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Grecia, nuovo rapporto di MSF “Migranti nei centri di detenzione: vite in sospeso” Gravi conseguenze della detenzione sulla salute di migranti e richiedenti asilo
MSF chiede al Governo greco di garantire condizioni di vita dignitose
Atene/Roma, 17 giugno 2010 – Alla vigilia della Giornata Mondiale del Rifugiato (20 giugno), Medici Senza Frontiere (MSF) presenta il rapporto “Migranti nei centri di detenzione: vite in sospeso”,in cui documenta l’impatto della detenzione sulla salute fisica e mentale dei migranti e dei richiedenti asilo nei Centri di detenzione in Grecia. MSF chiede alle autorità greche di garantire condizioni di vita dignitose per i migranti reclusi e di prendere in considerazione soluzioni alternative alla detenzione.
“Il rapporto di MSF dal titolo ‘Migranti nei centri di detenzione: vite in sospeso’, documenta le condizioni di vita inaccettabili nei tre centri di detenzione (Pagani nell’isola di Lesbo, Filakio a Evros e Venna a Rodopi) dove dall’agosto del 2009, MSF fornisce supporto psicologico ai migranti detenuti. Il rapporto mostra che la detenzione può esacerbare i sintomi esistenti e può causare nuovi traumi e sofferenza psicologica”, spiega Ioanna Kotsioni Vice-Capo Missione di MSF nei progetti per migranti in Grecia. La maggior parte dei migranti assistiti da MSF in Grecia descrive la detenzione come un’esperienza disumana e dolorosa. La detenzione è la maggior causa di ansia e sofferenza.
Molti di loro sono fuggiti da paesi instabili o dilaniati dalla guerra come l’Afghanistan o l’Iraq in cerca di una vita più sicura. Hanno affrontato un viaggio lungo e pericoloso per raggiungere l’Europa e all’arrivo sono stati arrestati e reclusi in condizioni degradanti. Secondo il rapporto, almeno un terzo dei pazienti curati da MSF ha dichiarato di aver subito o assistito ad atti di violenza nei paesi di origine o di aver visto serie minacce alla propria vita. Gli psicologi di MSF hanno riscontrato sintomi riconducibili alla sindrome da stress post-traumatico (PTSD) nel 9,5% dei casi. Durante gli incontri individuali il 39% dei pazienti presentava sintomi di ansia e il 31% di depressione.
Medici Senza Frontiere, SOTTO EMBARGO FINO AL 2 GIUGNO (ore 17)
“Starved for Attention: il cibo non basta”, una nuova visione della malnutrizione MSF e VII Photo lanciano una campagna globale sulla malnutrizione infantile A New York oggi e allo Spazio Forma di Milano dal 23 giugno
la mostra fotografica multimediale
La mostra fotografica “Starved for Attention: il cibo non basta”
Dal 23 giugno al 10 luglio 2010
Spazio Forma (Centro Internazionale di Fotografia)
Piazza Tito Lucrezio Caro 1 – Milano
All’inaugurazione (mercoledì 23 giugno, ore 18) saranno
presenti i fotografi Franco Pagetti e Jessica Dimmock di VII Photo.
New York/Roma, 2 giugno 2010 – Medici Senza Frontiere (MSF) e l’Agenzia fotografica VII (Seven) lanciano “Starved for attention”, una campagna multimediale globale che presenta una nuova prospettiva sulla malnutrizione infantile, una condizione che si può prevenire e curare, ma che tuttavia uccide milioni di bambini ogni anno.
La campagna sfida l’approccio tradizionale sulla malnutrizione attraverso un mini-documentario suddiviso in sette parti: le convenzionali immagini sono sostituite da quelle dei genitori e degli operatori sanitari che si impegnano per rispondere ai bisogni nutrizionali dei bambini. “Starved for attention” evidenzia come le principali malattie infantili e le morti premature possano essere prevenute attraverso efficaci interventi nutrizionali. Il lancio della campagna coincide con l’inizio di un periodo molto difficile di “hunger gap” nella regione africana del Sahel, fase in cui in quelle comunità le riserve alimentari principali si esauriscono prima del raccolto successivo con conseguente aumento della malnutrizione infantile.
I documentari saranno visibili a partire da oggi per un periodo di sette settimane sul sito multilingue www.starvedforattention.org. In contemporanea con il sito web, la campagna internazionale si apre oggi a New York con una mostra fotografica multimediale che toccherà anche Toronto, Milano, Roma e Ferrara. Con il titolo “Starved for attention: il cibo non basta”, la mostra fotografica multimediale sarà allestita presso il Forma (Centro Internazionale di Fotografia) di Milano dal 23 giugno al 10 luglio. Le altre tappe italiane della mostra saranno in autunno a Roma e a Ferrara, in occasione del Festival di Internazionale.
“Una delle sfide più difficili che ha dovuto affrontare la nostra agenzia fotografica, è stata proprio quella di come documentare la malnutrizione”, dichiara Ron Haviv, fotografo di VII. “Si può pensare che questa storia sia già stata raccontata attraverso i lavori dei fotografi che hanno coperto il tema della fame nel XX secolo. Tuttavia, per raccontarla oggi crediamo di aver trovato un linguaggio visuale completamente nuovo e potenzialmente di grande impatto”.
Si stima che 195 milioni di bambini nel mondo siano affetti da malnutrizione, che è responsabile della morte, ogni anno, di almeno un terzo degli 8 milioni di bambini sotto i cinque anni di età. Queste morti si potrebbero evitare se venissero soddisfatte le necessità nutritive dei bambini. “Starved for attention” sottolinea che ciò è possibile, concentrandosi sulle strategie per combattere la malnutrizione applicate ogni giorno in molti paesi con successo e su come esse possano e debbano essere ampliate.
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MSF presenta il nuovo “Rapporto sulle crisi umanitarie dimenticate dai media” e lancia la prima campagna di sensibilizzazione e mobilitazione sulle “Crisi dimenticate”
Mercoledì 21 aprile
ore 11
Sala Stampa Estera
via dell’Umiltà 83/c – Roma
Medici Senza Frontiere (MSF) presenta il nuovo “Rapporto sulle crisi umanitarie dimenticate dai media“. In occasione della presentazione, MSF lancia la nuova campagna sulle crisi dimenticate con l’obiettivo di creare una mobilitazione nazionale attraverso due azioni parallele: “Adotta una crisi dimenticata” e “Accendi un riflettore sulle crisi dimenticate”. I dettagli dell’iniziativa, che coinvolge i media e l’opinione pubblica italiana, verranno illustrati nel corso della conferenza stampa.
La campagna è ricca di novità. Per la prima volta il rapporto ha la forma di un libro (Marsilio Editori) che include la “top ten” di MSF sulle crisi umanitarie più gravi e ignorate dai media nel 2009, l’analisi realizzata dall’Osservatorio di Pavia sullo spazio dedicato alle crisi dai TG italiani e alcuni contributi esterni di giornalisti e di rappresentanti del mondo accademico e scientifico. MSF lancerà inoltre il nuovo sito (attivo dal 21 aprile) http://www.crisidimenticate.it per veicolare e promuovere tutte le azioni della campagna con l’obiettivo di coinvolgere i media di ogni genere e l’opinione pubblica in tutta Italia, anche attraverso un’originale azione di “guerrilla marketing”.
Intervengono:
Sergio Cecchini, Direttore Comunicazione MSF Italia
Kostas Moschochoritis, Direttore generale di MSF Italia
Gianfranco De Maio, Responsabile medico MSF Italia
Mirella Marchese, Ricercatrice Osservatorio di Pavia
Materiale per la Stampa.
Per i giornalisti presenti saranno disponibili: il libro-rapporto, immagini video sulle crisi umanitarie, fotografie libere dai diritti e i simboli e materiali della campagna.
Per informazioni:
Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere 06.4486921 – 349.8132110 – 334.6538545 – 335.8489761
Kyrgyzstan, MSF fornisce aiuti d’emergenza alle vittime delle violenze scoppiate a Bishkek
Bishkek/Roma, 8 aprile – Centinaia di feriti sono arrivati il 7 aprile negli ospedali di Bishkek, a seguito dei violenti scontri scoppiati tra le forze armate e i manifestanti nelle strade della capitale del Kyrgyzstan. L’equipe di Medici Senza Frontiere (MSF) ha prontamente risposto all’emergenza rifornendo l’Ospedale Nazionale e anche il principale servizio di ambulanze di medicinali e forniture mediche tra cui bendaggi, materiale sterilizzato, kit per iniezioni, antibiotici e antidolorifici. È previsto inoltre l’invio di ulteriori medicinali e materiali da parte di MSF ad altre tre strutture sanitarie della capitale.
In coordinamento con la Croce Rossa Internazionale, gli operatori umanitari di MSF a Bishkek stanno visitando oggi gli ospedali e stanno incontrando le autorità locali per valutare le necessità in termini di materiale medico e risorse umane.
“Nell’Ospedale Nazionale continuano ad arrivare feriti. Dobbiamo assicurare che le centinaia di vittime abbiano accesso alle cure. Molte di loro sono state picchiate o riportano ferite da arma da fuoco e alcune soffrono di forti traumi alla testa o all’addome”, dichiara Alexandre Baillat, capo missione di MSF in Kyrgyzstan.
Ulteriori forniture mediche, inclusi 300 kit speciali per curare i feriti e altro materiale chirurgico, sono al momento in viaggio verso il Kyrgyzstan, dopo essere stati inviati dal deposito di MSF a Bordeaux, in Francia.
Medici Senza Frontiere dal 2006 ha attivo un progetto contro la tubercolosi all’interno del sistema penitenziario del Kyrgyzstan.
L’aumento delle tariffe postali colpisce duramente la raccolta fondi di tutte le organizzazioni no profit
Il provvedimento causa un ingente aumento dei costi per le organizzazioni con gravi ripercussioni sui fondi destinati ai progetti
Roma, 1 aprile 2010 – Il decreto interministeriale del 30 marzo 2010, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di ieri, in base al quale vengono soppresse le tariffe agevolate postali per tutta l’editoria libraria, quotidiana e periodica, in vigore con effetto immediato da oggi, colpisce in maniera molto dura le organizzazioni del settore no profit. L’aumento è del 500% circa per ogni singola spedizione.
La denuncia arriva da un gruppo di 23 associazioni e organizzazioni (ActionAid, Aism, Amnesty International, Centro per la Lotta contro l’Infarto-Fondazione Onlus, CESVI, COOPI, Fondazione Don Carlo Gnocchi, Fondazione Operation Smile Italia Onlus, Greenpeace, Lega del Filo d’oro, LAV, Medici Senza Frontiere, Moige-Movimento Italiano Genitori Onlus, OSF, Pangea Onlus, Progetto Continenti Onlus, Save the Children Italia ONLUS, Sightsavers Italia ONLUS, Terre des Hommes, Telethon, Unicef Italia, Un Ponte per, WWF Italia) che hanno sottolineato come il provvedimento danneggi gravemente tutte le loro attività di informazione, sensibilizzazione e raccolta fondi.
Pertanto, nonostante il decreto specifichi che un successivo provvedimento potrebbe stabilire ulteriori agevolazioni, ciò comporterà un periodo di vacatio tra l’entrata in vigore del primo e l’eventuale successivo che coincide con un momento dell’anno in cui in genere ogni organizzazione attua delle spedizioni ai propri donatori.
Le organizzazioni, pertanto, si appellano al governo affinché vengano immediatamente adottate delle misure che evitino un vertiginoso aumento del budget delle spedizioni che, anche in ragione delle tempistiche scelte per l’entrata in vigore del provvedimento, non potrà che tradursi in un decremento dei fondi destinati ai progetti.
Le organizzazioni sopracitate, quindi, chiedono l’immediato ripristino delle tariffe agevolate per il no profit.
Medici senza frontiere, a New York la conferenza dei donatori per Haiti
I bisogni restano immensi, Haiti deve essere messa nelle condizioni di garantire l’accesso alle cure per la popolazione
Port-Au-Prince/Roma, 30 marzo 2010 – Medici Senza Frontiere (MSF) ritiene che la conferenza internazionale dei donatori per Haiti, che si terrà il 31 marzo a New York, non dovrà prendere alcuna misura che limiti l’accesso alle cure per la popolazione, dal momento che la maggioranza della persone di Haiti è ancora estremamente vulnerabile.
Da quando il terremoto del 12 gennaio ha colpito Haiti, quasi tutte le strutture mediche pubbliche e molte di quelle private hanno fornito cure mediche gratuite. Intanto, è stato svelato il progetto di recupero progressivo dei costi di ospedalizzazione a partire da metà aprile.
“Condizionare l’accesso all’assistenza sanitaria in base alle disponibilità economica dei pazienti significherebbe ignorare totalmente la realtà con cui ci confrontiamo nelle strade e nei campi sfollati di Haiti”, dichiara Karline Kleijer, coordinatrice dell’emergenza per MSF ad Haiti. “Centinaia di migliaia di persone sono sfollate e vivono in alloggi di fortuna come tende e ripari di plastica, con in media una latrina per centinaia di persone. I ripari, l’igiene, l’acqua e le medicine sono i bisogni primari. I bisogni umanitari d’urgenza sono ancora enormi e non ancora del tutto coperti. Inoltre, con l’arrivo della stagione delle piogge e degli uragani, la situazione rischia di aggravarsi ulteriormente. Abbiamo già riscontrato dei problemi in alcuni campi dopo le prime lievi piogge”, conclude Karline Kleijer.
Le infezioni alle vie respiratorie e le malattie diarroiche rappresentano ad oggi le due patologie più diffuse che le equipe di MSF si trovano a fronteggiare. Le vittime del terremoto continuano ad avere bisogno di cure post-operatorie, di fisioterapia e di supporto psicologico. Inoltre, è necessario che le cure traumatologiche, ostetriche e pediatriche siano assicurate alla maggior parte della popolazione.
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Congo RDC, continuano gli scontri nel Sud Kivu: migliaia di feriti intrappolati nel conflitto
MSF chiede ai belligeranti di rispettare l’accesso alle cure per i feriti
Kinshasa/Roma, 12 marzo 2010 – Medici Senza Frontiere (MSF) esprime profonda preoccupazione per il deteriorarsi della situazione nell’Hauts Plateaux nella regione di Uvira (Sud Kivu), Repubblica Democratica del Congo (RDC). Migliaia di civili sono intrappolati da un conflitto che imperversa nella zona dall’inizio del febbraio scorso tra l’esercito congolese (FARDC) e i ribelli delle Democratic Forces for the Liberation of Rwanda (FDLR) e vari gruppi armati. L’uso della violenza contro i civili è frequente e la costante minaccia dell’uso delle armi rende estremamente difficoltoso l’accesso all’ospedale locale, dove un’equipe di MSF effettua operazioni chirurgiche. Attualmente MSF è l’unica organizzazione a fornire assistenza medica nella regione.
A causa degli intensi combattimenti nell’area di Hauts Plateaux, oltre 10 mila persone sono fuggite dai loro villaggi (Kitoga, Mugutu, Birunga, Kangova) per cercare rifugio nella zona di Mukumba all’inizio del febbraio 2010. MSF nell’Hauts Plateaux il 10 febbraio ha cominciato a fornire assistenza medica di emergenza alle famiglie sfollate. Da allora, MSF ha fornito assistenza medica nel villaggio di Kihuha a più di 750 pazienti affetti principalmente da infezioni del tratto respiratorio e da diarrea acuta e ha inoltre ricevuto decine di feriti, compresi bambini, bisognosi di assistenza chirurgica d’urgenza. Un’equipe di MSF specializzata in chirurgia d’urgenza è arrivata pochi giorni dopo all’ospedale in un vicino villaggio nel Katanga, dotato di una sala operatoria, per effettuare interventi chirurgici sui civili. Tuttavia, sono stati effettuati pochi interventi perché la popolazione era estremamente spaventata e non si recava in ospedale.
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Medici senza frontiere invito alla conferenza stampa il 2 Febbraio 2010
Al di là del muro, viaggio nei centri per migranti in Italia
Secondo rapporto di Medici Senza Frontiere sui CIE, CARA e CDA
Martedì 2 febbraio ore 11.00
Sala Stampa Estera, via dell’Umiltà 83/c – Roma
A distanza di cinque anni Medici Senza Frontiere (MSF), unica organizzazione indipendente ad essere entrata nei centri, è tornata nei luoghi di detenzione per gli immigrati privi di permesso di soggiorno e di transito per i richiedenti asilo.
“Al di là del muro” rappresenta la seconda fotografia dettagliata della realtà che si vive all’interno dei CIE (Centri di identificazione ed espulsione), CARA (Centri di accoglienza per richiedenti asilo) e CDA (Centri di accoglienza) in Italia.
Questa indagine è basata su due diverse visite condotte da MSF a distanza di otto mesi nel corso del 2009.
Il rapporto indaga le condizioni di vita e gli aspetti socio-sanitari all’interno di queste strutture. Con “Al di là del muro” MSF intende far conoscere la realtà di questi spazi chiusi ad osservatori esterni e far emergere la quotidianità vissuta da migliaia di persone.
Interverranno:
Kostas Moschochoritis, direttore generale di MSF Italia
Alessandra Tramontano, coordinatrice medica MSF Missione Italia
Rolando Magnano, vice capo missione MSF Missione Italia
Per informazioni:
Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere 06.44.86.921 – 349.81.32.110 – 334.65.38.545 –
Terremoto a Haiti – I chirurghi di MSF effettuano 130 interventi chirurgici al giorno
Dieci sale operatorie di MSF in funzione giorno e notte nelle città di Port-au-Prince, Leogane e Jacmel – Avviato programma di supporto psicologico per i pazienti che hanno subito amputazioni degli arti e per le loro famiglie
Port-au-Prince, 21 gennaio 2010 – Le equipe di MSF hanno continuato a occuparsi delle lunghe code di pazienti in attesa di cure e interventi chirurgici, anche mentre Port-au-Prince veniva colpita nuovamente da una forte scossa di assestamento mercoledì mattina (ora locale). Nell’ospedale di Choscal nello slum di Cité Soleil a Port-au-Prince, dove due sale operatorie sono operative ventiquattro ore su ventiquattro da diversi giorni per gestire i feriti più gravi, i pazienti si sono talmente spaventati per la scossa di assestamento che le nostre equipe hanno dovuto evacuarli e ricoverarli in strutture-tenda all’esterno. Le sale operatorie hanno continuato a funzionare con quattro equipe chirurgiche che si danno il cambio giorno e notte.
All’ospedale di Carrefour, sempre a Port-au-Prince, le equipe di MSF hanno avviato un programma di supporto psicologico per i pazienti che hanno subito amputazioni degli arti e per le loro famiglie. Una diversa forma di terapia intensiva post-operatoria è allo studio, mentre è iniziata l’attività di fisioterapia per i pazienti con ustioni in un altro ospedale. Continuano le dialisi per le vittime della sindrome da schiacciamento nel più grande Hopital Général. Sei pazienti sono stati curati con la dialisi e MSF sta identificano altri pazienti con ferite causate da schiacciamento che hanno bisogno di cure intensive.
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Terremoto a Haiti Corsa contro il tempo per gli interventi chirurgici Le ferite infette hanno bisogno di cure immediate
Port-au-Prince, 15 gennaio 2010 – Le equipe di MSF a Port-au-Prince stanno in queste ore aumentando la propria capacità chirurgica e hanno attivato due sale operatorie per assistere 300 pazienti che sono stati trasportati alla struttura di MSF presente all’ospedale di Choscal, nel distretto di Cité Soleil. Il resto dello staff medico sta assistendo le centinaia di persone nelle cliniche che hanno bisogno di cure immediate per le ferite. Le attrezzature che si sono potute mettere in salvo dalle strutture sanitarie danneggiate all’ospedale di MSF sono state trasportate a Choscal. È una corsa contro il tempo perché le ferite infette hanno bisogno di interventi immediati. Sono in arrivo sale operatorie gonfiabili con altri chirurghi. Ma ci sono ostacoli nelle vie di accesso e nei trasporti e gli operatori umanitari vengono ritardati, sia quelli che arrivano per via aerea che via terra.
L’assistenza medica attraverso le strutture-tenda continua di fronte all’ospedale traumatologico di La Trinité e al centro di riabilitazione di Pacot. Più di mille pazienti hanno ricevuto assistenza medica di base direttamente lì. “Le priorità mediche sono le prime visite, la stabilizzazione dei feriti e l’invio dei pazienti che necessitano di interventi chirurgici”, spiega Mego Terzian dell’unità di emergenza di MSF. “I cadaveri rappresentano una priorità medica solo nella misura in cui sono un fattore di stress per i sopravvissuti. Ma in questo contesto, dal momento che la causa della morte non è un’infezione, non c’è rischio di epidemie legato ai corpi”.
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Medici senza Frontiere, terremoto a Haiti – aggiornamento sulla situazione e sulle attività di MSF
Medici Senza Frontiere (MSF) incontra i giornalisti per un aggiornamento sulla drammatica
situazione a Haiti in seguito al terremoto.
Giovedì 14 gennaio 2010, ore 14.30
Presso la sede di Medici Senza Frontiere
Via Volturno 58, 3° piano
Roma
Intervengono:
– Kostas Moschochoritis, direttore generale di MSF Italia
– Barbara Maccagno, coordinatore medico dei progetti di MSF a Haiti
Si prega di confermare la partecipazione allo 06.44.86.921
Per informazioni:
Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere 06.44.86.921 – 349.81.32.110 – 335.84.89.761
Terremoto a Haiti – MSF lancia una raccolta di fondi straordinaria
Medici Senza Frontiere (MSF) lancia una raccolta fondi straordinaria per potere continuare a soccorrere le vittime del devastante terremoto che ha colpito Haiti.
I fondi raccolti verranno utilizzati sia per rispondere all’emergenza in corso, sia per i progetti ordinari di assistenza medica una volta che sarà terminata la fase di emergenza. MSF lavora a Haiti dal 1991.
Per contribuire all’azione di soccorso di MSF a Haiti:
• carta di credito telefonando al numero verde 800.99.66.55 oppure allo 06.44.86.92.25
• bonifico bancario IBAN IT58D0501803200000000115000
• conto corrente postale 87486007 intestato a Medici Senza Frontiere onlus causale Terremoto Haiti
• on line sul sito www.medicisenzafrontiere.it
Terremoto a Haiti – aggiornamento sulle attività di Medici Senza Frontiere (13 gennaio 2009)
Un terremoto di magnitudo 7.0 ha colpito ieri Haiti – l’epicentro è stato a 15 chilometri a sud-ovest della capitale, Port-au-Prince. Le equipe di Medici Senza Frontiere (MSF) sul terreno hanno constatato danni significativi alle proprie strutture mediche, dove pazienti e operatori sanitari sono rimasti feriti e dove stanno giungendo i feriti.
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Medici senza Frontiere, immigrati stagionali: abbandono e sfruttamento in Sud Italia
Roma, 12 gennaio 2010 – Dopo i recenti fatti di Rosarno in Calabria, che hanno posto la situazione degli immigrati stagionali al centro dell’attenzione, Medici Senza Frontiere (MSF) denuncia il continuo stato di abbandono e lo sfruttamento di questa popolazione in Italia meridionale.
I siti in cui gli immigrati stagionali vivevano nella Piana di Gioia Tauro sono ora totalmente vuoti, dopo le violenze. La maggior parte delle persone sono state portate dalle autorità nei Centri per immigrati di altre città italiane (Bari e Crotone), abbandonando le proprie cose negli edifici in cui vivevano. “Alcune persone non erano convinte di andarsene, perchè non avevano ancora ricevuto la paga per le giornate di lavoro compiute, altre temevano di essere detenute o deportate. Ma gli immigrati erano così spaventati da non aver altra scelta che quella di andarsene”, racconta Alessandra Tramontano, coordinatore medico dei progetti sull’immigrazione di MSF Italia. MSF ha anche visitato i sette immigrati che sono stati ricoverati negli ospedali locali dopo essere stati vittima degli attacchi.
“I recenti episodi di violenza e di ostilità sono un sintomo estremo del perenne abbandono in cui versano gli immigrati impiegati come stagionali in Sud Italia”, dice Loris De Filippi, responsabile dei progetti di MSF Italia. “Costituiscono una forza lavoro cruciale nell’agricoltura italiana e al contempo sono facili prede dello sfruttamento.
Gli immigrati stagionali impiegati in agricoltura in molte regione dell’Italia meridionale vivono in condizioni estremamente dure: in edifici abbandonati ed esposti alla pioggia e al freddo in inverno. I siti presentano pessime condizioni igienico-sanitarie e l’accesso all’assistenza sanitaria è limitato. Le nostre equipe mediche hanno evidenziato che proprio le disastrose condizioni di vita e di lavoro hanno conseguenze drammatriche sulla salute di queste persone, che presentano infezioni respiratorie, patologie osteo-muscolari e gastroenteriche”.
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Rosarno, il sintomo di un problema italiano l’inferno quotidiano dei lavoratori stagionali
Medici Senza Frontiere (MSF) incontra i giornalisti per raccontare l’esperienza diretta dell’organizzazione che da anni fornisce assistenza sanitaria agli immigrati impiegati come lavoratori stagionali in agricoltura nelle regioni dell’Italia meridionale, Calabria compresa.
Scarso accesso alla salute, alloggi totalmente inadeguati, esclusione sociale e condizioni di vita inaccettabili costituiscono la realtà quotidiana degli stagionali in molte delle regioni italiane, come MSF ha evideniziato nei due rapporti “Una stagione all’inferno” (2008) e “I frutti dell’ipocrisia” (2005).
I fatti di Rosarno in Calabria dei giorni scorsi sono un sintomo estremo della situazione in cui vive questa popolazione vulnerabile. Dal 2003 MSF ribadisce gli appelli fatti in questi anni per garantire il diritto alla salute e condizioni di vita adeguate per le migliaia di immigrati stagionali.
Martedì 12 gennaio 2010
ore 11.30
Presso la sede di Medici Senza Frontiere
Via Volturno 58, 3° piano
Roma
Medici senza Frontiere, Gaza, a un anno dalla guerra la situazione umanitaria rimane disastrosa
Roma 29 dicembre 2009 – Il 27 dicembre 2008 l’esercito israeliano lanciava l’operazione “Piombo fuso” nella Striscia di Gaza. L’offensiva era iniziata con bombardamenti aerei ad alta intensità ai quali era seguita, il 3 gennaio 2009, un’invasione terrestre . La guerra finì 22 giorni dopo, il 18 gennaio, con pesanti conseguenze: circa 1.300 palestinesi furono uccisi, di questi, ben 900 erano civili, tra cui 300 bambini. I feriti sono stati all’incirca 5.300.
Anche se il livello dell’ assistenza sanitaria a Gaza si è notevolmente abbassato dopo le violenze di un anno fa, la situazione era estremamente critica anche prima che questo episodio di violenza estrema colpisse la Striscia. Dal punto di vista di MSF, la situazione a Gaza continua a peggiorare a più di un anno di distanza, anche per una serie di concause politiche ed economiche, su tutte:
– Gli anni del conflitto israelo-palestinese e i livelli di violenza raggiunti durante l’operazione “Piombo fuso”.
– L’embargo economico, che è stato rafforzato a partire dal gennaio 2008, in particolare per quanto riguarda l’elettricità e il carburante. Il blocco impedisce qualsiasi ricostruzione post-bellica.
– La conflittualità all’interno della galassia palestinese, in particolare nell’estate del 2007, con conseguenze sugli ospedali e sul personale medico costretto in quel periodo allo sciopero. In quella fase si assistette allo svilimento del lavoro degli operatori umanitari con conseguenze sulle cure mediche.
Tutti questi fattori, che hanno contribuito al peggioramento della situazione, continuano ad avere un impatto, sia diretto che indiretto, ancora oggi.
La qualità dei servizi sanitari continua a diminuire
La capacità di risposta del sistema sanitario è stata notevolmente ridotta. La maggior parte delle attrezzature mediche è inaffidabile. L’embargo non consente di ottenere alcuni pezzi di ricambio. Allo stesso modo, le unità mediche si trovano a fronteggiare la carenza di medicinali.
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Medici senza Frontiere
18 dicembre, Giornata internazionale dei migranti
Medici Senza Frontiere chiede ai governi europei di rispettare la vita
e la dignità dei migranti e di migliorare l’accesso ai servizi di base
e all’assistenza sanitaria per queste persone
Bruxelles/Roma, 17 dicembre 2009 – I richiedenti asilo e i migranti privi di permesso di soggiorno stanno pagando un caro prezzo per le politiche sempre più restrittive, in termini di accoglienza e di accesso alla salute, messe in atto dai governi europei. Queste persone fuggono da conflitti e carestie e da contesti in cui vengono violati i diritti umani, affrontano lunghi e pericolosi viaggi in cui l’attraversamento del Mar Mediterraneo rappresenta solo l’ultima parte del tragitto per raggiungere l’Europa. Quando finalmente raggiungono uno stato membro, si trovano ad affrontare periodi di detenzione prolungata o condizioni di vita spaventose, talvolta peggiori di quelle da cui erano fuggiti. Altri vengono intercettati ed espulsi verso paesi in cui la loro salute e la loro stessa vita possono essere messe a repentaglio.
In occasione della Giornata Internazionale dei Migranti del 18 dicembre, Medici Senza Frontiere (MSF) chiede ai responsabili politici di tutta Europa di rispettare la vita e la dignità dei migranti e dei richiedenti asilo, e di migliorare il loro accesso ai servizi di base, tra cui gli alloggi e l’assistenza sanitaria.
Le equipe di MSF assistono i migranti e i richiedenti asilo in diverse fasi del loro viaggio. Nei paesi di origine come Somalia, Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo (RDC) e Nigeria, MSF cura le conseguenze mediche di violenza e privazioni di ogni tipo. In Italia, Marocco, Grecia, Malta e Francia, le equipe di MSF forniscono assistenza medica e psicologica a coloro che sono sopravvissuti al viaggio: molte di queste persone affrontano un lungo tragitto attraverso il deserto a cui vanno aggiunte le pericolose rotte marittime. Talvolta i migranti vengono imprigionati e sfruttati o cadono vittima di contrabbandieri e trafficanti. Sono sempre di più, tra quelli che affrontano il viaggio, i minori non accompagnati e le donne, molte delle quali in stato di gravidanza.
Fondazione Corriere della Sera e Medici Senza Frontiere
Soccorrere, aiutare, salvare, testimoniare. Come e perché?
Dibattito internazionale a 10 anni dal Nobel per la Pace a Medici Senza Frontiere
Mercoledì 16 dicembre 2009, ore 21.00 (apertura sala 20.30)
Fondazione Corriere della Sera
Sala Buzzati, Via Balzan 3 angolo Via San Marco 21 – Milano
“Il silenzio è stato a lungo confuso con la neutralità, ed è stato presentato come condizione necessaria per l’azione umanitaria. Fin dalle sue origini, MSF si oppone a questo assunto. Non siamo sicuri che le parole siano sempre in grado di salvare vite, ma sappiamo con certezza che il silenzio può uccidere” (*)
Queste le parole pronunciate dal Presidente di Medici Senza Frontiere (MSF) 10 anni fa a Oslo, quando MSF ricevette il Premio Nobel per la Pace.
Dopo l’11 settembre 2001, dopo la strumentalizzazione dell’azione umanitaria da parte dei governi e degli eserciti occidentali, ma anche dopo gli attacchi e i rapimenti subiti da Medici Senza Frontiere, dalla Croce Rossa Internazionale e da tante altre organizzazioni non governative, possiamo ancora affermare che il silenzio uccida? A dieci anni dal Nobel per la Pace a Medici Senza Frontiere, ne parleranno in un dibattito internazionale organizzato presso la Fondazione Corriere della Sera:
– Rony Brauman, già presidente Medici Senza Frontiere, direttore della ricerca presso la Fondazione di MSF CRASH a Parigi
– David Rieff, giornalista del New York Times Magazine e scrittore
– Kostas Moschochoritis, direttore di Medici Senza Frontiere Italia
Modera:
– Eric Joszef, corrispondente di Libération
Apre i lavori:
– Giangiacomo Schiavi, vicedirettore del Corriere della Sera
(*) Dal discorso pronunciato dal Dr James Orbinski, Presidente del Consiglio Internazionale di MSF, a Oslo, in Norvegia, il 10 dicembre 1999
Per partecipare è necessario confermare la presenza: 02.43.91.27.96 – int. 113
Diretta video: sarà possibile seguire la conferenza in diretta video sul sito del Corriere della Sera www.corriere.it
Emergenza in Sud Sudan, cresce la violenza mentre gli aiuti restano totalmente inadeguati
“Curiamo donne ferite che hanno perso tutta la loro famiglia, bambini con le gambe distrutte dai proiettili, persone che sono scappate senza nemmeno il tempo di seppellire i propri cari”
Nairobi / Roma, 14 dicembre 2009 – La popolazione del Sud Sudan è intrappolata in una crisi che continua a peggiorare, dopo quello che è stato l’anno più violento dagli accordi di pace del 2005 che avevano posto fine a oltre due decenni di guerra civile contro il Nord Sudan. Tuttavia, la risposta all’attuale crescente emergenza è inadeguata, secondo Medici Senza Frontiere (MSF).
In un nuovo rapporto intitolato “Facing Up To Reality: Health Crisis deepens as violence escalates in Southern Sudan” (“Affrontare la realtà: la crisi sanitaria peggiora mentre la violenza aumenta in Sud Sudan”), MSF chiede alle autorità governative, ai donatori internazionali e alle organizzazioni umanitarie di riconoscere la reale portata della crisi e di garantire che i bisogni umanitari della popolazione trovino una risposta immediata.
“La violenza è in aumento, facendo precipitare la popolazione da un disastro a un altro. Tuttavia, i bisogni più urgenti non trovano risposta”, afferma Stephan Goetghebuer, direttore delle operazioni di MSF in Sudan. “Una migliore risposta a questa crescente emergenza è cruciale, altrimenti le cliniche continueranno a esaurire le scorte di farmaci salvavita, i pazienti vittime di colpi di arma da fuoco continueranno a raggiungere le cliniche molti giorni dopo gli attacchi e innumerevoli altri non riceveranno nessun tipo di assistenza medica”.
Nel corso di quest’anno MSF ha potuto constatare un preoccupante peggioramento della sicurezza in Sud Sudan: un numero crescente di scontri negli stati dell’Upper Nile, Jonglei, Lakes e Central Equatoria; attacchi dal gruppo ribelle ugandese della Lord’s Resistance Army nello stato dell’Equatoria.
Medici senza Frontiere, Vertice Mondiale sulla Sicurezza Alimentare
MSF: il vertice FAO ha nuovamente fallito nel combattere la malnutrizione infantile
Roma, 18 novembre 2009 – Mentre il Vertice Mondiale sulla Sicurezza Alimentare giunge al termine, la comunità internazionale, per l’ennesima volta, non riesce a impegnarsi per affrontare la malnutrizione infantile. I leader mondiali non sono nemmeno riusciti a stanziare fondi per affrontare direttamente il problema della malnutrizione, nonostante la promessa di 20 miliardi di dollari per sostenere la sicurezza alimentare fatta al Vertice del G8 all’Aquila quest’anno.
Il vertice ha fallito clamorosamente nel proteggere i più vulnerabili: sono stati trascurati i milioni di bambini sotto i cinque anni (tra i 3,5 e i 5 milioni) che ogni anno muoiono a causa della malnutrizione.
Nel 2008, Medici Senza Frontiere (MSF) ha curato oltre 300mila bambini malnutriti nel mondo. Le equipe di MSF sono state testimoni dei danni causati da un’assistenza alimentare inefficace, nonostante l’esistenza di un consenso scientifico su come prevenire la malnutrizione.
Un rapporto di MSF (1) presentato a Roma la settimana scorsa ha dimostrato, come dei miliardi di dollari stanziati dai governi dei Paesi appartenenti all’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) per i programmi di assistenza alimentare e sicurezza alimentare, solamente l’1,7% affronta direttamente la malnutrizione infantile.
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Medici Senza Frontiere presenta il nuovo “Rapporto delle attività”, 12 novembre 2009
LOTTA ALLA MALNUTRIZIONE QUANTO SPENDE DAVVERO IL MONDO?
Mercoledì 11 novembre 2009, ore 11.30
Hotel Nazionale – Sala Cristallo
Piazza Montecitorio, 131
Roma
Medici Senza Frontiere (MSF), alla vigilia del Vertice Mondiale sulla Sicurezza Alimentare della FAO a Roma (16 – 18 novembre), presenta alla stampa italiana e internazionale il rapporto “Malnutrizione: quanto è stato speso? Un’analisi dei flussi finanziari a sostegno della lotta alla malnutrizione”. Il rapporto presenta un’analisi su quanto viene speso, a livello globale, per la cura e la prevenzione della malnutrizione infantile.
Interverranno:
– Nathalie Ernoult, esperta di nutrizione, Campagna per l’Accesso ai Farmaci Essenziali di MSF
– Silvia Mancini, esperta di salute pubblica internazionale, MSF Italia
– Loris De Filippi, responsabile dei progetti, MSF Italia
– Daniel Berman, vice direttore, Campagna per l’Accesso ai Farmaci Essenziali di MSF
Il focus del Vertice Mondiale sulla Sicurezza Alimentare della FAO, dove si discuterà sul modo di affrontare la crescente fame nel mondo, sarà l’agricoltura. Sebbene questo sia estremamente importante, sarebbe un grave errore ignorare la questione di come affrontare la malnutrizione infantile.
La malnutrizione è un’emergenza medica e umanitaria: ogni anno nel mondo muoiono, per patologie collegate alla malnutrizione, tra i 3,5 e i 5 milioni di bambini. Nel mondo sono 178 milioni i bambini sotto peso, e ogni anno sono 20 milioni i bambini gravemente malnutriti che rischiano la vita.
Durante la conferenza stampa, che si terrà in inglese e in italiano, sarà disponibile un servizio di traduzione simultanea.
Per informazioni:
Andrea Pontiroli
Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere
06 4486921 – 335 8489761
andrea.pontiroli@rome.msf.org
Colombia, migliaia in fuga dal conflitto nel Nariño MSF chiede maggiore assistenza per tutti gli sfollati
Bogotà/Roma, 26 ottobre – Il conflitto armato si sta intensificando ogni giorno di più in gran parte del territorio del dipartimento di Nariño, nel sud-est della Colombia, dove diversi gruppi armati si fronteggiano per il controllo di un territorio strategicamente importante, anche per la presenza delle coltivazioni di coca. Secondo i dati ufficiali, dall’inizio dell’anno fino alla fine di settembre, più di 12.400 persone sono dovute fugire all’interno del Nariño, una situazione di emergenza che lo Stato colombiano non riesce a gestire. Nella maggior parte dei casi, gli sfollati ricevono poca o addirittura nessuna assistenza nei primi giorni dopo il loro arrivo nei luoghi in cui si rifugiano.
Dallo scorso giugno, Medici Senza Frontiere (MSF) ha assistito le vittime di otto sfollamenti di massa nel dipartimento, dove circa 4mila persone hanno abbandonato le proprie case e sono fuggite in cerca di sicurezza verso i municipi principali. “Assistiamo una popolazione obbligata a fuggire a causa dei continui scontri fra tutti i gruppi armati”, dichiara David Cantero, coordinatore di MSF in Colombia.
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Yemen, l’ospedale di Razeh colpito da un missile MSF chiede di rispettare le strutture sanitarie
C’è urgente bisogno di un ospedale in una zona sicura
Sanaa/Roma, 22 ottobre 2009 – Nella notte tra giovedì 15 e venerdì 16 ottobre, l’ospedale di Razeh, nel governorato di Saada, è stato colpito da un missile. Il personale e i pazienti sono stati costretti ad evacuare i locali il giorno seguente, nonostante i numerosi feriti bisognosi di costante assistenza medica. Proprio il giorno prima, erano stati ricoverati nella struttura dieci pazienti con ferite provocate dagli scontri, compresi sei bambini e due donne.
Medici Senza Frontiere (MSF) rinnova il suo appello alle parti coinvolte nel conflitto affinché garantiscano il rispetto per le strutture mediche e rendano le cure facilmente accessibili ai pazienti.
MSF dal 2007 lavora in collaborazione con il Ministro della Salute in due ospedali ad Al Talh e Razeh, nel governorato di Saada, fornendo cure mediche e chirurgiche gratuite. Nonostante le difficoltà, le attività sono andate avanti ininterrottamente fino ad ora, grazie ad un accordo stretto fra entrambe le parti del conflitto. Tuttavia il lavoro svolto dai medici diventa impossibile se vengono a mancare anche le condizioni minime di sicurezza.
Medici senza frontiere, Repubblica Democratica del Congo, cresce la violenza contro la popolazione civile nel nord del paese
Kinshasa / Roma, 14 ottobre 2009 – Un anno dopo lo scoppio delle violenze nel distretto dell’Haut-Uélé, nel nord della Repubblica Democratica del Congo (RDC), gli attacchi e gli scontri si sono ora estesi a nuove zone, obbligando centinaia di migliaia di persone alla fuga. Le organizzazioni umanitarie non sono riuscite a fare fronte agli enormi bisogni creatisi, ed è ora necessaria un’azione urgente e una maggiore presenza delle organizzazioni umanitarie nelle zone rurali dell’Haut-Uélé e del Bas-Uélé, sostiene Medici Senza Frontiere (MSF).
Dalla fine del 2008, la popolazione civile dell’Haut-Uélé e del Bas-Uélé è rimasta intrappolata in un drammatico ciclo di violenze legate agli attacchi perpetrati dal gruppo ribelle ugandese della Lord’s Resistance Army, e all’offensiva contro questo da parte delle forze armate congolesi e ugandesi. Con il deteriorarsi della situazione, i civili si sono inoltre trovati a subire sempre più frequenti fenomeni di banditismo.
“La popolazione locale è l’obiettivo delle violenze: omicidi, rapimenti e abusi sessuali”, dichiara Luis Encinas, coordinatore delle operazioni di MSF in Africa centrale. “Stiamo parlando di tattiche di violenza il cui obiettivo è quello di terrorizzare le persone.
Emergenza in Asia, oltre 60 operatori di MSF sui luoghi del disastro in Indonesia, Samoa e Filippine MSF invia 45 tonnellate di materiale medico e di generi di prima necessità in Indonesia
Al lavoro numerose organizzazioni locali e internazionali che sono subito accorse in uno straordinario slancio di soccorso
Manila / Giacarta / Apia, 7 ottobre 2009 – Le équipe di MSF, impegnate nelle Filippine, a Samoa e in Indonesia nelle zone colpite dai disastri nell’individuazione dei bisogni più impellenti non ancora coperti, hanno già avviato le prime visite mediche e la distribuzione di beni di prima necessità.
Inondazioni nelle Filippine: in corso la valutazione dei danni e dei bisogni
Un’equipe di MSF sta valutando la situazione a Tuguegarao, una città del nord, dove sabato 3 ottobre un secondo tifone ha provocato danni ingenti e ucciso 15 persone. Altre equipe concentrano invece la loro attività nella città di Manila e dintorni a una settimana dal passaggio dell’uragano tropicale Ketsana. Secondo dati ufficiali, l’inondazione ha ucciso 300 persone e ne ha messe in fuga 320mila, che si sono rifugiate a Manila e nelle aree limitrofe. Ora che il livello delle acque ha cominciato a scendere, molte persone hanno già deciso di rientrare alle proprie case. Alcune località sono però ancora sommerse e potrebbero passare dei mesi prima che l’acqua si ritiri del tutto. Le attività delle cliniche mobili di MSF e la distribuzione di generi non alimentari (sapone, recipienti e teli di plastica) sono in corso a Laguna Bay, a sudest di Manila, un’area ancora parzialmente sommersa. L’ampiezza dell’area colpita e la sua topografia rendono difficile raggiungere alcune comunità che potrebbero invece avere urgente bisogno di soccorso. Per questo le equipe di MSF si muovono anche con elicotteri e barche.
Due cliniche mobili garantiscono una media di settanta visite mediche al giorno presso alcuni dei 505 centri di evacuazione a Manila e dintorni. Le malattie più diffuse sono la diarrea e le infezioni della pelle. Le nostre equipe mediche hanno attivato un monitoraggio costante in modo da essere pronte nell’eventualità di un’epidemia di malattie legate alle condizioni dell’acqua o a infezioni delle vie respiratorie. “Dopo ogni disastro naturale di grave entità, viene sempre dichiarato lo stato di allarme in relazione ai maggiori rischi epidemiologici”, spiega il dottor Jean Rigal, dirigente medico di MSF. “Di fatto, non sono scoppiate epidemie all’indomani dell’uragano Mitch nel 1998, dello Tsunami nel 2005 e neppure, nello stesso anno, dell’uragano Katrina. Tuttavia non si può escludere che un’epidemia si manifesti in un secondo momento, se la malattia covava da tempo, se viene danneggiato il sistema sanitario locale o quello di distribuzione delle acque potabili, o ancora se la gente viene costretta a vivere in spazi ristretti all’interno di campi di emergenza. Ecco perché è necessario istituire un valido sistema di monitoraggio.”. In ogni caso, i rischi sanitari collegati allo stato di abbandono dei cadaveri, di cui si parla spesso come di un pericolo reale, sono relativamente bassi.
Terremoto in Indonesia: in corso la valutazione dei danni e dei bisogni
Circa 40 operatori umanitari di MSF – tra cui chirurghi, infermieri, psicologi e addetti alla logistica – sono al momento impegnati a valutare l’entità dei bisogni a Padang e nell’area limitrofa, soprattutto nella città di Pariaman, dove è andato distrutto il 90% delle abitazioni. Le ultime stime ufficiali, quasi una settimana dopo il violento terremoto che ha colpito l’isola indonesiana di Sumatra, parlano di 704 morti e di un numero ancora imprecisato di persone scomparse, tra le 1.000 e le 3.000. Si contano inoltre circa 800 feriti gravi, oltre a 2.600 feriti in maniera meno importante. Nel complesso, però, sembra che i servizi medici locali siano in grado di affrontare la situazione, grazie anche ai molti ospedali dislocati sul territorio. Le equipe di MSF stanno perciò convogliando i loro sforzi per venire incontro ai bisogni delle aree rurali limitrofe, con il sussidio degli ambulatori mobili e l’avvio della distribuzione di materiale di primo soccorso.
Tsunami a Samoa, Sud Pacifico: in corso la valutazione dei danni e dei bisogni
Un’equipe composta da un coordinatore, uno specialista in igiene dei sistemi idraulici e fognari e uno psicologo hanno visitato la costa meridionale dell’isola Upolu, nell’area compresa tra i villaggi di Lalomanu e Fusi, per una prima valutazione della situazione. Una significativa porzione della costa (tra Lalomanu e Lotofaga) è stata infatti colpita in pieno dal terremoto e dal conseguente tsunami del 29 settembre. Un’altra equipe di MSF sta invece visitando l’isola di Manono, a ovest di Upolu. Essendo raggiungibile solo via mare, a bordo di imbarcazioni, questa area non ha ancora ricevuto alcun soccorso. MSF fornirà assistenza psicologia alle persone colpite dal disastro.