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Teatro del Cerchio, L’UOMO, LA BESTIA E LA VIRTU’, SABATO 28 E DOMENICA 29 MARZO ORE 21.00

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Teatro del Cerchio di Parma

Nuova Produzione 2009 Teatro del Cerchio

L’UOMO, LA BESTIA E LA VIRTU’

Di Luigi Pirandello

Sabato 28 marzo e domenica 29 marzo alle ore 21.00 debutta la nuova produzione del Teatro del Cerchio “L’uomo, la bestia e la virtù”, una delle opere più rappresentate di Luigi Pirandello, con la regia di Antonio Zanoletti. Gli attori del Teatro del Cerchio si cimenteranno nell’interpretazione dei “tipi umani – modelli morali” descritti da Pirandello con grande acume e profondità, in una rappresentazione che si sviluppa sul doppio livello della commedia più indiavolata e dell’apologo morale. Il destino e il caso interverranno per interrompere il corso della farsa facendo cadere le false apparenze e rivelando le ipocrisie nascoste dietro il falso perbenismo borghese.

regia di Antonio Zanoletti , con Mario Mascitelli, Gabriella Carrozza, Stefano Cutaia,

e con la partecipazione di Mario Aroldi, Stefania Maceri, Stefano Nemorini, Andrea Scaglioni, Antonio Cuccaro, Federica Scalari, Francesco Marchi ed il piccolo Lorenzo Capozzi nella parte di Nonò.

Con questo testo Pirandello sembra voler porre il proprio teatro su di un duplice piano: quello della commedia più indiavolata ed oppressiva, e quello “dell’apologo” morale, della favola tendente a rappresentare simbolicamente tipi e momenti eterni dell’agire umano.

Il titolo riassume in se stesso proprio tre aspetti più generali, tre modelli morali come: l’uomo, che è il Professor Paolino, la bestia, che è il violento e irascibile Capitano Perella, la virtù che è la remissiva Signora Perella, moglie trascurata del Capitano e amante del Professore.

La messa in scena è semplice, fedele e spontanea pur mantenendo la complessità dell’opera e dell’autore stesso, maestro dello “spessore” delle parole pronunciate, spesso con sottile ferocia, dai personaggi.

Il pubblico, che forse non si aspettava questa commedia di Pirandello dai toni farseschi e scollacciati, non accolse bene la prima rappresentazione dell’opera. Successivamente rivalutata dalla critica e dal pubblico, la commedia ebbe tanto successo in Italia e all’estero, da essere una delle più rappresentate della produzione teatrale pirandelliana.

Il farsesco tema trattato dalla commedia è ben rappresentato dal titolo: l’uomo è la prima maschera, quella del professor Paolino che nasconde sotto il suo ostentato perbenismo la tresca con la signora Perella, che indossa la maschera della virtù: quella cioè di una morigerata e pudica madre di famiglia praticamente abbandonata dal marito, capitano di marina che appare agli occhi della gente con la maschera della bestia: convive con una donna a Napoli e, nelle rare occasioni in cui incontra la moglie rifiuta, con ogni pretesto, di avere rapporti con lei.

La commedia in maschera potrebbe proseguire con piena soddisfazione di tutti se il destino e il caso non intervenissero a far cadere le false apparenze. La signora Perella rimane infatti incinta ad opera del professor Paolino che dovrà, al di là di ogni morale, rimettere in piedi l’ipocrita buon ordine borghese: dovrà convincere tutti che la signora Perella è rimasta incinta in una delle rare occasioni dal marito e quindi dovrà far sì che il recalcitrante capitano abbia almeno un rapporto sessuale con sua moglie. Tutto dovrà avvenire in una sola notte perché tanto è il tempo che il capitano soggiornerà in casa prima di ripartire e rimanere assente per due mesi.

Il professore allora dovrà fare in modo che la sua pudica amante ceda alle voglie della bestia. Per essere sicuro del risultato il professore si farà preparare un afrodisiaco per stimolare i sopiti sensi del capitano e inciterà la vergognosa amante a mostrare le grazie che tiene virtuosamente nascoste. Tutto è ormai pronto per la trappola sessuale in cui dovrà cadere la bestia. Il professore se ne andrà lasciando libero campo per il capitano rimanendo d’accordo con la signora Petrella che:

Verrò domattina all’alba, davanti alla tua casa. Se è sì fammi trovare un segno; ecco, guarda, uno di questi vasi di fiori qua, alla finestra della veranda”

Ma la mattina successiva nessun vaso da fiori appare alla finestra. Il professore, infuriato per il fallimento dei suoi progetti si sfogherà in un grottesco battibecco col capitano, quando sopraggiungerà la signora Petrella che a mano a mano metterà sul davanzale della finestra ben cinque vasi di fiori.

Teatro del Cerchio Via Pini 16/a – Parma