 persone, tra cui numerose donne e bambini. Sono stati oltre 60 i feriti e i dati ufficiali evidenziano che più di 24mila persone sono fuggite da 17 villaggi, concentrandosi in gran parte a Panyangor e Kongor.

Quest’ultimo attacco è parte di una vasta serie di scontri, cosiddetti interetnici, che ha colpito gli stati del Jonglei, Upper Nile e Lake, causando, secondo i dati, 140mila sfollati. Gli attacchi sferrati dai gruppi armati dell’LRA (Lord’s Resistance Army) negli stati Equatorial, secondo gli ultimi dati, hanno costretto quest’anno 65mila civili sudanesi ad abbandonare le proprie abitazioni e hanno inoltre causato la morte e il rapimento di centinaia di persone. In Sud Sudan questi violenti attacchi hanno aggravato una già preoccupante crisi umanitaria.

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Settembre 3rd, 2009 at 6:20 pm

Repubblica Democratica del Congo, nuova escalation di violenza nel Kivu

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medici_senza_frontiere_medecins_sans_frontieres_onlulsCivili uccisi, violentati, feriti o costretti a fuggire nelle foreste o nei campi sfollati. Nei primi sei mesi dell’anno MSF ha già curato 290mila persone

Kinshasa / Roma, 11 agosto 2009 – La violenza continua a colpire le regioni orientali della Repubblica Democratica del Congo (RDC) e i civili continuano ad essere le vittime principali. Mentre l’anno scorso era la provincia del Nord Kivu a essere particolarmente colpita dagli scontri  tra le forze armate congolesi (FARDC), i ribelli del CNDP (Congrès national pour la Defense du Peuple) e altri gruppi armati, ora i combattimenti si svolgono sia nel Nord che nel Sud Kivu. L’operazione militare lanciata nel gennaio scorso dalle forze armate congolesi (FARDC) per colpire i ribelli Hutu del FDLR (Forces Dèmocratiques de Liberation du Rwanda) nel Nord Kivu è stata estesa, lo scorso mese, alle zone meridionali del Kivu.

“Stiamo affrontando una nuova ondata di violenza”, spiega Romain Gitenet, capo missione di MSF a Goma. “Quando gli attacchi raggiungono zone vicine ai villaggi o ai campi, le persone scappano nella foresta. Per esempio la settimana scorsa, la popolazione di Bikenge, nel distretto di Walikale, ha abbandonato il villaggio ed è rimasta alcuni giorni nella foresta, vivendo in condizioni terribili”.

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Agosto 13th, 2009 at 8:07 pm