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8 marzo 2014 Teatro del Cerchio

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Ofelia Non per festeggiare le donne, quello in scena sabato, ma uno spettacolo per far riflettere sulla figura femminile a tutto tondo. Non vogliamo cogliere l’occasione di una ricorrenza (l’8 marzo) per creare un evento di massa commerciale ma piuttosto continuare ad affermare con voce e forza che il Teatro del Cerchio lavora continuamente per difendere i diritti civili, per combattere gli abusi e per utilizzare lo strumento “teatro” per denunciare uno stato di cose malate. Lo fa, questa settimana, attraverso lo spettacolo del regista plurivincitore del prestigioso Premio UBU Stefano Cenci “OFELIA 4 E 48” capace di fondere due testi importanti quali “Amleto” di Shakespeare con il tormentato
“4 e 48: Psycosis” di Sarah Kane in maniera cruda ma non banale ma, soprattutto, terribilmente attuale.

Sabato 8 marzo 2014 ore 21.00  – TEATRO DEL CERCHIO- Via Pini 16/a
“OFELIA 4 E 48”

(Ofelia in quattro e quattr’otto)
uno spettacolo di Stefano Cenci
con Elisa Lolli
liberamente tratto da 4:48 Psycosis di Sarah Kane.
IL PROGETTO
Tutto ciÚ che si puÚ dire di questo spettacolo Ë che Ë nato per caso, che ci Ë scoppiato tra le mani, come un petardo che doveva fare una sola innocua scintilla e che invece ha ustionato i nostri palmi.
In una fase di condivisione di un metodo di lavoro, riscrittura e creazione (dopo tanti anni di amicizia e tanti anni senza aver pi_ avuto occasione di lavorare insieme) abbiamo cominciato a giocare con un testo, 4:48 Psycosis di Sarah Kane. Non propriamente un testo leggero e dilettevole, ma ci Ë sembrato il punto di partenza pi_ adeguato in quel momento, vuoi per soddisfare il nostro gusto del macabro, vuoi perchÈ Ë un testo cosÏ complicato da sembrare impossibile. Sta di fatto che, da pochi incontri, nei ritagli di tempo, pi_ per sfogo che per mestiere (e spesso le opere migliori si realizzano cosÏ) Ë nato il nostro Ofelia, appunto, in quattro e quattr’otto.

Presentato per la prima volta in forma di primo studio ad Arti Vive Festival 2009, con una scenografia recuperata in discarica il pomeriggio stesso, in assoluta emergenza, con testi appena scritti e la memoria labile, lo spettacolo ci ha subito colpiti rivelandosi una vera sorpresa anche per noi stessi. Il pubblico aveva riso e se ne era andato piangendo, profondamente toccato dalla nostra esibizione. A noi Ë servito un po’ di tempo per razionalizzare l’accaduto e rileggere a mente fredda quella sensazione, quell’alchimia che si era creata all’improvviso con gli spettatori, quel gioco cosÏ pericoloso che li aveva tenuti attaccati alle sedie per un’ora e dodici minuti densi di emozioni.
Dopo qualche tempo abbiamo cominciato a rimettere mano allo spettacolo (per non perdere l’abitudine sempre nei ritagli di tempo di entrambi), a curarne la confezione, la scenografia, il disegno luci e l’abbiamo riproposto con altro grande successo ad Arti Vive Habitat 2010.
Nel luglio 2010 un’ulteriore tappa del lavoro Ë stata per noi la nostra partecipazione al Festival VolterraTeatro, raccogliendo un grande successo non solo tra il pubblico ma anche tra opertori e colleghi artisti.
Per noi Ë impossibile considerare Ofelia 4e48 uno spettacolo finito, e finito non lo vorremmo mai†† †proprio per la natura particolare dell’opera, per quel gioco instabile di vittima/carnefice che lo caratterizza e ne Ë struttura. Continuare a replicare e riprovare questo spettacolo Ë per noi l’unico modo per proseguire un’indagine, per capire i meccanismi di quella girandola di contraddizioni che Ë la nostra vita di artisti.
IL TESTO
4.48 Psychosis (a volte tradotta in italiano come Psicosi delle 4 e 48) Ë l’ultima opera teatrale della drammaturga britannica Sarah Kane e risale al 1999. L’opera non ha personaggi o indicazioni di scena espliciti e ciÚ le conferisce un aspetto inconsueto per un testo destinato alla rappresentazione. Il dramma Ë scritto dal punto di vista di qualcuno con gravi problemi di depressione, un disordine mentale di cui Sarah Kane stessa soffriva, ed Ë organizzato come un lungo monologo. Dopo aver completato questo testo Sarah Kane tentÚ il suicidio ma fu subito scoperta e ricoverata in ospedale. Successivamente, per carenza di personale, fu lasciata sola tre ore durante le quali si impiccÚ con i lacci delle sue stesse scarpe. MorÏ il 20 febbraio 1999.
Il nostro Ofelia 4e48 Ë un gioco di sostituzioni. Alle tante parole di sfogo poetico, drammatico e definitivo dell’autrice inglese sono state sovrapposte immagini a volte rassicuranti, a volte tenebrosamente rassicuranti. I picchi lirici, gli acuti tragici sono stati sostituiti con momenti demenziali, barzellette e trappole di sorrisi. Il conflitto che Sarah aveva con se stessa Ë esploso, frammentando lo spettacolo in un caleidoscopio di personaggi e presenze, schegge della propria complessa personalit‡, testimonianza di una vita d’artista cosÏ complicata, da risultare incomprensibile a questo mondo, e cosÏ distante dall’attitudine profondamente umana a semplificare tutto, per rendere il tutto comprensibile, accettabile, digeribile. Sarah Ë stata un’artista, una ragazza, dalla sensibilit‡ cosÏ scottante da non poter appartenere a questa vita. A questa sola vita.

LO SPETTACOLO
Ofelia 4e48 Ë uno spettacolo in cui mondi paralleli si incontrano di tanto in tanto, come in uno zapping televisivo repentino di canale in canale; cosÏ repentino che il programma sembra sempre lo stesso e lo spettatore ha l’impressione di assistere ad un impazzito gioco di ruoli, inquietante e divertente al contempo. Sulla scena si alternano Ofelia e Amleto, Sarah e il suo medico, l’attrice e il regista, Elisa e Stefano, la follia e il raziocinio, l’arte e il sociale, l’inafferrabile delicata violenza della poesia e la pesantezza conservatrice, cinica e onnisciente del pragmatismo umano.
Ofelia 4e48 Ë una corsa sul filo dell’inesprimibile. » un’opera sinfonica ad una sola voce. La musica Ë un coro inarrestabile, epico, melodrammatico. E sulla scena noi siamo i corpi molli attraversati dall’impeto della forza auto-distruttrice di Sarah; la stessa forza che la rende unica, immortale, irraggiungibile.

Ascendo! Dalla vita all’arte. Non dalla vita alla morte. Non dalla vita ad altra vita. Dalla vita all’arte.
Povera me. Ofelia da 2 soldi. Ofelia senza pretese. Ofelia in quattro e quattr’otto. Ofelia da rigattiere. Ofelia antiquariato. Illustre suicida di carta stampata. Povera me, con me, senza me… Brucio! / tanto di vita / che mi faccio cenere / alla cenere / alla cenere […] fumare, respirare, vivere, sfumare, lenta eutanasia / io, portatore sano di cibo per vermi / pago l’affitto / l’assicurazione dell’auto / saluto la camera da letto / mi specchio e vado / sottoterra vado / sotto il mare vado / come polline da vento portato / vado.
Povera me. Povera Ofelia da vita tradita. Illusione non ti credo pi_. Non ti vedo pi_. E pi_ non parlo.
Stefano Cenci ed Elisa Lolli
Biglietto unico 10 euro
Info 335 490376 – info@teatrodelcerchio.it

Scritto da Staff_NelParmense

Marzo 8th, 2014 at 1:25 am

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