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Comunicato stampa: Situazione carcere: la partecipazione di Europa Verde a “Ristretti in agosto”

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Anche il gruppo consiliare Europa Verde – Verdi – Possibile ha partecipato questa mattina all’iniziativa “Ristretti in agosto”, organizzata dall’Unione delle Camere Penali Italiane. È stata un’occasione importante per entrare direttamente a contatto con i detenuti e raccogliere le loro rimostranze, lo sconforto, ma anche le speranze, i progetti e le testimonianze di percorsi virtuosi in linea con quanto previsto dalla nostra Costituzione.

I numeri li conosciamo: circa settecento detenuti (rispetto ad una capienza di 655), di cui 68 al 41 bis, un centinaio in attesa di giudizio, oltre 400 con pena inferiore ai cinque anni, oltre 200 stranieri, 364 agenti di polizia penitenziaria, 11 educatori, 4 psicologi, 21 medici, 160 detenuti inseriti in percorsi di studio, casi di autolesionismo ed aggressioni in aumento… E il dato drammatico di pochi giorni fa, del terzo suicidio dall’inizio dell’anno.

La risposta del Governo italiano con il suo Decreto carceri è del tutto inadeguata all’urgenza e alla dimensione dei problemi accumulati in tani anni di assenza della politica. L’Alleanza Verdi e Sinistra, che rappresenta Europa Verde in Parlamento, non ha mancato di sollecitare l’esecutivo anche in questi giorni, in particolare con il lavoro in Commissione Giustizia dell’On. Devis Dori.

Ma al di là del dibattito in corso a livello parlamentare, la visita all’Istituto penitenziario di via Burla ha confermato la necessità di interventi specifici nella struttura, per porre rimedio a vari problemi, molti dei quali già evidenziati dal prezioso lavoro della Garante per i diritti dei detenuti. Ci sono apparecchiature di videosorveglianza che non funzionano, rendendo più pesante il lavoro delle guardie carcerarie, l’assenza di climatizzazione con l’unica opzione dell’acquisto di un ventilatore, c’è una palestra senza attrezzature, guasti di ogni genere che richiederebbero poco per essere riparati, lungaggini per assegnare spazi utili ad attività quotidiane come il lavaggio e l’asciugatura degli indumenti, un costo esagerato di due euro a telefonata ed una sistematica mancanza di risposte alle varie richieste che si perdono nel nulla, soprattutto per mancanza di personale.

Ci sono tuttavia le esperienze di tanti che sono riusciti a raggiungere un titolo di studio, di chi ha trovato un’occupazione temporanea all’interno del carcere (assistenza sanitaria, recupero di pc, cucina, ecc.), trovando in questa un elemento di sicurezza in più per il futuro reinserimento e di chi si attiva per essere messo nelle condizioni, come tutti i cittadini, di raccogliere i rifiuti in modo differenziato.

Europa Verde – Verdi – Possibile, pur riconoscendo l’importanza di un adeguamento delle norme nazionali, vede molto spazio di azione a livello comunale ed è su questo che l’amministrazione si dovrebbe concentrare. Ci sono centinaia di detenuti, in buona parte giovani, con pene inferiori ai quattro anni, che dovrebbero trovare in altri luoghi, diversi dal carcere, una misura alternativa alla pena. C’è molto da fare su questo fronte, se pensiamo che addirittura lo stesso Comune di Parma non è iscritto tra gli enti convenzionati per i lavori di pubblica utilità! Così come si può fare molto per rilanciare l’attività di volontariato e più in generale combattere una cultura giustizialista che ancora pervade tanti ambiti della nostra comunità locale.

Scritto da Staff_NelParmense

Agosto 19th, 2024 at 5:53 pm