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A 40 ANNI DAL 12 DICEMBRE 1969 LE STRAGI FASCISTE NON SI DIMENTICANO

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VENERDI’ 11 DICEMBRE 2009 ORE 17.30 – SALA CIVICA DI VIA ARGONNE  PARMA

RIEVOCAZIONE DELLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA NEL 40° ANNIVERSARIO

Interverrà il giornalista Maurizio Chierici. Saranno proiettate sequenze del filmato di Sergio Spina “Un sogno lungo una speranza” su fatti e movimenti degli anni ’60/’70.

Il 12 dicembre 1969 scoppia nel centro di Milano una potente bomba collocata all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura situata in piazza Fontana causando la devastazione della sala della banca e la morte di diciassette persone che vi si trovavano, oltre al ferimento di altre ottantotto. Le indagini della polizia s’indirizzano subito verso gruppi anarchici, il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli viene accusato del crimine, fermato, portato in questura, trattenuto e interrogato a lungo, oltre le quarantotto ore del fermo, e muore il 15 dicembre precipitando da una finestra dell’ufficio dell’edificio della Questura di Milano diretto dal commissario Luigi Calabresi. Ma creare disordine e gettare l’Italia nel caos, fare allarmismo e accrescere la tensione, generare sempre più insicurezza e paura, in realtà è nell’interesse di ben altre forze. L’Italia in quel momento è attraversata da un grande movimento sociale e politico, il più grande nella storia della Repubblica, di lotta antiautoritaria e anticapitalista, progressista e per l’uguaglianza, iniziato l’anno precedente nell’università e nelle scuole ed estesosi alle fabbriche. Nell’autunno ’69 la lotta operaia è particolarmente forte, è in corso la dura vertenza sindacale dei lavoratori metalmeccanici per l’importante e innovativo rinnovo del contratto nazionale, l’11 dicembre sotto la spinta del movimento operaio e delle sinistre il Senato approva lo Statuto dei Lavoratori (legge 300/’70). Vecchi equilibri economici e politici sono messi in discussione.  E’ per fermare, mettere a tacere e reprimere questo vastissimo movimento in atto da due anni che si usa la tensione e si invoca l’ordine da parte di talune forze economiche, politiche, settori delle Forze Armate e degli apparati di sicurezza dello Stato, si moltiplicano gli attentati e gli atti terroristici compiuti da gruppi neofascisti, operanti anche in rapporto con servizi deviati e elementi dei servizi segreti americani, si punta a creare le condizioni per una svolta autoritaria nella direzione del Paese, un colpo di stato reazionario e fascista e l’instaurazione di una dittatura militare. Le indagini sulla strage di piazza Fontana prendono un’altra pista, quella dei gruppi neofascisti eversivi e terroristi. Alla strage del ’69 seguiranno altre stragi fasciste, le più gravi quelle del ’74 di Brescia e del treno “Italicus” e quella di Bologna dell’ ’80. Nei primi anni ’70 emerge pure, e si sviluppa nel corso del decennio, un farneticante “terrorismo rosso” (Brigate Rosse ed altri gruppi); le forze moderate e conservatrici al governo dell’Italia parleranno insistentemente di “opposti estremismi” e ne paventeranno il pericolo, mettendo sullo stesso piano destra reazionaria e fascista e sinistra alternativa, nell’intento di contenere e ostacolare  il movimento di lotta operaio e popolare, impedire trasformazioni profonde e soluzioni più avanzate a livello politico istituzionale, mantenere l’ordine dello stato di cose esistente

COMITATO ANTIFASCISTA E PER LA MEMORIA STORICA – PARMA

comitatoantifasc_pr@alice.it – dic. ‘09

Scritto da Staff_NelParmense

Dicembre 11th, 2009 at 1:25 am