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“Ricordando Geronimo” con il regista Umberto Asti

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Umberto AstiPresentazione di due documentari inediti per Parma al Cinema Edison giovedì 17 dicembre 2009 ore 21. Ingresso gratuito

Moile… moile” e “Quarta dimensione”. Due documentari inediti per Parma, girati dal regista Umberto Asti a undici anni di distanza l’uno dall’altro, verranno presentati il prossimo 17 dicembre alle ore 21 al cinema Edison, nel corso di una serata speciale dedicata all’ambiente e al rapporto dell’uomo con il suo territorio. I due filmati, che ottennero in passato prestigiosi riconoscimenti, appaiono come aspetti contrapposti di un problema ormai incombente che sembra riecheggiare nella frase profetica attribuita a Geronimo: “Uomo bianco, morirai sepolto dalla tua spazzatura”. Geronimo, ultimo capo pellerossa ad arrendersi all’esercito degli Stati Uniti nel 1886, e prima di lui Seattle, un altro capo indiano, predissero tutta la drammaticità delle conseguenze che l’uomo occidentale avrebbe causato con il suo irresponsabile comportamento. “Leggendo la meravigliosa lettera di Seattle al presidente americano Pierce – commenta Umberto Asti – si può meglio comprendere la filosofia di vita dei pellerossa, filosofia che richiama quella di molte popolazioni che appartengono a una cultura diversa e meno frenetica della nostra, e che viene da noi presuntuosamente definita primitiva”. “Ricordando Geronimo” è il titolo della serata scelto dal regista proprio per ricordare le parole profetiche dell’ultimo capo indiano che calzano a pennello per i due lavori che verranno presentati e che si contrappongono l’uno all’altro.

Moile… moile”, della durata di 50 minuti, fu girato nel 1985 nell’isola di Siberut, nell’arcipelago indonesiano delle Mentawai. Asti vi trascorse quattro mesi con altri due compagni di viaggio che avevano il compito di sviluppare una ricerca sulle popolazioni locali, in un periodo in cui ancora non esistevano collegamenti regolari tra le Mentawai e le altre isole dell’arcipelago, e mancavano i mezzi di comunicazione odierni. Nonostante questo però Asti iniziava a dimenticare col tempo e senza troppa fatica le comodità lasciate in Italia e ad apprezzare lo stile di vita degli indigeni. Come lui stesso sottolinea “tra gli abitanti, gli animali e l’ambiente c’era armonia”. E’ a quel punto che la macchina da presa iniziò ad operare: il regista voleva spiare le azioni, voleva osservare in maniera non invadente, con rispetto e discrezione, senza sguardi “in macchina” e con pochi movimenti misurati. “Non dovevano esserci spiegazioni da cinema didattico – continua Asti – con voci estranee che coprissero il “canto” della foresta, ma solo un tentativo di riportare il “respiro” di quei luoghi, un respiro unico tra uomini, animali e gli elementi della natura, dal ritmo lento come il saggio comportamento dei Mentawaiani: “moile, moile” appunto, “piano, piano” nella lingua locale. Questo film, inedito per la televisione, per merito della Cineteca di Bologna che nel 2008 si è offerta di restaurarlo, oggi è tornato “a vivere”. Nel commentare il documentario, il critico e saggista cinematografico Tullio Masoni lo definisce forse l’esito più alto e poetico raggiunto dall’autore .

Quarta dimensione”, un cortometraggio sperimentale di 12 minuti girato nel 1974, è invece un film ambientato in un mondo in rovina, popolato solo da carcasse di automobili che diventano protagoniste temporaneamente di un inutile “rigurgito di vita”. Le riprese vennero effettuate in parte in Friuli, terra natale del regista, e in parte nel parmense. Da notare una irriconoscibile Certosa di Paradigna ripresa prima dei restauri degli ultimi decenni. “In questo lavoro – precisa Asti – volevo rappresentare un mondo disabitato e in rovina anche attraverso la pellicola: per questo girai in bianco e nero “invertibile”, divertendomi poi a proiettarlo molte volte affinché la pellicola si rovinasse e assumesse un particolare stato di usura. Desideravo che “Quarta dimensione” avesse l’aspetto di reperto da scavo”.

Umberto Asti, udinese di nascita ma parmigiano d’adozione, dedica gli anni giovanili al cinema sperimentale. Dal 1960 al 1977 realizza alcuni cortometraggi ai quali appartiene “Quarta dimensione”. Ha lavorato per oltre un ventennio nell’ambito di una casa di produzione da lui stesso fondata nel 1978 e attraverso la quale ha realizzato numerosi documentari industriali e spot pubblicitari a diffusione nazionale. Da alcuni anni opera come produttore e regista indipendente affrontando soprattutto temi legati al mondo del reale. Tra i documentari realizzati negli ultimi anni meritano citazione “L’altra riva del Don” (1994) “L’uomo del Volga” (1999) e “La vittoria non ha le ali” (2003), girati in Russia con la consulenza storica e la collaborazione artistica di Marina Rossi. “I naviganti” del 2006 e “Chapiteau” del 2007, sono l’ultimo risultato di questa collaborazione.

La proiezione, a cura di Solares Fondazione delle Arti, sarà commentata da Tullio Masoni. Saranno presenti anche il regista e Marina Rossi.

L’ingresso alla serata è gratuito.

Per informazioni:  Umberto Asti E-mail: info@umbertoasti.it Sito web: www.umbertoasti.it

Scritto da Staff_NelParmense

Dicembre 17th, 2009 at 2:42 am

Pubblicato in Notizie Parmensi

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