Archive for the ‘Medici senza frontiere’ tag
Sudan: Attacco a campo di Zamzam. MSF: “Situazione oltre il caos”
Zamzam, il più grande campo per la popolazione sfollata del Sudan, è sotto i bombardamenti delle Forze di Supporto Rapido (RSF) da ieri sera. Ci sono vittime, panico e sfollamenti di massa tra le persone che ci vivono.
I team di Medici Senza Frontiere (MSF) hanno assistito 8 feriti, tra cui donne e bambini di soli 4 anni, con gravi ferite come traumi al torace e fratture. Questa mattina, 4 pazienti gravemente feriti sono stati trasferiti in un’altra struttura, poco prima che ricominciassero i bombardamenti vicino al mercato e all’ospedale da campo di MSF.
La situazione è più che caotica, i pazienti e il personale medico di MSF stanno evacuando il campo per mettersi al sicuro. Gli ultimi 3 pazienti, che erano ricoverati in terapia intensiva e ancora dipendenti dall’ossigeno, sono stati evacuati in condizioni pericolose e ora l’ospedale di MSF è vuoto.
“Non solo le persone muoiono di fame, ma ora sono anche sotto attacco e sono costrette a fuggire di nuovo. Siamo preoccupati per la loro sicurezza, compresa quella del nostro personale, e chiediamo con urgenza la protezione dei pazienti, dei civili, delle équipe mediche e delle strutture sanitarie nel campo di Zamzam. Inoltre, deve essere garantito un passaggio sicuro a coloro che fuggono da queste violenze” dichiara Michel-Olivier Lacharité, responsabile delle operazioni di emergenza di MSF.
Sud Sudan, MSF: “Numeri allarmanti di bambini con malaria all’ospedale di Aweil”
Sud Sudan, MSF: “Numeri allarmanti di bambini con malaria all’ospedale di Aweil”
400 bambini ricoverati solo a settembre con malaria grave
12 novembre 2024 – In Sud Sudan, è allarmante il numero di bambini affetti da malaria grave che sono stati ricoverati negli ultimi tre mesi all’ospedale di Aweil, struttura supportata dai team di Medici Senza Frontiere (MSF) nello stato di Northern Bahr el Ghazal. Dopo un primo aumento dei ricoveri a giugno, a settembre sono stati fino a 400 i bambini ricoverati nel reparto pediatrico per malaria grave – più del doppio rispetto al settembre dell’anno precedente – avverte MSF.
“Ogni anno, durante la stagione delle piogge, ad Aweil si registra un’impennata dei casi di malaria. Per questo motivo facciamo attività di prevenzione stagionale per decine di migliaia di bambini, apriamo centri di test e trattamento in modo che le persone possano essere rapidamente diagnosticate e ricevere cure, e creiamo un reparto per la malaria all’interno dell’ospedale con 72 posti letto. Tuttavia, quest’anno abbiamo affrontato una situazione eccezionale e l’ospedale è stato completamente sopraffatto” afferma Mamman Mustapha, capomissione di MSF in Sud Sudan. “Anche se a settembre abbiamo aumentato a 94 il numero di letti del reparto malaria, non è stato sufficiente per far fronte all’aumento dei ricoveri e molti pazienti sono stati curati nei corridoi. Solo nell’ultimo mese, abbiamo ricoverato ogni giorno in media 43 bambini affetti da forme gravi di malaria, molti dei quali hanno avuto bisogno di trasfusioni di sangue. Da settembre, abbiamo effettuato circa 14 trasfusioni di sangue per la malaria al giorno e un numero giornaliero medio di 140 bambini ricoverati. Sono statistiche terribili. Non dovrebbe accadere che così tanti bambini finiscano in ospedale con forme avanzate di malaria quando questa può essere facilmente curata in una clinica”.
Nord di Gaza, Chirurgo MSF: “È una catastrofe. Feriti ovunque nell’ospedale Kamal Adwan. Non riusciamo a raggiungere i feriti in strada”
23 ottobre 2024 – Di seguito la testimonianza del dottor Mohammed Obeid, chirurgo ortopedico di Medici Senza Frontiere (MSF), in azione all’ospedale di Kamal Adwan, a nord di Gaza. L’audio è qui.
“C’è morte dappertutto, di ogni tipo e forma, nell’ospedale di Kamal Adwan e nel nord di Gaza. I bombardamenti non cessano. L’artiglieria non si ferma. Gli aerei non si fermano. I bombardamenti sono pesanti e anche l’ospedale viene preso di mira. Sembra la scena di un film, sembra surreale.
Circa 5 giorni fa è stata colpita la mia casa. Hanno fatto saltare completamente il tetto e i serbatoi dell’acqua, ma noi eravamo al piano terra e solo una persona è rimasta ferita, grazie a Dio. Ci siamo allontanati da casa più di una volta, spostandoci in zone diverse, la mia famiglia e i miei vicini erano terrorizzati. Mi sono rifugiato nell’ospedale Kamal Adwan con mia moglie e i miei figli e ora lavoro qui, dove posso curare numerosi pazienti.
Non ci sono parole per descrivere la situazione dell’ospedale di Kamal Adwan: è disastrosa. L’ospedale è completamente sovraccarico. Ci sono feriti ovunque, fuori e dentro la struttura, e non abbiamo attrezzature mediche e chirurgiche per assisterli.
Le ambulanze non possono spostarsi. Non possiamo raggiungere i corpi delle persone rimaste uccise e non possiamo salvare i feriti che giacciono per strada. Molti di loro sono morti ancor prima di raggiungere l’ospedale e altri all’interno dell’ospedale, perché non siamo riusciti a curare le loro ferite.
Ci sono 30 persone morte all’interno dell’ospedale e circa 130 pazienti feriti che hanno bisogno di cure mediche urgenti. Il personale medico è esausto e molti sono rimasti anche feriti. Abbiamo perso la speranza. Non ho parole per descrivere quello a cui stiamo assistendo.
Chiediamo a tutti i paesi di chiedere la fine dell’assedio nel nord di Gaza che sta portando alla morte di così tante persone”.
Gaza, Deir el Balah: quasi 400 pazienti al giorno nell’ospedale da campo MSF
10.962 visite in 4 settimane, 40% sono bambini sotto i 14 anni
16 ottobre 2024 – L’ospedale da campo di Medici Senza Frontiere (MSF) a Deir el Balah, a Gaza, nelle sole prime quattro settimane di attività ha effettuato 10.962 visite ambulatoriali. Nel 40% dei casi i pazienti erano bambini sotto i 14 anni.
Il bisogno di cure mediche a Gaza è enorme e le équipe di MSF stanno ora ampliando le attività per includere il ricovero pediatrico. I team di MSF ricevono molti bambini con infezioni cutanee e respiratorie, conseguenza diretta delle pessime condizioni di vita nei campi sovraffollati e, con l’avvicinarsi dell’inverno, ci si aspetta un enorme numero di bambini gravemente malati che richiedono cure specialistiche.
“Curiamo bambini con malattie legate alle loro condizioni di vita, ma quando lasciano l’ospedale tornano nello stesso luogo in cui si sono ammalati. È un circolo vizioso che può migliorare solo con un cessate il fuoco” afferma Sakib Burza, direttore dell’ospedale di MSF.
Far arrivare a Gaza forniture mediche sufficienti per aprire le attività pediatriche è stato estremamente complicato. Le autorità israeliane devono urgentemente semplificare e accelerare le procedure amministrative per far entrare gli aiuti a Gaza, di cui la popolazione ha disperatamente bisogno.
MSF gestisce attualmente due ospedali da campo a Deir el Balah. Gli ospedali da campo non sono comunque una soluzione, bensì sono l’ultima risorsa in risposta allo smantellamento del sistema sanitario da parte di Israele. Quasi 100.000 persone sono state ferite dall’inizio della guerra, mentre solo 17 ospedali su 36 sono ancora parzialmente funzionanti.
Nord di Gaza: ucciso membro staff MSF dopo attacchi a Jabalia
Settimo collega MSF ucciso dall’inizio del conflitto
14 ottobre 2024– Medici Senza Frontiere (MSF) è inorridita dall’uccisione di un membro del suo staff, Nasser Hamdi Abdelatif Al Shalfouh, ucciso dalle ferite da schegge che ha riportato alle gambe e al petto l’8 ottobre a Jabalia, a nord di Gaza, dopo che l’area è stata oggetto di attacchi incessanti da parte delle forze israeliane e le persone sono rimaste intrappolate senza poter fuggire.
Dopo essere stato ferito, Nasser – 31 anni, che ha lavorato come autista per MSF fino all’inizio del conflitto – ha ricevuto le prime cure d’emergenza all’ospedale Al Awda, a Jabalia, nel nord di Gaza, ed è stato poi trasferito all’ospedale Kamal Adwan. Non ha potuto ricevere il livello di assistenza necessario a causa della mancanza di capacità dell’ospedale e del numero eccessivo di pazienti presenti nella struttura ed è morto per le ferite riportate il 10 ottobre all’ospedale Kamal Adwan.
Nasser è il settimo collega di MSF ucciso a Gaza dall’inizio della guerra. Questo spargimento di sangue deve finire. Per oltre un anno, le forze israeliane hanno sistematicamente smantellato il sistema sanitario di Gaza, impedendo l’accesso alle cure salvavita per le persone. Allo stesso tempo, le evacuazioni mediche sono diventate estremamente difficili, soprattutto nel nord che è stato in gran parte tagliato fuori dal resto di Gaza, rendendo ancora più difficile l’accesso alle cure.
MSF condanna fermamente l’uccisione di un membro del suo staff e chiede ancora una volta il rispetto e la protezione dei civili.
Congo, Rapporto MSF: Ogni ora curate più di 2 vittime di violenza sessuale. È il numero più alto mai registrato nel paese
1° ottobre 2024 – In Repubblica Democratica del Congo (RDC), Medici Senza Frontiere (MSF) e il ministero della salute hanno assistito in un anno 25.166 (più di 2 persone ogni ora) vittime di violenza sessuale, il dato più alto mai registrato nel paese e la cui tendenza nel 2024 è già in netto peggioramento. È quanto emerge dal rapporto internazionale di MSF “Chiediamo aiuto” (PDF in inglese), che indica come il 98% delle vittime sono donne e ragazze, 1 sopravvissuto a violenza su 10 è minorenne e il 91% è concentrato nel Nord Kivu.
MSF chiede a tutti gli attori nazionali e internazionali di intervenire con urgenza per prevenire questo fenomeno e migliorare l’assistenza ai sopravvissuti.
“Due terzi dei nostri pazienti sono stati attaccati con le armi” afferma Christopher Mambula, responsabile dei programmi di MSF nella RDC. “Queste aggressioni sono avvenute nei campi per sfollati o nelle aree circostanti. Donne e ragazze venivano assalite quando uscivano per procurarsi legna o acqua o per lavorare nei campi”.
Alto tasso violenza tra donne sfollate
Il rapporto è il risultato dei dati raccolti in 17 progetti avviati da MSF a sostegno del ministero della salute in 5 province congolesi (Nord Kivu, Sud Kivu, Ituri, Maniema, Kasai centrale). Dal 2020 al 2022, i team di MSF hanno curato in media ogni anno 10.000 vittime, mentre nel 2023 il rapporto evidenzia l’aumento massiccio delle persone assistite (25.166). Nel 2024 il trend ha subito un’ulteriore accelerazione: solo nella provincia del Nord Kivu, tra gennaio e maggio, MSF ha assistito 17.363 persone vittime di violenza sessuale, il 69% dei casi trattati nel 2023 in 5 province.
Sud Sudan: MSF sospende le attività mediche a Yei in seguito a un attacco contro lo staff
24 settembre 2024 – Medici Senza Frontiere (MSF) ha dovuto sospendere temporaneamente le attività di mediche a Yei, nello Stato dell’Equatoria Centrale in Sud Sudan, a causa di un grave incidente di sicurezza che ha coinvolto lo staff di MSF e di altre organizzazioni avvenuto venerdì 20 settembre. MSF condanna fermamente questa aggressione contro operatori sanitari in un’area dove le persone hanno già enormi difficoltà di accesso ai servizi sanitari.
“Siamo profondamente scioccati da questo inaccettabile atto di violenza contro l’assistenza umanitaria neutrale e indipendente alle comunità bisognose della zona” afferma Iqbal Huda, capo missione di MSF in Sud Sudan. “A causa di questo grave incidente, i nostri spostamenti e attività per le comunità di Yei e Morobo sono state sospese finché non avremo garanzie concrete che i servizi medici e umanitari e le attività salvavita possano continuare senza ostacoli nell’area”.
Intorno alle 15.00 di venerdì scorso, due veicoli di MSF chiaramente contrassegnati stavano tornando nella città di Yei dopo un’attività sul territorio, quando lungo la strada uomini armati hanno costretto lo staff di MSF ad uscire dai veicoli con la minaccia delle armi mentre li derubavano dei loro oggetti personali e appartenenti all’organizzazione. Gli uomini armati hanno poi portato con la forza un membro dello staff di MSF e di un’organizzazione partner nella boscaglia, lasciando che gli altri due membri dello staff di MSF -gli autisti- procedessero con le loro vetture.
Anche se i due membri dello staff rapiti sono stati rilasciati in sicurezza 24 ore dopo, questa è la terza aggressione contro organizzazioni umanitarie avvenuto negli ultimi tre mesi a Yei, a dimostrazione di un attacco sistematico all’azione medico umanitaria.
– COMUNICATO STAMPA MEDICI SENZA FRONTIERE – Russia: MSF chiude operazioni nel paese dopo oltre 30 anni di attività
– COMUNICATO STAMPA MEDICI SENZA FRONTIERE –
Russia: MSF chiude operazioni nel paese dopo oltre 30 anni di attività
16 settembre 2024 – Dopo 32 anni di attività nella Federazione Russa, Medici Senza Frontiere (MSF) ha dovuto chiudere le sue operazioni nel paese dopo che lo scorso agosto ha ricevuto una lettera dal Ministero della giustizia russo con la decisione di ritirare l’ufficio di MSF (centro operativo di Amsterdam) in Russia dal registro degli uffici affiliati e di rappresentanza delle ONG straniere.
“È con molto dispiacere che siamo costretti a chiudere le nostre attività nella Federazione Russa” afferma Yashovardhan, responsabile dei programmi di MSF in Russia. “Il lavoro della nostra organizzazione è guidato dai principi di indipendenza, imparzialità e neutralità e dall’etica medica, forniamo assistenza in base ai bisogni”.
MSF è presente in Russia dal 1992 e per oltre 30 anni ha svolto con successo decine di progetti, dall’assistenza ai senzatetto agli interventi di emergenza, fino alla collaborazione con il Ministero della Salute per il trattamento innovativo della tubercolosi. Abbiamo lavorato in diverse regioni del paese: da Mosca a San Pietroburgo, nella regione di Kemerovo, in Cecenia, Inguscezia, Daghestan e più recentemente nelle regioni di Arkhangelsk e Ivanovo, nonché nel sud della Russia a Belgorod e Rostov-on-Don.
– COMUNICATO STAMPA MEDICI SENZA FRONTIERE – Nigeria nord-ovest, MSF: “1 bambino su 4 è malnutrito”
Nigeria nord-ovest, MSF: “1 bambino su 4 è malnutrito”
Screening MSF su 97mila bambini rivela crisi nutrizionale catastrofica
13 settembre 2024 – Un bambino su 4 sotto i 5 anni è malnutrito nelle aree di Shinkafi e Zurmi, nello stato di Zamfara, in Nigeria. È il risultato di uno screening di massa condotto a giugno da Medici Senza Frontiere (MSF) e dal ministero della Sanità, che rivela come i tassi di malnutrizione siano oltre il livello critico stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Dopo l’allarme lanciato mesi fa, MSF esorta le autorità sanitarie, le organizzazioni internazionali e i donatori a intensificare immediatamente gli sforzi per affrontare la crescente crisi di malnutrizione nello stato di Zamfara e in tutto il nord-ovest della Nigeria, una regione ancora non inclusa nel Piano di risposta umanitaria delle Nazioni Unite.
Su oltre 97mila bambini visitati in 21 diverse località urbane e rurali, il 27% è affetto da malnutrizione acuta e il 5% da malnutrizione acuta grave, inoltre le scorte di cibo terapeutico pronto all’uso (RUTF) per trattare questi bambini sono esaurite, poiché l’UNICEF ha interrotto le forniture all’inizio dell’anno.
La mancanza di una risposta umanitaria efficace rischia di far peggiorare lo stato dei bambini malnutriti, che in assenza di cure tempestive, andranno incontro a una malnutrizione acuta grave, mettendo a rischio la propria vita e la propria salute.
Ucraina, MSF: “Pazienti trasferiti in ambulanza aumentati del 30%, continua l’impatto della guerra sulla popolazione”
8.000 pazienti trasferiti in sette mesi, 15% in ambulanze con terapia intensiva, 120.000 km al mese
3 settembre 2024 – In Ucraina, sono oltre 8.000 i pazienti trasportati dalle ambulanze di Medici Senza Frontiere (MSF) nei primi sette mesi dell’anno per essere trasferiti dalle strutture sanitarie in aree vicine alle linee del fronte verso ospedali più attrezzati per i loro bisogni medici e meno sovraccarichi. Rispetto ai sei mesi precedenti si è registrato un aumento del 30%, un dato che evidenzia l’allarmante e continuo impatto della guerra sulla popolazione, avverte MSF.
Più della metà dei pazienti presentava ustioni, ferite provocate da esplosioni o direttamente causate dai combattimenti e più del 15% dei pazienti trasportati quest’anno erano così gravi da richiedere il trasferimento in ambulanze appositamente attrezzate per la terapia intensiva. Tra questi 38 erano bambini, il più piccolo di soli 3 anni.
“Abbiamo bisogno di ambulanze attrezzate con la terapia intensiva per trasportare pazienti con lesioni gravi e problemi respiratori, come traumi cranici, ustioni, fratture multiple e danni agli organi interni. Questi pazienti hanno bisogno di ossigeno e di attrezzature come ventilatori” dichiara Maksym Zharikov, vicecoordinatore medico di MSF in Ucraina. “Il 60% dei pazienti che trasportiamo presenta ferite di guerra come traumi cranici, lesioni al tronco e agli arti, ai tessuti molli ed emorragie massive”.
MSF 00 giorni di guerra in Sudan: Risposta umanitaria fallimentare, mentre i bisogni medici aumentano
27 agosto 2024 – Oggi ricorrono 500 giorni dall’inizio della guerra in Sudan che ha scatenato la peggiore crisi umanitaria mai affrontata da questo paese. È vergognoso che le organizzazioni internazionali e i donatori non siano riusciti in oltre 16 mesi a fornire una risposta adeguata ai crescenti bisogni medici della popolazione, dalla terribile malnutrizione infantile alla diffusione di epidemie. Le pesanti restrizioni imposte da entrambe le parti in conflitto hanno limitato drasticamente le capacità di fornire gli aiuti necessari, afferma Medici Senza Frontiere (MSF).
I combattimenti tra le Forze di Supporto Rapido (RSF) e le Forze Armate Sudanesi (SAF), cominciati nella capitale Khartoum il 15 aprile 2023, si sono estesi in molte altre zone del paese, scatenando una crisi umanitaria senza precedenti. Il conflitto ha provocato decine di migliaia di morti e feriti. Tra aprile 2023 e giugno 2024, MSF ha curato 11.985 feriti di guerra negli ospedali supportati dall’organizzazione.
La violenza in Sudan ha dato origine alla più grave crisi di sfollati al mondo: secondo le Nazioni Unite, oltre 10 milioni di persone, ovvero 1 persona su 5 in Sudan, sono state costrette a fuggire dalle proprie case, andando incontro a numerosi spostamenti.
Nel frattempo, le soluzioni politiche alla crisi vacillano e la malnutrizione aumenta a causa dell’inflazione dei generi alimentari e della mancanza di forniture umanitarie. Oltre alla situazione disastrosa dcampo di Zamzam, nel Darfur settentrionale, i centri di alimentazione terapeutica di MSF in altre aree del Darfur, come El Geneina, Nyala e Rokero, sono pieni di pazienti, e lo stesso vale per i campi per sfollati nel Ciad orientale. Dall’inizio della guerra fino a giugno 2024, i team di MSF hanno curato 34.751 bambini con malnutrizione acuta.
“Oggi i bambini muoiono di malnutrizione in tutto il Sudan. Gli aiuti di cui hanno urgente bisogno arrivano a malapena e, quando arrivano, vengono spesso bloccati” afferma Tuna Turkmen, coordinatore delle emergenze di MSF in Darfur. “A luglio, per esempio, i camion con le forniture di MSF sono stati bloccati in due diverse località del Darfur prima di poter giungere a destinazione. Due camion sono stati trattenuti dalle RSF e uno è stato sequestrato da uomini armati non identificati”.
La situazione è critica anche nel Sudan orientale e centrale. “A sud di Khartoum, il blocco di forniture mediche e di personale internazionale diretto negli ospedali è durato diversi mesi. Sta diventando sempre più difficile fornire ai nostri pazienti l’assistenza medica di cui hanno bisogno, compresa quella per le donne in gravidanza e di pronto soccorso” dichiara Claire San Filippo, coordinatrice delle emergenze di MSF in Sudan.
MSF-Ebola: Vaccinazione durante epidemia riduce dell’84% il rischio di contrarre il virus
22 agosto 2024 – Pubblicato su Lancet Infectious Disease, un nuovo studio rivela che dopo 10 giorni dalla vaccinazione il rischio di essere infettati con il virus Ebola si riduce dell’84% nelle persone vaccinate rispetto a quelle non immunizzate. Lo studio ha analizzato i dati raccolti durante la più grande epidemia registrata nella Repubblica Democratica del Congo (RDC) tra il 2018 e il 2020 in cui sono stati registrati 3.470 casi e 2.287 decessi.
L’indagine è stata condotta da Epicentre, centro di ricerca epidemiologica di Medici Senza Frontiere (MSF), in collaborazione con l’Institut National de Recherche Biomédicale (INRB) e il Ministero della Salute pubblica della RDC. Lo studio, finanziato da MSF, si è concentrato sul vaccino rVSVΔG-ZEBOV-GP, l’unico contro Ebola raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per le persone ad alto rischio di contrarre il virus durante un’epidemia.
“I risultati dissipano le incertezze sulla reale efficacia del vaccino: è il primo studio pubblicato che valuta l’efficacia del vaccino rVSVΔG-ZEBOV-GP al di fuori di una sperimentazione clinica. È stato condotto durante la seconda più grande epidemia di Ebola mai registrata” afferma Sophie Meakin, epidemiologa di MSF.
Somministrato in una singola dose, il vaccino è utilizzato per la vaccinazione ad anello delle persone ad alto rischio di esposizione durante le epidemie. Questa strategia prevede la vaccinazione dei contatti (le persone che hanno avuto un contatto con un individuo infetto da virus Ebola), i contatti dei contatti, gli operatori sanitari e gli operatori in prima linea. Durante l’epidemia di Ebola 2018-2020 nella RDC, la vaccinazione è iniziata nell’agosto 2018 e sono state vaccinate oltre 300.000 persone.
Mpox in Congo, MSF: “Bambini sotto i 15 anni tra i più colpiti, servono subito i vaccini”
16 agosto 2024 – La disponibilità estremamente limitata di vaccini contro Mpox in Repubblica Democratica del Congo (RDC) ha ridotto drasticamente l’efficacia del piano nazionale di vaccinazione contro questo virus, avverte Medici Senza Frontiere (MSF) i cui team stanno rispondendo a questa nuova emergenza.
“Senza i vaccini migliaia di persone, compresi i bambini sotto i 15 anni, tra i più colpiti dal virus (rappresentano il 56% dei casi e il 79% dei decessi per Mpox nel 2024 in Repubblica Democratica del Congo), potrebbero rimanere senza protezione. Con l’epidemia che continua a evolversi rapidamente, occorre compiere ogni passo necessario per far arrivare subito i vaccini a chiunque ne abbia bisogno” dichiara il dottor Justin B. Eyong, epidemiologo di Medici Senza Frontiere (MSF) in RDC.
Da metà giugno a inizio agosto le strutture supportate da MSF in RDC hanno assistito 1.159 pazienti. Di questi, 431 erano casi gravi, mentre 728 pazienti sono stati assistiti a livello ambulatoriale. Sono state, inoltre, 6.376 le sessioni di sensibilizzazione organizzate dai team di MSF per evitare la diffusione del virus. Più di 1.530 persone contagiate sono attualmente seguite a domicilio.
Gaza, MSF: “Complesso ospedaliero di Al Aqsa colpito per la terza volta”
Gaza, MSF: “Complesso ospedaliero di Al Aqsa colpito per la terza volta”
Cinque persone uccise, diciotto ferite
5 agosto 2024 – Alcuni attacchi a Deir-al-Balah hanno colpito ieri le tende della popolazione sfollata nel complesso ospedaliero dell’ospedale di Al Aqsa, supportato da Medici Senza Frontiere (MSF). Cinque persone sono state uccise e diciotto ferite, secondo il Ministero della salute.
Da marzo, il complesso dell’ospedale Al Aqsa è stato colpito tre volte, ogni volta ferendo e uccidendo persone. Il 31 marzo un attacco israeliano ha colpito il cortile dell’ospedale, mentre il 22 luglio un altro attacco ha colpito l’area vicino all’ingresso principale del pronto soccorso.
Al-Aqsa è un ospedale funzionante, la cui posizione è stata riconosciuta da tutte le parti in conflitto e qualsiasi combattimento, bombardamento o attacco nei dintorni o nell’area dell’ospedale sono inaccettabili. MSF chiede a tutte le parti in conflitto di rispettare l’integrità dell’ospedale e dei suoi dintorni e di garantire un accesso sicuro ai pazienti e al personale medico.
Sudan/El Fasher, MSF: ”Colpito ospedale saudita, 25 feriti e 3 morti”
A El Fasher dieci attacchi a strutture sanitarie in meno di tre mesi
30 luglio 2024 – L’ospedale saudita di El Fasher, in Sudan, dove Medici Senza Frontiere (MSF) fornisce assistenza chirurgica, è stato nuovamente colpito da un bombardamento avvenuto ieri. Venticinque persone sono rimaste ferite e tre sono morte, mentre la struttura è stata danneggiata ma rimane funzionante. È la decima volta che un ospedale viene attaccato nella città di El Fasher dall’inizio dei combattimenti nell’area, 80 giorni fa.
L’ospedale saudita è la principale struttura rimasta in funzione a El Fasher per curare donne, bambini e feriti di guerra, dopo che il South Hospital è stato attaccato. Dal 10 maggio, oltre 2.170 feriti sono stati curati nelle due strutture e oltre 300 persone sono morte.
Solo pochi giorni fa, sabato 27 luglio, i team di MSF e del Ministero della salute hanno risposto all’arrivo di 52 feriti all’ospedale saudita, tra cui 11 donne e un bambino. Undici di loro sono morti a causa delle ferite riportate.
In oltre un anno di guerra, le équipe di MSF hanno documentato almeno 60 episodi di violenza e attacchi contro il proprio personale, beni e infrastrutture sanitarie, nonché violenze indiscriminate contro la popolazione civile di ogni genere, tra omicidi, torture e violenze sessuali ed etniche. MSF ha recentemente pubblicato il rapporto internazionale “A war on people. Il costo umano del conflitto e della violenza in Sudan” (PDF in INGLESE) che descrive le orribili violenze perpetrate dalle parti in conflitto sulla popolazione civile in Sudan.
Gaza, MSF: “Ieri nuovo grande afflusso di oltre cento feriti al Nasser Hospital. Un’ambulanza ogni due minuti. Situazione catastrofica”
23 luglio 2024 – Ieri mattina dopo diversi violenti attacchi a Khan Younis, secondo il Ministero della Sanità, l’ospedale Nasser nel sud di Gaza è stato nuovamente sopraffatto dall’arrivo di oltre un centinaio di feriti. L’ospedale è costantemente sotto pressione perchè la violenza nel sud di Gaza continua senza sosta con persone uccise, ferite, mutilate.
“La situazione all’ospedale Nasser è catastrofica e l’afflusso di pazienti non si è fermato per tutto il giorno” afferma Ahmad Abu Warda, responsabile delle attività mediche di MSF all’ospedale Nasser. “Sono arrivate intere famiglie: morte o ferite. Abbiamo cercato di dare priorità a chi doveva andare in sala operatoria”.
L’ospedale ha raggiunto la piena capacità: tutti i letti sono occupati e i pazienti sono stati spesso costretti a condividere i letti. I team di MSF riferiscono che l’ospedale ha chiesto alle persone di donare il sangue, poiché le scorte di sangue stanno finendo.
“Arrivavano ambulanze ogni due minuti al pronto soccorso. Bambini, donne e molti anziani, e abbiamo visto almeno un paramedico tra i feriti” dice Pascale Coissard, coordinatrice dell’emergenza di MSF a Gaza.
Ogni afflusso di pazienti feriti dopo attacchi e combattimenti prosciuga le scorte mediche per maternità, traumi, ustioni e altri servizi sanitari. Le èquipe di MSF stanno cercando di soddisfare i bisogni medici, ma con scorte e risorse insufficienti in una situazione così caotica, salvare vite è diventato estremamente difficile.
Qui video testimonianza di Javid Abdelmoneim, responsabile medico di MSF al Nasser Hospital (VIDEO IN INGLESE):
“Ieri al Nasser l’afflusso di massa di pazienti è stato continuo per tutto il giorno. Arrivavano costantemente pazienti feriti. Una situazione che sta mettendo a dura prova il nostro staff. Anche i miei stessi colleghi vivono nella zona evacuata e oggi erano in lacrime. Non è rimasto nient’altro oltre al Nasser.
Gaza/Nasser Hospital, MSF: “Situazione terribile dopo enorme afflusso di feriti da Al-Mawasi”
“Mancano letti e antidolorifici, la situazione era già grave ma ora è ancora peggio”
14 luglio 2024 – Un enorme numero di feriti è arrivato all’ospedale Nasser di Khan Younis, supportato da Medici Senza Frontiere (MSF), a seguito dell’attacco israeliano di ieri ad Al Mawasi.
La situazione nella struttura, che già lavorava con enormi difficoltà a causa della mancanza di forniture e spazio, è terribile. Scarseggiano gli antidolorifici, i guanti, i disinfettanti. I feriti sono stati portati anche nel reparto di pediatria e maternità perché il pronto soccorso era pieno.
“I feriti in corridoio si lamentavano per il dolore, le medicazioni continuavano a sanguinare. Era tutto molto caotico e terribile. L’ospedale sta provando a far fronte alla situazione ma a malapena riesce a curare i pazienti in condizioni di normalità, figuriamoci in un caso di afflusso di pazienti di massa come questo” dichiara Amy Kit-Mei Low, responsabile medica di MSF a Gaza.
Qui la testimonianza completa di Amy Kit-Mei Low, responsabile medica di MSF a Gaza (AUDIO IN INGLESE):
“Lo staff era sopraffatto, stressato e preoccupato per il gran numero di pazienti che stavano arrivando. Tra loro c’era un bambino con suo padre. L’uomo aveva una ferita alla schiena e il bambino lo guardava confuso. Ci siamo sentiti davvero male perché probabilmente non aveva ancora capito che il padre era l’unico sopravvissuto della famiglia. C’era anche un’altra ragazza con una frattura al femore e per fortuna è stata ritrovata dalla madre ma non le avevano ancora detto che aveva perso il resto della famiglia. Un’altra donna era intubata e aveva difficoltà a respirare, ma ho visto il sollievo sul viso del marito quando l’ha ritrovata nonostante lo shock.
– COMUNICATO STAMPA MEDICI SENZA FRONTIERE – Sudan, MSF: “Catastrofe umanitaria. Urgente aumentare gli aiuti”
11 luglio 2024 – In Sudan, dove da oltre un anno è in atto una delle peggiori crisi umanitarie degli ultimi decenni, la popolazione è allo stremo. Ogni giorno i team di Medici Senza Frontiere (MSF) vedono pazienti morire per ferite provocate dalla violenza indiscriminata, bambini soccombere perché malnutriti o per la mancanza di vaccini. Nonostante tutto questo, c’è un vuoto umanitario inaccettabile.
“Le organizzazioni e i donatori internazionali devono aumentare i loro sforzi, mentre le parti in conflitto devono garantire la protezione dei civili e delle strutture sanitarie oltre a permettere a operatori umanitari e aiuti di raggiungere la popolazione” è l’appello lanciato da Vittorio Oppizzi, responsabile dei programmi di Medici Senza Frontiere (MSF) in Sudan, durante la conferenza stampa che si è tenuta oggi a Roma, organizzata da MSF, Comunità di Sant’Egidio, Emergency, Padri Comboniani e Suore Salesiane.
Qui di seguito l’intervento di Vittorio Oppizzi di MSF:
“Dopo quasi 15 mesi di guerra in Sudan, l’impatto sulla popolazione civile è disastroso. I livelli di insicurezza sono enormi, il sistema sanitario del paese è al collasso con due ospedali su tre non più funzionanti. I pochi ancora aperti sono sovraccarichi di pazienti e continuano a subire attacchi, saccheggi e ad affrontare una carenza di personale.
Dall’inizio del conflitto le nostre strutture sanitarie sono state colpite più e più volte, mettendo a rischio la vita dei pazienti e del nostro personale. Solo ieri siamo stati costretti a sospendere le attività al Turkish Hospital di Khartoum dopo più di un anno di ripetuti attacchi anche all’interno della struttura, mentre a El Fasher i tre principali presidi medici della città sono stati danneggiati e solo due rimangono ancora in funzione. Inoltre, i blocchi spesso imposti dalle stesse parti in conflitto, ostacolano l’ingresso di forniture mediche e di personale umanitario, essenziali per lo svolgimento delle attività.
– COMUNICATO STAMPA MEDICI SENZA FRONTIERE – Nord Gaza: MSF costretta a chiudere clinica
10 luglio 2024 – L’ultima struttura sanitaria di Medici Senza Frontiere (MSF) nel nord di Gaza è stata costretta a chiudere temporaneamente dopo che le forze israeliane hanno emesso un ordine di evacuazione per quest’area lo scorso 8 luglio. Le équipe di MSF hanno continuato a fornire assistenza ai pazienti fino all’ultimo minuto, prima di fuggire dall’area sottoposta a pesanti combattimenti.
“Non sappiamo cosa mangiare o bere. Dove andare o dove dormire? Alla fine dormiamo per strada” racconta Suhail Habib, operatore di MSF, che lavorava nella clinica. Suhail, come molti altri membri del team di MSF, è stato sfollato più volte dall’inizio della guerra. “Nessuno si preoccupa di noi. Sono arrabbiato perché i feriti arriveranno alla clinica e la troveranno chiusa”.
– COMUNICATO STAMPA MEDICI SENZA FRONTIERE – Sudan: MSF costretta a sospendere attività al Turkish Hospital di Khartoum
10 luglio 2024 – Dopo oltre un anno di attacchi contro il Turkish Hospital di Khartoum, Medici Senza Frontiere (MSF) ha preso la difficile decisione di sospendere il supporto a questa struttura sanitaria. L’équipe di MSF, che è stata anche minacciata di morte, è stata evacuata dopo che per quasi 14 mesi di fila era riuscita a fornire cure salvavita nonostante i numerosi ostacoli, spesso deliberati, posti dalle parti in conflitto. Tuttavia, a seguito dei recenti eventi, il supporto fornito da MSF non è più possibile. Da gennaio a giugno 2024 le équipe di MSF hanno trattato 10.600 pazienti al pronto soccorso dell’ospedale e visitato tra i 55 e i 60 pazienti al giorno.
“La situazione al Turkish Hospital, situato in un’area controllata dalle Forze di Supporto Rapido (RSF), è diventata insostenibile. Negli ultimi 12 mesi si sono verificati numerosi incidenti violenti all’interno e all’esterno dei locali e la vita del nostro staff è stata ripetutamente minacciata” afferma Claire Nicolet, responsabile della risposta di emergenza di MSF in Sudan. “Di recente, nelle notti del 17 e 18 giugno, decine di combattenti feriti sono stati portati in ospedale e la nostra équipe è stata svegliata di soprassalto mentre venivano sparati colpi di kalashnikov nelle camere da letto. Questo tipo di violenza contro il nostro personale è inaccettabile. Gli ospedali e le strutture sanitarie dovrebbero essere protetti e rispettati dalle parti in conflitto. In questi luoghi gli operatori sanitari devono poter fornire cure mediche in sicurezza. Non possono mettere a rischio la loro vita mentre cercano di salvare quella di altre persone”.
– COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO – Sudan: “Fermare la catastrofe umanitaria”
Conferenza stampa giovedì 11 luglio, alle 11,30, con Comunità di Sant’Egidio, Emergency, Medici Senza Frontiere, Padri Comboniani e Suore Salesiane
10 luglio 2024 – Giovedì 11 luglio, alle 11.30, a Roma, nella Sala Conferenze della Comunità di Sant’Egidio in via della Paglia 14b, si terrà una conferenza stampa per denunciare la catastrofe umanitaria che si sta abbattendo sul Sudan. Con quasi 10 milioni di sfollati interni e 2 milioni di rifugiati, su una popolazione di 47 milioni, il Sudan è a rischio carestia se la comunità internazionale non interverrà urgentemente con l’invio di aiuti umanitari.
Durante la conferenza stampa, che verrà trasmessa anche in streaming sul sito www.santegidio.org, interverranno:
– p. Angelo Giorgetti, economo generale dei Missionari Comboniani;
– Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio;
– Vittorio Oppizzi, responsabile dei programmi in Sudan di Medici Senza Frontiere;
– Pietro Parrino, direttore del Dipartimento Progetti di EMERGENCY;
– Suor Ruth del Pilar Mora, consigliera per le Missioni dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice (suore salesiane).
Giornalisti, fotografi e operatori televisivi interessati a seguire l’evento in presenza o in collegamento sono invitati ad accreditarsi inviando una mail a com@santegidio.org
L’Ufficio stampa di Medici Senza Frontiere
Flavia Pergola, Press officer, 340 543 6642, flavia.pergola@rome.msf.org
Emergenza Rohingya: abbiamo bisogno del tuo aiuto (( il video contiene testimonianze delle violenze subite, non visionare se si e’ impressionabili, visitare il sito web per la donazione, avete la possibilità di disattivare la riproduzione del video ))
Medici Senza Frontiere, “Questo Natale, segui il consiglio del medico”
SIRIA, RAPPORTO MSF: Civili e ospedali sotto attacco, 1 su 3 vittime sono donne o bambini
Cari tutti,
in una conferenza stampa oggi a Ginevra, la presidente internazionale MSF Joanne Liu ha dato dettagli sull’attacco contro l’ospedale di Maarat al-Numan e ha diffuso un nuovo rapporto sui morti e feriti di guerra nelle strutture sanitarie supportate da MSF in Siria nel 2015.
I numeri sono sconcertanti: 63 strutture sono state attaccate 94 volte, 12 sono state completamente distrutte, 23 medici sono stati uccisi e 58 feriti. Solo nelle 70 strutture monitorate nel rapporto, sono 154.647 i feriti e 7.009 le vittime di guerra, di cui il 30-40% donne e bambini, chiaro indicatore dell’impatto del conflitto sui civili. Ed è solo una fotografia parziale di quanto accade nel resto del paese, dove il bilancio è certamente più grave.
Aggiornamento Siria: Almeno sette morti nell’attacco all’ospedale, altri otto mancano all’appello
SIRIA: Almeno sette morti nell’attacco all’ospedale supportato da MSF,
altri otto mancano all’appello
Gaziantep/Roma, 15 febbraio 2016 – Almeno sette persone sono state uccise e almeno altre otto mancano ancora all’appello e si presume siano morte, dopo che un ospedale supportato da Medici Senza Frontiere (MSF) nella provincia di Idlib, in Siria settentrionale, è stato distrutto da un attacco questa mattina.
L’ospedale di Ma’arat Al Numan è stato colpito da quattro missili in due attacchi a pochi minuti di distanza l’uno dall’altro, secondo la testimonianza dello staff dell’ospedale. Tra le vittime ci sono cinque pazienti, un familiare e un guardiano dell’ospedale, mentre otto membri dello staff mancano all’appello e si presume siano rimasti uccisi. Anche di altri pazienti non si hanno notizie ma al momento non se ne conosce il numero. Nell’area sono state colpite anche altre 15 case e strutture situate in zone densamente popolate, tra cui sembra esserci un altro ospedale non supportato da MSF.
“La distruzione dell’ospedale supportato da MSF sembra essere un attacco deliberato contro una struttura sanitaria” denuncia Massimiliano Rebaudengo, capomissione di MSF. “La distruzione dell’ospedale lascia una popolazione locale di circa 40.000 persone senza alcun accesso all’assistenza medica in una zona in pieno conflitto.”
L’ospedale di Ma’arat Al Numan, da 30 posti letto, aveva due sale operatorie, un ambulatorio e un pronto soccorso e vi lavoravano 54 persone. L’ambulatorio visitava circa 1.500 persone al mese, al pronto soccorso erano registrati una media di 1.100 ingressi al mese, mentre nelle sale operatorie erano effettuate circa 140 operazioni al mese, principalmente di chirurgia ortopedica e generale.
MSF supportava l’ospedale dal settembre 2015, coprendo tutte le esigenze della struttura, compresa la fornitura di materiale sanitario e i costi di gestione.
Nel dicembre 2015, si era reso necessario il trasferimento dell’ospedale dalla posizione che occupava in precedenza a quella attuale a causa di tre attacchi subiti. MSF aveva sostenuto il rifacimento della struttura.
Sempre stamattina si sono intensificati i combattimenti anche nel distretto di Azaz, a circa 100 km di distanza da Ma’arat Al Numan, con attacchi contro altri ospedali non supportati da MSF. Un ospedale materno infantile (non supportato da MSF) bombardato nella città di Azaz sta organizzando il trasferimento della sua sala operatoria pediatrica presso l’ospedale di Al Salamah di MSF, che ha già ricevuto 10 feriti di guerra.