Anno nuovo, sempre la stessa guerra
Il 20 marzo si celebrava il Capodanno persiano, il ‘Nowruz’, che in lingua farsi significa ‘nuovo giorno’, a indicare un nuovo inizio, una nuova vita. Ma la guerra in Afghanistan non lascia spazio all’ottimismo né alla speranza. Ieri, 21 marzo, presso il santuario di Sakhi, nella zona occidentale della capitale afgana, centinaia di persone erano riunite per celebrare il nuovo anno quando è esplosa una bomba.
Almeno 26 morti il bilancio dell’attentato suicida, secondo quanto annunciato dal ministero dell’Interno afgano. Al nostro Centro chirurgico di Kabul sono arrivati 13 pazienti: 10 sono stati ricoverati, 3 erano già morti all’arrivo. “In Afghanistan è il primo dell’anno, ma è un giorno come tutti gli altri. C’è stato l’ennesimo attentato, morti e feriti. È l’ennesima conferma di quello che diciamo da anni e anni: questo è un Paese in guerra, probabilmente uno dei più pericolosi al mondo. L’Unione Europea dovrebbe pensare bene a quello che fa quando decide di rimandare indietro persone che hanno cercato di scappare da questo inferno” ci ha raccontato Gino Strada da Kabul. La situazione nel Paese peggiora di mese in mese e Kabul è diventata ormai la provincia più pericolosa. La conferma del peggioramento della situazione arriva anche da fonti istituzionali. L’ultimo report UNAMA (Missione delle Nazioni Unite per l’Afghanistan) ha documentato 10.453 vittime civili nel 2017. Inoltre, sono in continuo aumento le vittime degli attacchi suicidi, che rappresentano il 22% delle vittime totali. Una guerra che continua a costare una perdita inaccettabile di vite umane. |
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