Teatro del Cerchio in ” la nuova colonia ” SABATO 16 APRILE 2011 ore 21,00
STAGIONE SERALE- “LA NUOVA COLONIA” di Luigi Pirandello. Con Gaetano Tramontana e Domenica R. Buda. Spazio Teatro di Reggio Calabria.
“LA NUOVA COLONIA”
La nuova colonia è un mito sociale, il primo dei “miti” pirandelliani – composto nel 1928 – cui seguiranno con Lazzaro il mito religioso e con I giganti della montagna il mito dell’arte.
Testo pochissimo frequentato – a differenza dei Giganti di cui a distanza di anni si ha memoria dello storico allestimento firmato da Giorgio Strehler – La nuova colonia da tempo ci attira per almeno due motivi.
Il carattere popolare del testo, a partire dalla sua ambientazione (un borgo di pescatori, squallido e francamente non ben frequentato), così distante dalle ambientazioni borghesi che caratterizzano i testi più noti del drammaturgo siciliano (da Così e se vi pare a Come tu mi vuoi, dal Berretto a sonagli all’Enrico IV) o quelli metateatrali e surreali dei Sei personaggi in cerca d’autore o di Questa sera si recita a soggetto; l’aria che si respira nella Nuova colonia è più simile a quella di Liolà o della Giara, quindi più vicina alle novelle (anche sul piano cronologico), con una sottolineatura, però, più forte della componente drammatica, se non addirittura tragica. Il profilo dei personaggi è forte e carico di passionalità, anzi proprio la repressione degli istinti si pone ad un certo punto come elemento catalizzante della narrazione.
Poveri, ladri e prostitute popolano La nuova colonia, un nucleo di diseredati spinto con forza ai margini della società che decide di cambiar vita e di esiliarsi da sé, per costruire una nuova società, un nuovo mondo, che se a primo acchito sembra prendere il carattere della ribellione, ad un’attenta lettura si rivela come ferma volontà di redenzione: darsi una seconda opportunità di liberarsi da un passato di illegalità, darsela da sé questa opportunità visto che la cosiddetta società civile non ci pensa neanche, avendoli marchiati a vita come reietti.
E qui risiede il secondo motivo d’attrazione: la riflessione sulla possibilità di ricreare una comunità garantendo regole giuste e democratiche. Impresa ardua, quasi impossibile: la ferinità dell’animo umano tende ad avere la meglio, nonostante i tentativi più puri; la convivenza ribalta addirittura i valori individuali, facendo prevalere l’interesse ed un costante stato d’emergenza.
Una tematica quindi di un’attualità impressionante, addirittura profetica: è il 1928, data spartiacque fra le due guerre che hanno devastato l’Europa: la prima non avrebbe insegnato niente, visto che dopo vent’anni la “civiltà” sarebbe nuovamente caduta vittima di se stessa.
ore 21,00 Teatro del Cerchio Biglietti: euro 10,00 intero
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