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Medici senza Frontiere

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medici_senza_frontiere_medecins_sans_frontieres_onluls18 dicembre, Giornata internazionale dei migranti

Medici Senza Frontiere chiede ai governi europei di rispettare la vita
e la dignità dei migranti e di migliorare l’accesso ai servizi di base
e all’assistenza sanitaria per queste persone

Bruxelles/Roma, 17 dicembre 2009 –  I richiedenti asilo e i migranti privi di permesso di soggiorno stanno pagando un caro prezzo per le politiche sempre più restrittive, in termini di accoglienza e di accesso alla salute, messe in atto dai governi europei. Queste persone fuggono da conflitti e carestie e da contesti in cui vengono violati i diritti umani, affrontano lunghi e pericolosi viaggi in cui l’attraversamento del Mar Mediterraneo rappresenta solo l’ultima parte del tragitto per raggiungere l’Europa. Quando finalmente raggiungono uno stato membro, si trovano ad affrontare periodi di detenzione prolungata o condizioni di vita spaventose, talvolta peggiori di quelle da cui erano fuggiti. Altri vengono intercettati ed espulsi verso paesi in cui la loro salute e la loro stessa vita possono essere messe a repentaglio.

In occasione della Giornata Internazionale dei Migranti del 18 dicembre, Medici Senza Frontiere (MSF) chiede ai responsabili politici di tutta Europa di rispettare la vita e la dignità dei migranti e dei richiedenti asilo, e di migliorare il loro accesso ai servizi di base, tra cui gli alloggi e l’assistenza sanitaria.

Le equipe di MSF assistono i migranti e i richiedenti asilo in diverse fasi del loro viaggio. Nei paesi di origine come Somalia, Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo (RDC) e Nigeria, MSF cura le conseguenze mediche di violenza e privazioni di ogni tipo. In Italia, Marocco, Grecia, Malta e Francia, le equipe di MSF forniscono assistenza medica e psicologica a coloro che sono sopravvissuti al viaggio: molte di queste persone affrontano un lungo tragitto attraverso il deserto a cui vanno aggiunte le pericolose rotte marittime. Talvolta i migranti vengono imprigionati e sfruttati o cadono vittima di contrabbandieri e trafficanti. Sono sempre di più, tra quelli che affrontano il viaggio, i minori non accompagnati e le donne, molte delle quali in stato di gravidanza.

Le politiche di controllo delle frontiere messe in atto dall’Unione Europea (UE) o dagli Stati membri, sempre più spesso lasciano molti migranti bloccati alla periferia dell’Europa per lunghi periodi di tempo. In Marocco, ad esempio, migranti e richiedenti asilo che tentano di entrare nell’UE, vivono spesso in condizioni precarie e degradanti e sono vittime di violenza e sfruttamento. Tra il 2003 e il 2009, le equipe di MSF in Marocco hanno assistito 4mila persone vittime di violenza.

In Italia, MSF è stata costretta a ritirare la sua equipe da Lampedusa per la brusca diminuzione del numero di migranti che sbarcano sull’isola, in seguito alla decisione del Governo italiano di mettere in atto la politica dei respingimenti delle imbarcazioni verso la Libia, senza permettere a queste persone di toccare terra e di ricevere quindi un minimo di assistenza sanitaria.
Coloro che riescono a raggiungere l’Europa spesso conoscono la detenzione sistematica e prolungata in condizioni spaventose, con un accesso limitato all’assistenza sanitaria e senza sostegno psicologico. In Grecia e a Malta, il lavoro di MSF nei centri di detenzione per migranti irregolari e richiedenti asilo, ha messo in evidenza gli alti tassi di depressione, ansia e sindrome da stress post-traumatico. “Nei centri di detenzione vi sono condizioni di igiene e di sovraffollamento terribili. Queste persone sono spesso trattenute senza aver commesso alcun reato e con un’incertezza per il loro futuro che diventa molto frustrante”, dichiara Christos Papaioannou,  responsabile del progetto di MSF in Grecia.

Una volta terminato il periodo di detenzione, la situazione per molti migranti resta difficile e l’accesso alle cure sanitarie incerto. Anche quando l’assistenza sanitaria è disponibile, le barriere linguistiche, la mancanza di informazioni e la paura di essere segnalati fa sì che molti migranti si tengano lontani dal sistema sanitario. In Francia, MSF fornisce assistenza psicologica ai richiedenti asilo. Molti soffrono di gravi disturbi psicologici a causa delle violenze o delle persecuzioni subite nei paesi di origine o per la mancanza di luoghi adatti in cui dormire. Dal 2007, MSF ha fornito più di 7mila consultazioni mediche a Parigi, nella metà dei casi si è trattato di assistenza psicologica.

“La nostra esperienza di lavoro nei paesi d’origine passando per le diverse fasi del loro viaggio fino all’arrivo – dichiara Liesbeth Schockaert, esperta di assistenza umanitaria per MSF – ci dà una visione d’insieme di questo complesso fenomeno. Si tratta di persone vulnerabili che attraversano un percorso molto difficile fatto spesso di violenze e abusi. Quando finalmente raggiungono l’Europa, sperando che sia la fine delle loro vicissitudini, li aspetta la detenzione oppure delle condizioni di vita terribili, con esclusione sociale e un limitato accesso ai servizi sanitari. E’ fondamentale che le politiche migratorie in Europa rispettino la vita e la dignità di queste persone, e che vengano migliorate le condizioni di accesso alle cure mediche, incluse quelle psicologiche”.

Scritto da Staff_NelParmense

Dicembre 18th, 2009 at 1:00 am