Fidenza, le fabbriche della morte
Il 29 novembre un incontro per capire
Si svolgerà il prossimo 29 novembre, alle 20,30, presso il centro giovanile ex macello di via Mazzini 4 a Fidenza, l’incontro “Fidenza S.I.N., il sito inquinato di interesse nazionale”.
Alla serata, organizzata dal Movimento 5 Stelle di Fidenza, parteciperanno Edoardo Bai, del comitato scientifico di Legambiente, Pier Paolo Poggio, direttore della fondazione Micheletti di Brescia, Marino Ruzzenenti, collaboratore della stessa fondazione.
Durante l’incontro verrà presentato il libro “Il caso italiano: industria, chimica e ambiente”.
Fidenza risulta tra i siti di interesse nazionale per la situazione ambientale compromessa da un pesante inquinamento ambientale.
In regione insieme a Fidenza ci sono i casi di Sassuolo e Scandiano.
In Italia i siti maggiormente inquinati sono 57, luoghi dove di muore di più rispetto al resto d’Italia e dove è urgente una bonifica ambientale che riporti lo stato dell’ambiente a livelli accettabili.
Tra i SIN italiani Taranto, dal 1990 dichiarata ad altro rischio ambientale, Colleferro, dove da 50 anni la discarica avvelena aria, acqua, terreni, Crotone, le scuole dei veleni costruite con materiali edilizi avvelenati, Broni, il paese fatto d’amianto dove non si contano i tumori, Gela, sede del petrolchimico, con il record di nascite con malformazioni, Grado, con l’acqua al mercurio, 100 volte sopra la norma, a causa dell’industria tessile, Mantova e il suo petrolchimico, la Caffaro a Brescia.
Gravi emergenze ambientali e sanitarie che hanno coinvolto anche la nostra provincia con l’area di Fidenza, inquinata dall’attività industriale della Cip e della Carbochimica, adiacenti poli produttivi nella zona nord della città.
La Compagnia Italiana Petroli, fallita nel 1969, ebbe come principale attività la produzione di acido fosforico, fertilizzanti, piombo tetraetile.
La Carbochimica, fallita nel 2004, utilizzava per la produzione su scala industriale idrocarburi policiclici aromatici (Ipa),
I Sin italiani rappresentano il 3% del territorio nazionale.
Nel corso di un’audizione alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, Loredana Musumeci, Direttrice del dipartimento ambiente e connessa prevenzione primaria dell’Istituto Superiore Sanità, ha confermato la gravità degli impatti sanitari dei SIN (Siti d’Interesse Nazionale) ovvero delle aree dismesse che da anni attendono di essere bonificate.
Lo stesso ministero della Salute ha condotto lo studio Sentieri in 44 dei 57 Sin nazionali, i cui risultati sono stati di recente al centro del dibattito per la conferma della grave situazione di taranto con incrementi di tumori a due cifre.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma – GCR
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