Repubblica Centrafricana, MSF interviene nell’emergenza nutrizionale nel sud-est del paese
Roma/Bangui, 22 settembre 2009 – Una grave emergenza nutrizionale sta colpendo le regioni sud-orientali della Repubblica Centrafricana. La crisi nel settore minerario – dall’oro e dai diamanti dipendono molti abitanti della zona – è stata il colpo finale inferto ad un popolo già estremamente vulnerabile. Medici Senza Frontiere (MSF), sollecitata dalle autorità locali, in un mese ha aperto 4 centri di assistenza nutrizionale a Carnot, Boda, Nola e Gamboula e ha inoltre avviato una serie di programmi ambulatoriali nell’area. La prima fase di valutazione ha rivelato gravi tassi di malnutrizione, in alcune zone oltre la soglia d’emergenza (oltre il 10% dei casi presi in esame). In appena un mese e mezzo oltre 1.300 bambini, la maggior parte affetti da malnutrizione acuta, sono stati presi in cura da MSF.
Un gran numero di pazienti era affetto da complicazioni mediche ed è stato ricoverato. “A Boda e Nola, per esempio, è difficile trovare pazienti colpiti solo dalla malnutrizione, molti infatti arrivano qui colpiti da altre patologie e in condizioni molto gravi. Ci sono numerosi casi di malaria, diarrea, tubercolosi e AIDS che complicano maggiormente le già delicate condizioni dei bambini”, spiega Clara Delacre, coordinatrice del progetto di MSF a Nola.
“Sono molti gli elementi che possono spiegare la situazione, uno di questi è la crisi che sta colpendo il settore minerario, fonte principale di sostentamento per la maggior parte della popolazione di quest’area”, aggiunge Clara Delacre. La crisi ha lasciato molti operai delle miniere senza lavoro e senza guadagno. Inoltre, nei mesi scorsi, molti dei commercianti d’oro e diamanti sono stati costretti a cessare le proprie attività. La crisi economica, tuttavia, è solo un fattore temporaneo che ora si è aggiunto alle croniche problematiche della regione: un’alimentazione molto povera a base di cassava, la mancanza di accesso alle cure per gran parte della popolazione e l’imminente stagione delle piogge che rischia di aumentare la diffusione della malaria e di altre patologie.
Nella regione l’alimentazione è quasi totalmente basata sulla cassava. Altri componenti alimentari fondamentali, come ad esempio la carne, ora sono difficilmente reperibili. Secondo gli abitanti della zona, il problema ha avuto inizio alcuni anni fa quando gruppi di banditi hanno cominciato a minacciare gli allevatori di bestiame. Di conseguenza, questi ultimi sono fuggiti in Camerun senza più rientrare. Un’altra delle cause è la mancanza di accesso alle cure: i pazienti sono costretti a pagare cifre che non si possono permettere per ricevere assistenza medica e farmaci. A tutto questo, si è poi aggiunta la recente perdita di guadagno per molte famiglie e la chiusura di molti centri di salute.
“MSF lavora qui per rispondere all’emergenza e per occuparsi dei casi più gravi. Tuttavia – conclude Clara Delacre – ci sono problematiche generali di questo contesto che richiedono un intervento più ampio”.
MSF lavora nella Repubblica Centrafricana dal 1997. Attualmente l’organizzazione sta estendendo i progetti di assistenza medica alle popolazioni colpite dalla violenza nelle zone nord-orientali, a Kabo, Batangafo, Boguila, Markounda, Maïtikoulou, Paoua e Bocaranga.
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