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Padova, nell’ambito della rassegna Fotografi in città
Comune di Padova Assessorato alla Cultura Centro Nazionale di Fotografia inaugurazione della mostra “Fotografi in città”
Padova Aprile Fotografia 2010 La Fotografia di Cinema
MERCOLEDÌ 5 MAGGIO ALL’MPX ALLE ORE 21
Al via la rassegna cinematografica collaterale alla mostra
“Ricordando Krzysztof Kieslowski. Fotografie di Piotr Jaxa”
in collaborazione con la rassegna EC Classic
con la proiezione di
“TRE COLORI – FILM BLU” (1993)
di Krzysztof Kieslowski
Prende il via mercoledì 5 maggio all’MPX-Multisala Pio X (via Bonporti 22 – zona Duomo) una nuova rassegna cinematografica collaterale a “Padova Aprile Fotografia 2010. La fotografia di cinema”, promossa dall’Assessorato alla Cultura – Centro Nazionale di Fotografia del Comune di Padova, in collaborazione con la rassegna EC Classic dell’MPX.
“Tre colori – Film Blu” è il primo dei tre appuntamenti dedicati alla celebre trilogia dei colori di Krzysztof Kieslowski, a cui è dedicata la mostra “Ricordando Krzysztof Kieslowski. Fotografie di Piotr Jaxa” in corso al Museo Diocesano di Padova (piazza Duomo) fino al prossimo 30 maggio.
L’appuntamento cinematografico con Kieslowski è quindi per mercoledì 5 maggio alle ore 21 con il primo film della trilogia dei colori della bandiera francese, ai cui ideali (blu-libertà, bianco-uguaglianza, rosso-fraternità) il maestro polacco si è ispirato per comporre un’opera pensata tanto globalmente quanto nella specificità e singolarità di ciascuno dei tre film.
FILM BLU racconta di Julie, che in un incidente d’auto ha perso il suo compagno, un famoso compositore, e la figlia. Ricoverata in ospedale, tenta il suicidio, ma viene salvata. Dimessa, taglia tutti i ponti con il passato e tenta di distruggere l’opera incompiuta del marito, un grande concerto per l’Europa. Intanto Olivier, un amico del marito innamorato di Julie, tenta di convincerla a completare il concerto, ma anche di sedurla.
Padova Aprile Fotografia 2010 La Fotografia di Cinema
LUNEDÌ 3 MAGGIO ALL’MPX ALLE ORE 21
2° appuntamento della rassegna cinematografica collaterale alla mostra “Carlo Mazzacurati nelle immagini di Lucia Baldini e Giovanni Umicini” in collaborazione con la rassegna EC Classic
presentano
“L’ESTATE DI DAVIDE” (1998)
di Carlo Mazzacurati
Dopo la grande partecipazione di pubblico due settimane fa al primo appuntamento dedicato al cinema di Carlo Mazzacurati, prosegue la rassegna collaterale a “Padova Aprile Fotografia 2010. La fotografia di cinema”, promossa dall’Assessorato alla Cultura – Centro Nazionale di Fotografia del Comune di Padova, in collaborazione con la rassegna EC Classic dell’MPX.
È, infatti, dedicata al famoso regista padovano la mostra “Carlo Mazzacurati nelle immagini di Lucia Baldini e Giovanni Umicini” in corso nella Galleria Cavour (piazza Cavour).
Così lunedì 3 maggio alle ore 21 all’MPX – Multisala Pio X sarà proposto “L’estate di Davide” di Carlo Mazzacurati: un film che merita di essere rivisto sul grande schermo di una sala cinematografica.
Interpretato tra gli altri dall’esordiente Stefano Campi nel ruolo del protagonista, e da Patrizia Piccinini, Toni Bertorelli, Sesmudin Mujic, il film vanta anche le splendide musiche composte da Ivano Fossati.
Il film ha come protagonista Davide che, superato l’esame di maturità a Torino, investe i propri pochi risparmi in una vacanza nel Polesine, dove vivono gli zii. Qui si innamora di Patrizia, più anziana di lui e più torbida di quel che sembra, e fa amicizia con Alem, energico ragazzo bosniaco. La prima esperienza sfocia nel dolore e nella disillusione, la seconda in un epilogo tragico.
Dieci anni dopo l’esordio in Notte italiana (1987), Carlo Mazzacurati torna con il suo sesto lungometraggio nel Polesine, orchestrando un dolente racconto di formazione (scritto con Claudio Piersanti) che è anche la sua opera più modernamente pittorica, contrassegnata da una lentezza che sconfina nell’astrazione. Il critico Tullio Masoni ha infatti scritto: “Il paesaggio … si abbandona a questa lentezza, la riconosce come propria; non si limita a reinventare lo spazio, a creare una sorta di vuoto bressoniano attorno al rilievo plastico dei corpi, ma va oltre”.