Atesir svela i contenuti dell’appalto dei rifiuti
Parma, 15 ottobre 2016
COMINICATO STAMPA NUMERO 6
ATERSIR PRESENTA LE LINEE GUIDA DELL’APPALTO RIFIUTI
VINCOLERA’ PARMA E GLI ALTRI COMUNI PER 15 ANNI
L’agenzia regionale ha convocato per martedi 18 ottobre tutti i sindaci della provincia
L’allarme di Parma non ha paura: vigilare sul decoro e la bellezza della città e dei paesi
Martedì 18 ottobre sarà una giornata fondamentale per Parma e per i comuni della provincia. Atersir presenterà ai sindaci le linee guida del capitolato per l’appalto della raccolta (non lo smaltimento) dei rifiuti. I primi cittadini sono stati convocati da Manuela Grenti, coordinatrice di Atersir provinciale, presso la sala conferenze del DUC del comune di Parma per le 16. Il secondo punto all’ordine del giorno (che alleghiamo) recita: Servizio gestione rifiuti urbani punti qualificanti della documentazione di gara.
Atersir è l’agenzia regionale dell’Emilia Romagna per i servizi idrici e rifiuti; ha due livelli, uno di ambito (cioè regionale), che ha sede a Bologna e uno provinciale. Il primo è guidato da un consiglio di 9 sindaci (uno ogni provincia dell’Emilia-Romagna) e uno locale, di cui fanno parte tutti i primi cittadini parmensi. Tocca a questo ente il compito di appaltare la raccolta dei rifiuti “per conto” dei comuni.
Per quanto riguarda Parma, la raccolta è stata affidata a Iren nel dicembre 2004 in base a una convenzione poi scaduta nel 2014 (su questa data ci sono pareri discordi: per alcuni la scadenza è precedente). Da almeno due anni si vive all’insegna del provvisorio: da varie parti sono giunte diverse sollecitazioni – più di tutte pesa il rilievo dell’autorità anticorruzione (Anac) -, per arrivare a un bando al fine di assegnare in modo corretto e stabile la gestione rifiuti. Ora siamo giunti al capolinea.
“Parma non ha paura” invita i sindaci e i cittadini alla massima vigilanza. Non solo, invita tutti, Atersir compresa, anche in considerazione del fatto che in altre province la convenzione è scaduta prima, a posticipare l’emissione del bando a dopo l’elezione del nuovo sindaco della città o la conferma di quello in carica. Una richiesta già formulata nei mesi scorsi. Un precedente documento di Parma non ha paura recita: “Grande parte del decoro urbano discende da come si gestiscono i rifiuti, da quale tipo di raccolta si applica. L’attuale sistema di differenziata, porta a porta spinta, che ha dato ottimi risultati quantitativi (circa 75 per cento di differenziata dicono le fonti amministrative) è stato disastroso dal punto di vista della qualità. La scomparsa dei cassonetti (anche se è ben lontana da noi l’idea di santificarli) e il proliferare dei sacchetti hanno portato danni d’immagine incalcolabile per una città d’arte. La bellezza d’intere zone del centro storico, in certe ore, è violata in modo irrimediabile. Il degrado e l’idea di abbandono dilagano e i turisti restano allibiti. Anche i residenti non traggono certo giovamento dal vedere i loro borghi e le loro vie invase dai sacchetti. La qualità della vita peggiora, anche perché sui cittadini grava l’obbligo di “consegnare” i rifiuti a orari fissi, o, in alternativa, tenerli in casa. E questo costringe molte persone a cambiare il proprio stile di vita, a rinunciare a impegni personali e sociali. In tanti, sbagliando, per aggirare regole troppo “vessatorie”, buttano i sacchetti dove capita, aggiungendo degrado a degrado. Inoltre, topi e scarafaggi, con tanto cibo per le strade, escono allo scoperto e occupano nuove aree di città, dove già abbondano le zanzare tigre”.
Quello che preoccupa di questo appalto è la presunta durata: 15 anni (su questo dato avremo una conferma martedì). Parma non ha paura chiede che, qualora non venga rinviata l’emissione del bando, sia prevista una serie di norme che permettano alle amministrazioni in carica di variare il tipo di raccolta, passando a sistemi diversi dal porta a porta spinto e a tariffa puntuale. Del resto, anche l’avvocato Massimo Rutigliano, in corsa alle primarie del Pd per individuare il candidato sindaco del partito, ha chiesto che si faccia un referendum per permettere ai cittadini di Parma di esprimersi sulla materia.
Non ha senso che tocchi a Pizzarotti, che in Atersir provinciale pesa per oltre il 30 per cento, condizionare il futuro della città per 15 anni, prima che si abbia la certezza di una sua riconferma. E’ chiaro che il sindaco in carico favorirà il tipo di raccolta in atto, assolutamente incapace di garantire il decoro urbano. Inoltre, è bene ricordare ai sindaci parmensi che il capitolato deve tutelare, più che l’eventuale azienda aggiudicataria (in Italia le aziende hanno proprio i comuni tra gli azionisti più importanti), gli interessi del cittadino a un buon servizio e a un pagamento equo. Il più basso possibile. E’ in ogni caso necessario che sulla questione si apra un ampio dibattito pubblico. Ai primi cittadini il compito di riferire alla cittadinanza in modo ampio e puntuale.
Luigi Alfieri
Cofondatore di Parma non ha paura