Europa Verde: non sia ancora il suolo a pagare il conto dello sviluppo.
Europa Verde: non sia ancora il suolo a pagare il conto dello sviluppo.
Con la proposta dell’ampliamento dell’azienda Luigi Bormioli si ripresenta a Parma il tema del consumo di suolo. Nel caso di una eccellenza industriale come Bormioli è comprensibile l’esigenza di sviluppo di un’attività economica integrata nel tessuto cittadino, diversamente dagli annunci allarmanti che vengono da Fontevivo di espansione massiccia dell’economia di moda della logistica.
Il problema semmai è come la maggioranza, visti i proclami e i titoli del Piano Urbanistico Generale assunto dalla Giunta, intenda governare la richiesta di un’ennesima perdita di suolo vivo.
Siamo tutti contro il consumo di suolo, ma per la maggioranza in consiglio comunale c’è sempre una buona ragione per cementificare ed asfaltare: la sicurezza di una strada, la realizzazione di una struttura di rilevanza socio-sanitaria, la necessità di spazi per la cultura, una nuova scuola, la domanda abitativa, la fluidificazione del traffico, lo sviluppo di un’azienda, la difesa di posti di lavoro, ecc.
A volte le “buone ragioni” sconfinano addirittura in una visione dello sviluppo del secolo scorso, con l’avvallo di nuove strade del tutto inutili, come quella che collegherebbe le fiere a via Cremonese o l’allungamento della pista dell’aeroporto, che a quanto pare non interessa nemmeno al gestore.
Per Europa Verde non si può continuare a caricare il suolo dei costi dello sviluppo, sia di quello auspicabile e sostenibile, sia di quello poco lungimirante e dannoso da tutti i punti di vista. Si tratta allora di abbandonare tutti gli interventi che non portano nessun beneficio (ad esempio la via Emilia bis) e di introdurre rigorosi sistemi di compensazione per il suolo che malgrado tutto continuerà ad essere consumato.
La compensazione oggi deve necessariamente essere rivolta alla desigillazione delle tante aree impermeabilizzate ed abbandonate che si trovano nel territorio comunale. Purtroppo, attualmente non esiste uno strumento comunale per stabilire l’entità e il tipo delle compensazioni, come non esiste un elenco, una banca dati delle aree disponibili alla rimozione della tecnocrosta di cemento e asfalto, che ricopre inutilmente vaste aree del nostro comune. Ma esistono varie esperienze da prendere come riferimento, in Italia ed in Europa, ad esempio quello di Stoccarda, ripreso anche da specifiche linee guida prodotte dal progetto LIFE Sos4soil.
Europa Verde auspica che il PUG sappia rispondere a questa esigenza e non mancherà di porre la questione con la forza necessaria nel corso della fase di approvazione.