1 Maggio 2018 <<<>>> Evviva il 1° Maggio, giornata internazionale di solidarietà e di lotta del proletariato contro il capitalismo!
Operai, lavoratori, giovani disoccupati,
A duecento anni dalla nascita di Karl Marx, celebriamo il 1° Maggio mentre le contraddizioni del barbaro sistema capitalista si acutizzano, preparando il terreno a conflitti di maggiore intensità e dimensione.
L’ineluttabilità delle guerre fra paesi imperialisti e capitalisti continua a sussistere come prodotto dello sviluppo ineguale e dei cambiamenti nei loro reciproci rapporti di forza.
Gli Stati Uniti, una potenza imperialista declinante, non vogliono rinunciare al dominio mondiale, mentre altre potenze imperialiste e capitaliste (Cina, Germania, Russia, India, etc.) vogliono infrangere lo status quo imposto dagli USA per porsi sulla strada di uno sviluppo autonomo e realizzare maggiori profitti.
La situazione mostra un aumento della tensione internazionale che in Siria, nel Mar del Sud della Cina, nella penisola coreana raggiunge già livelli allarmanti. C’è il rischio crescente che guerre regionali istigate dalle potenze imperialiste possano trascendere in una guerra generale per una nuova spartizione del mondo.
I paesi imperialisti si preparano alla guerra con diversi mezzi. Trasformano in senso reazionario gli Stati per rafforzare l’oppressione di classe, tagliare le spese sociali e incrementare quelle militari; applicano metodi autoritari e prepotenti di governo, liquidano i diritti e le libertà democratiche dei lavoratori, reprimono duramente le proteste operaie e popolari.
Allo stesso tempo soggiogano sempre più i paesi dipendenti, li subordinano alla loro politica di guerra, occupano territori per basi e azioni militari, rapinano le loro materie prime, reclutano forza di lavoro a prezzi stracciati da sfruttare al massimo.
L’imperialismo è la fonte del nazionalismo, dello sciovinismo, della xenofobia e del fascismo, così come del terrore reazionario, utilizzato per ridisegnare le mappe di intere regioni e mantenere le masse nell’oscurantismo.
La situazione già critica delle relazioni inter-imperialiste si aggraverà ulteriormente con la prossima crisi economica, di cui già si vedono alcuni sintomi (come il rigonfiamento di nuove bolle di capitale fittizio). Le misure protezionistiche, l’aumento stratosferico dei debiti statali, il ritorno alla “guerra fredda”, accelerano questa tendenza, favorendo le condizioni per un nuovo sconquasso finanziario e industriale.
In Italia, il governo parla di “ripresa economica”, ma la nostra classe ha visto solo peggioramenti nelle condizioni di lavoro e di vita: i licenziamenti di massa proseguono in numerose aziende e se ne preparano altri; i ritmi e i carichi di lavoro si intensificano; la disoccupazione giovanile è in crescita e il lavoro è sempre di più precario; la crisi e le politiche di austerità hanno approfondito il fossato sociale e alimentato il fenomeno dei lavoratori poveri (un operaio su 8 è a rischio miseria); gli assassinii per il profitto si succedono ogni giorno nei luoghi di lavoro; le pensioni sono di nuovo minacciate come i servizi pubblici; le tasse antipopolari aumentano e la spesa statale viene destinata sempre più a rafforzare il militarismo; si accentua la repressione contro i lavoratori e i disoccupati.
Dopo cinque anni di governo antioperaio a guida PD, le elezioni del 4 marzo hanno mostrato la crescita del non voto e del voto di protesta, intercettato da partiti populisti e xenofobi. Ciò ha modificato profondamente il quadro politico e approfondito la crisi politica della classe dominante.
A distanza di due mesi dal voto, la piccola borghesia rappresentata da M5S e Lega dimostra tutta la sua impotenza e il suo conservatorismo. Altro che forze “antisistema”, sono i nuovi puntelli del sistema di sfruttamento! Da parte loro i liberal-riformisti, i socialdemocratici e i capi sindacali collaborazionisti, tutti responsabili delle sconfitte dei lavoratori e dell’avanzata delle destre, dopo la batosta elettorale balbettano ipocrite parole di “opposizione” mentre continuano a frenare i lavoratori e a collaborare con i padroni.
In questo quadro proseguono senza freni le ingerenze dell’oligarchia finanziaria che attraverso i suoi media, i suoi organismi (FMI, BCE, UE, etc.) e le sue istituzioni, punta a costituire un governo antioperaio e antipopolare che prosegua la liquidazione delle conquiste e dei diritti dei lavoratori, le controriforme istituzionali, la politica di guerra.
Operai, lavoratori sfruttati, giovani disoccupati!
Il mondo capitalista–imperialista si incammina verso un periodo in cui lo sfruttamento sarà più intenso, avanzeranno le guerre di rapina e la reazione politica. Si profilano tempi duri, per i quali è necessario rafforzare le nostre organizzazioni di classe e sviluppare le lotte nei diversi settori, avanzando verso una mobilitazione generale e sostenuta, in cui si porrà di nuovo la questione dell’alternativa rivoluzionaria per farla finita con la barbarie imperialista ed edificare un modo di produzione fondato sulla proprietà comune dei mezzi di produzione e di scambio.
Facciamo convergere tutte le mobilitazioni, gli scioperi dei lavoratori in un unico fronte di lotta della classe operaia, costruiamo i suoi organismi (consigli e comitati di fabbrica, comitati e coordinamenti di lotta, sindacati classisti, etc.) per difendere in modo intransigente i nostri interessi economici e politici, per estendere e intensificare la lotta contro gli attacchi dei padroni e il servilismo dei loro complici opportunisti, per rafforzare la solidarietà e la cooperazione fra i proletari di tutti i paesi.
Diamo vita ad un’ampia coalizione popolare di opposizione alle guerre di rapina e alla corsa agli armamenti, per il ritiro delle truppe inviate all’estero, per l’uscita dalla NATO e dalla UE, contro la reazione politica e la militarizzazione della società, per difendere le libertà e i diritti della classe operaia e delle masse popolari minacciati dalle forze reazionarie e fasciste, schierandoci a fianco dei popoli e dei paesi aggrediti dall’imperialismo.
Condizione fondamentale per avanzare in questi compiti è l’organizzazione di un autentico partito comunista che assuma il ruolo di guida nella lotta di classe, partecipando attivamente ad essa. I comunisti e i proletari più coscienti e combattivi hanno il dovere di unirsi in una sola organizzazione indipendente, per condurre una permanente propaganda e agitazione per sviluppare la coscienza della classe, fondere il socialismo scientifico col movimento operaio e formare il Partito della rivoluzione proletaria.
A duecento anni dalla nascita di Karl Marx gridiamo:
Evviva il 1°Maggio!
Lotta di classe contro lo sfruttamento capitalistico, i guerrafondai e la reazione politica!
Avanti per la rivoluzione e il socialismo!
Proletari di tutti i paesi, uniamoci!
Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia