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Teatro del Cerchio “Sante Pollastri: un brigante al giro d’Italia”

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Sabato 1 novembre, ore 21.00

Teatro del Cerchio

Via Pini 16/a – Parma

Produzione Teatro Del Cerchio

“Sante Pollastri: un brigante al giro d’Italia”

Drammaturgia e regia : Mario Mascitelli

Con : Mario Mascitelli

Aiuti e ricerche di Gabriella Carrozza e Roberta Gabelli

La romanzesca storia del brigante Sante Pollastri e dell’amato campione Girardengo portata in scena da Mario Mascitelli. Uno sguardo sulla miseria degli anni fra le due grandi guerre. Le fughe in bicicletta per scappare dalla polizia e quelle per arrivare al traguardo…La medesima passione ma due destini diversi.



Uno spettacolo sull’amicizia, l’avventura, lo sport ma anche sulla storia: quella di Sante Pollastri, brigante gentiluomo amato dalle donne e dalla gente, e del suo idolo Costante Girardengo, campione di ciclismo. Il racconto di ciò che furono gli anni a cavallo delle due grandi guerre attraverso le fatiche di chi cercava di sopravvivere fuori dalla legge contemporaneamente a chi, in sella ad una bicicletta, cercava di conquistare la vittoria. Gli amori dell’uno e le rinunce dell’altro. La fuga sulla bici e quella dalla polizia e poi l’epilogo… la cattura, l’amico che passa correndo, il processo, la prigione, il vento tra i capelli… occhi con occhi che si perdono nei ricordi… Ed una scritta, fatta col gesso per terra, a segnare il traguardo di un destino tradito, che incita…: Vai Girardengo!

Rassegna stampa

Sante Pollastri: un brigante al giro d'Italia

“Girardengo e il bandito al Giro d’Italia.

Un brigante in carriera, un predone da strada. Pregiudicato già a 13 anni, assalitore di treni, capo di una grossa banda (una banda? un piccolo esercito) per lo più fatta da disertori di guerra, diventato famoso per le sue imprese banditesche. E’ Sante Pollastri, un brigante al Giro d’Italia, a cui l’infaticabile Mario Mascitelli ha dedicato il nuovo spettacolo di cui è autore, regista ed unico interprete. (…) Solamente pochi elementi scenici: oltre a una sedia e a delle nude lampadine, alcuni oggetti simbolo del destino del Pollastri, una bicicletta a indicare la sua voglia di velocità e la sua volontà di libertà, e catene che pendono dal soffitto a prefigurare la sua fine di galeotto.

Naturalmente il monologo di Mascitelli è anche un bagno nel clima sociale, storico e pure musicale dei tempi – quelli fra le due guerre – con le canzonette allora in voga, ad addolcire un pò l’amaro di un’esistenza agra vissuta pericolosamente sul filo del rasoio tra la vita e la morte, tra la libertà e la cella.

(…) Storie di banditi, ma anche di bambini lavoratori, in anni di fame, in cui, nella miseria generale, l’unica cosa da mangiare erano le parole. Si mangiava dialetto e sogni, ma per mangiare pane bisognava spesso rubare.

(…) Questa l’avventura di Sante Pollastri, professione brigante, “belva” dall’aria mite e sorridente, una vita tra gesta criminali, fughe, armi e spari. Ma Mascitelli-Pollastri per sparare non usa pistole, usa la mano con le dita puntate, nel gesto infantile che i bambini nel giocare fanno per simulare la rivoltella e il “bang bang”. Il pericoloso gioco della vita nel breve e malinconico spettacolo, al termine del quale il protagonista è stato a lungo e calorosamente applaudito per la sua incisiva interpretazione (…).”

“Libertà “, 10/05/2006



Scritto da Staff_NelParmense

Ottobre 30th, 2008 at 10:26 am